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I caratteri generali dell'età giolittiana
Nel 1901 il re Vittorio Emanuele III nominò presidente del Consiglio
Giuseppe Zanardelli e ministro degli Interni, Giovanni Giolitti. Giolitti
era un uomo politico pratico,moderato,esperto e Zanardelli, ormai
vecchio,lasciò che fosse Giolitti a prendere le decisioni più importanti e,fece
si che Giolitti stesso fosse Ministro. Il periodo che va dal 1901 al 1914 prese
il nome di età giolittiana. L'età giolittiana coincise,con il decollo della
rivoluzione industriale in Italia. I progressi più evidenti si registrarono
nell'industria siderurgica,nell'industria elettrica e nell'industria
meccanica(sorsero nuove aziende come
*un volto aperto e democratico nell'affrontare i problemi del Nord:
*un volto conservatore e corrotto nello
sfruttare i problemi del Sud. Per quanto riguardo il Nord ,consentì gli
scioperi e fece assumere al governo una posizione di neutralità di fronte ai
conflitti sindacali. Per Giolitti non esisteva in Italia un reale pericolo
rivoluzionario. Ma Giolitti attuò alcune riforme che migliorarono le condizioni
di lavoro degli operai:L'orario di lavoro venne diminuito.fu stabilito un
massimo di 10 ore,venne riorganizzata
*attraverso i prefetti(i rappresentanti dello Stato nelle province) che per suo ordine impedivano i comizi:
*per mezzo delle forze dell'ordine che arrestavano i sindacalisti. Per questo Giolitti venne criticato, tanto da essere definito"ministro della malavita". I salari dei lavoratori del Sud scesero enormemente portando in tutto il Meridione povertà e disoccupazione. Molti contadini meridionali rimasti disoccupati,si videro perciò costretti a partire in cerca di lavoro verso l'estero. Gli italiani si mossero in massa:tra il 1900 e il 1914 emigrarono più di 8 milioni dei nostri connazionali,principalmente verso il Nord Europa,gli Stati Uniti e alcuni paesi dell'America del Sud. L'emigrazione fu un fenomeno doloroso,che tuttavia portò un po' di ricchezza nelle terre più povere. Chi lavorava all'estero infatti mandava parte della propria paga(le cosiddette rimesse) in Italia ,aumentando un pò la ricchezza del nostro paese Inoltre i lavoratori rimasti videro salire gradualmente i salari. Giolitti ritenne opportuno riprendere la politica coloniale per due principali motivi:
*voleva dimostrare ai nazionalisti che il suo era un governo in grado di aumentare il prestigio internazionale dell'Italia;
*voleva assecondare i maggiori gruppi industriali e finanziari;
*voleva accontentare l'opinione pubblica che
riteneva necessario conquistare nuove terre per dare lavoro ai braccianti del
Sud. Giolitti cambiò obiettivo. Sul piano internazionale,il momento era
favorevole in quanto il governo italiano,aveva ottenuto in cambio il "diritto
di conquista"della Libia. Nel 1911, l'Italia dichiarò guerra alla Turchia che
dominava
Gli Atteggiamenti Sociali
Gli atteggiamenti sono stati definiti dagli studiosi del comportamento sociale disposizioni comportamentali acquisite,ovvero residui dell'esperienza passata che guidano o influenzano il comportamento.La formazione degli atteggiamenti deriva da molti componenti quali l'esperienza personale,l'influenza della famiglia,degli amici ,dell'educazione dei mass-media.Questi diversi fattori determinano i nostri atteggiamenti.Le impressioni derivano dall'impatto immediato con le persone e si basano sulla comunicazione non verbale. Sulla base delle impressioni si vengono a formare le valutazione sulle persone,ovvero degli schemi mentali,strumenti conoscitivi che utilizziamo per interpretare la realtà che dovrebbero restare sempre elastici ed aperti alla modifica.Le opinioni sono modi di vedere .di rappresentarsi la realtà che l'individuo ha fin dalla prima infanzia,idee personali e soggettive che egli si forma e che hanno carattere di relatività,perché possono modificarsi.Le convinzioni sono opinioni consolidate ,quasi certezze e difficilmente possono essere modificate.Le credenze sono convinzioni decise,profondamente radicate,stabili e molto intense che derivano da influenze culturali.Esse costituiscono rappresentazioni collettive e riassumono i principali valori di una società in una data epoca.Le credenze sono concezioni a carattere morale,religioso,etnico che si propongono come certezze assolute ,ma in realtà non hanno un fondamento scientifico,in quanto non derivano dall'esperienza reale. Esse,vengono acquisite fin dall'infanzia attraverso i modelli familiari e quindi accettate ,senza una scelta personale. La credenza falsifica la realtà e non ha fondamento scientifico.
La natura degli atteggiamenti
Gli atteggiamenti sono molteplici e di varia natura.Essi possono essere positivi,negativi o ad un livello intermedio. I primi sono orientati all'attrazione(favore) verso l'oggetto,i secondi alla repulsione(disfavore),i terzi si possono esprimere nalla moderazione,nella neutralità o nell'indifferenza.
Gli atteggiamenti hanno tre componenti essenziali:
cognitiva:costituita dalle opinioni e dalle credenze;
affettiva:relativa ai sentimenti di attrazione,repulsione o indifferenza;
comportamentale:quando si traducono in un'azione,in un certo comportamento.
Lo psicologo sociale McGuire ha illustrato le quattro funzioni principali che gli atteggiamenti svolgono nella nostra vita:
- economica offrono una chiave interpretativa che ci permette di orientarci nella realtà;
-utilitaristica favoriscono il raggiungimento degli obiettivi desiderati facilitando le nostre relazioni sociali;
- espressiva perché danno senso al nostro agire;
- difensiva perché facilitano le nostre scelte.
Secondo la teoria valore aspettativa di Ajzen e M.Fishbein ,gli atteggiamenti derivano dall'utilità che ci aspettiamo da un determinato comportamento.Ad esempio un individuo puo assumere un atteggiamento favorevole rispetto ad un partito politico perché si aspetta ,ricavarne un vantaggio. Essi ritengono quindi che attraverso lo studio degli atteggiamenti degli individui si possono predire i comportamenti sociali.Gli atteggiamenti ,però,non possono essere osservati direttamente ,ma solo dedotti dalle reazioni degli individui di fronte a persone,oggetti ed eventi. Per misurarli gli psicologi ricorrono alle scale di atteggiamento ideata da L. Thurstone ,che analizzano le reazioni verbali.I questionari presentano domande attinenti ad un determinato argomento:e valutando le risposte del soggetto,si arriva a graduare il suo atteggiamento. Si potrà così scoprire,ad esempio ,il grado di razzismo di un individuo che può variare dall'estremo del disprezzo totale all'accettazione incondizionata.Negli anni trenta lo psicologo Likert perfezionò la scala di atteggiamento,con questionari che non implicano risposte dirette in senso positivo o negativo,ma articolano l'argomento in modo indagatore .
La modificazione degli atteggiamenti
Gli atteggiamenti ,influenzano il nostro comportamento ma non sempre permettono di fare previsioni attendibili,perché tendono ad essere elastici e a variare nel tempo.Gli atteggiamenti più duraturi sono quelli che si fondano sull'esperienza personale.Quando invece sono meno consolidati ,vanno soggetti al cambiamento.La modificazione degli atteggiamenti ,deriva da molti fattori,quali la comunicazione persuasiva dei messaggi inviati dalle persone o dai mass media. Un altro fattore che induce a cambiare le proprie convinzioni è la dissonanza ,che si verifica quando un comportamento entra in contraddizione con l'atteggiamento corrispondente,creando disagio nell'individuo.Inoltre secondo la teoria dello squilibrio di Heider,noi tendiamo a ricercare un equilibrio,una coerenza tra i nostri vari atteggiamenti e ad evitare quelli che sono in contraddizione tra di loro. Anche l'appartenenza ad un gruppo può determinare la variazione degli atteggiamenti.Infatti nelle dinamiche di gruppo gli individui tendono ad assumere atteggiamenti comuni per sentirsi partecipi della vita collettiva e chi assume un atteggiamento conformistasi inserisce facilmente ,mentre chi si discosta dagli atteggiamenti prevalenti e assume una posizione critica non viene tollerato.
Il conformismo:
è la tendenza ad uniformarsi alle opinioni del gruppo pur essendone contrari per paura di rimanere isolato. Solitamente il conformista è passivo e insicuro.
Il pregiudizio:
è un atteggiamento infondato,ostile,rivolto verso un determinato gruppo sociale,etnico o religioso può determinare discriminazioni come è avvenuto nei confronti degli ebrei,negri,zingari o extracomunitari.Quando individui appartenenti a gruppi etnici diversi si impegnano in un compito comune,si viene a creare un clima di collaborazione che fa sfumare ogni forma di ostilità.
Lo stereotipo:
è la tendenza a classificare le persone in funzione della loro appartenenza a un gruppo,una classe sociale;si giudica negativamente un individuo non per le sue caratteristiche fisiche ma solo perché appartiene a un gruppo emarginato,vengono così a crearsi schemi semplicistici e riduttivi interpretando superficialmente la realtà che è più complessa.
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