I. Asimov - Abissi d'acciaio - riassunto

I. Asimov - Abissi d'acciaio

riassunto

Il libro è ambientato a New York in un futuro remoto, intorno al 2600; l'anno in cui si svolge la storia non è precisato nel libro, ma è facil­mente deducibile da alcune informazioni sparse nel testo come la data di fondazione di New York, la città in cui si svolge la storia, che ha una durata di qualche giorno. Nel libro la Terra è sovrappopolata e sul­l'orlo del collasso; tutte le città sono divise in megalopoli, enormi com­plessi sovrastati da cupole a causa del forte inquinamento (vengono per questo definiti abissi d'acciaio) e del boom demografico; nelle me­galopoli, popolate da miliardi di persone, la vita è massificata e com­pressa in spazi ristretti; a causa di questo tutta la popolazione è affetta da agorafobia, e all'interno di campagne e miniere lavorano solo robot. Le città si sviluppano in verticale e sono divise per settori, collegati fra loro da nastri trasportatori; ogni settore corrisponde ad una classe so­ciale, negli strati più alti si trovano le abitazioni più ricche e i sola­rium, negli strati medi gli uffici amministrativi e negli strati più bassi le abitazioni povere. Nelle periferie degli starti bassi, si trovano invece le centrali nucleari, unica fonte di energia per le megalopoli e per le Lievitown.

Gli uomini vivono una vita collettivizzata, frequentano mense e bagni comuni, e solo pochi privilegiati hanno bagni privati; il cibo è totalmente artificiale, ricavato da lieviti derivati dalla cellulosa, che costituisce quindi la base di tutti i cibi e che viene trattata per simulare i sapori degli alimenti; i processi di trattamento e trasfarmazione della cellulosa, avvengono nelle Lievitown, e sono interamente curati da robot; infatti una minima parte dell popolazione terrestre è costituita da robot positronici, cioè costruiti sulla base delle tre leggi della robotica; i robot vengono utilizzati a scopo lavorativo, ma non sono ben accetti di terrestri, poichè tolgono posti di lavoro. A causa di questi conflitti, si sono create sette segrete anti robotiche, definite Medievaliste; esse sono formati da uomini che lottano per un ritorno alla vita naturale e all'aria aperta e che vorrebbero riportare la terra all'epoca medievale (che dato il periodo di ambientazione del libro, è definibile come l'epoca in cui ci troviamo ora).

Inoltre sulla terra, è presente una piccola città di spaziali, Space Town. Qui non vivono alieni, ma extraterrestri, che cento anni prima sono partiti alla conquista di pianeti dello spazio, fino a giungere sulla Terra. Questi extraterrestri sono umani che hanno subito una trasformazione psico-fisica, difatti sono più longevi rispetto agli umani, sono immunodepressi e hanno sviluppato una civiltà  tecnologicamente e scientificamente più avanzata di quella terrestre; inoltre sono riusciti ad integrare in modo ottimale la cultura umana e robotica, sviluppando la cosiddetta cultura CFe (che sta per carbonio, rappresentante l'uomo e ferro, rappresentante i robot). Gli spaziali, hanno inventato e usano su larga scala robot costruiti sulle tre legi della robotica, e anche per questo, sono visti male dagli umani. Negli anni passati rispetto a quelli in cui è ambientata la narrazione, tra terrestri e spaziali ci sono state violente lotte e forti contrasti(tanto che Space Town è separata dalle altre città da una barriera di energia), che permangono tuttora per due motivi fondamentali; i terrestri sono sospettosi nei confronti degli spaziali, e le due civiltà non riescono a capirsi e a comunicare tra loro. Gli umani in particolar modo, non capiscono che gli spaziali sono venuti sulla terra ad attuare un progetto, il cui scopo è salvare la razza umana che sta per estinguersi, causa due motivi opposti; la terra è sovrappopolata e ha sviluppato un sistema pericoloso per se stessa, mentre i mondi esterni sono sottopopolati. Gli spaziali quindi, portano sulla terra il progetto CFe, di integrazione umani/robot, sperando di spingere così gli uomini alla colonizzazione degli altri pianeti; il loro progetto si basa su due punti fondamentali, infatti gli spaziali sperano che con l'inserimento dei robot nella civiltà umana, questi prendano numerosi posti di lavoro, creando disoccupazione, e spingano gli uomini a migrare sui pianeti sottopopolati; infatti gli spaziali puntano sul fattore robot che diventano così indispensabili per la colonizzazione della galassia.

Nel libro appare la figura di R. Daneel Olivaw, robot creato da Sarton come perfetto similare degli umani; esso è antropologo e psicologo, e ha il compito di raccogliere dati sul progetto Cfe sulla terra.

Il libro parla di Baley, poliziotto di New York, il cui capo, Enderby, af­fidato un caso molto delicato, in cui gli spaziali accusano i terrestri dell'uccisione di un loro concittadino. Gli spaziali impongono però che nelle indagini, Baley venga affiancato da un loro robot, R. Daneel Olivaw, che dovrà vivere a casa di Baley, finché le indagini non saran­no concluse. Dopo una lunga chiaccheriato cn il prprio capo, Baley è preoccupato di dover dare la notizia del nuovo arrivato alla famiglia, e soprattutto alla moglie non molto tollerante nei confronti dei robot; il problema però si risolve quando Baley, raggiungendo Daneel al di fuori della barriera di energia, scopre che è un egli è un saiborg, cioè un robot umanoide, dalle sembianze umane. Mentre i due detective, stanno andando verso casa, si imbattono in un incidente in corso ad un negozio di scarpe; qui una signora che si lamenta per la presenza di robot come inserviente, fa anscere un' animata discussione nel negozio; la microsommossa che sta nascendo, viene stroncata da Daneel, che minaccia di puntare un fulminatore sulla folle, se i disordini nn termineranno immediatamente. Una volta a casa Baley presenta il robot a sua moglie Jezabel (chiamata spesso Jessi) e al figlio Bentley; dopo la cena i due poliziotti incominciano a riflettere sul caso e arrivano alla decisione comune che l'assassino del dottor Sarton, protagonista delle indagini, deve essere scappato per le deserte campagne. Nella notte Jessi svela al marito di essere venuta a conoscenza della vera natura di R.Daneel, e di come la voce della presenza del robot giri nei bagni delle donne. In ogni caso però, le indagini devono proseguire, quindi la mattina del giorno dopo, Baley de­cide di fare un sopralluogo nella zone del delitto. A Spacetown poi il detective conosce il dottor Fastolfe, illustre dottore, amico della vittima, che gli fornisce preziosi informazioni; qui Baley espone a Falstofe e ad Enderby, la sua conclusione del caso e cioè che in verità R.Daneel non è un robot, ma il dott. Sarton (vittima del caso), sotto le vesti di robot. Con grande shock di Baley, la teoria si rivela sbagliata; quindi Falsotofe, una volta rimasto solo con Baley, gli spiega la vera motivazione della colonizzazione degli spaziali sulla terra, il che apre nuovi orizzonti nella mente di Baley. Il poliziotto e il robot ritornano a New York dove Baley, preoccupato dal diffondersi della voce sulla presenza di Daneel, si fa assegnare un appartamento solo per loro due, in modo da non far correre rischi inutili alla sua famiglia. Mentre si trovano in questa zona della città, i due vengono inseguiti da alcuni sospetti individui, che vengono però seminati grazie alle abilità di baley e daneel sui nastri trasportatori. Il giorno seguente il poliziotto ha un colloquio con il dottor Gerigel, grande esperto di robotica, che chiarische i molti dubbi di Baley in merito ai cervelli positrinici e alle tre leggi della robotica; dopo una lunga conversazione, Baley sforna una sua seconda ipotesi, o meglio che ad uccidere il dottor Sarton, sia stato R. Daneel Olivaw, in quanto il robot sarebbe stato privo della prime legge; per quan­to riguarda l'arma del delitto, Baley sostiene che il robot abbia ucciso tramite il suo fulminatore, e l'abbia poi nascosto nella sacca di plastica del suo stomaco. Dopo un accurata analisi però, il robottista Gerrigel, afferma che Daneel contiene in se tutte le leggi, quindi anche la seconda ipotesi del detective svanisce.

A questo punto Baley non ha più idee nè prove, e non sa come comportarsi; sua moglie Jessie, però gli fornisce nuove informazioni, confessandogli di far parte di una setta di medievalisti, e rivelandogli la presenza di medievalisti sia durante la lite nel negozio di scarpe sia tra i suoi inseguitori, seminati sui nastri trasportatori. Allora Baley, accompagnato da Daneel, si dirige subito alla centrale di Levitown, dove uno dei medievalisti che avevano partecipato al suo inseguimento lavora, così da potrelo interrogare; Parlando con il medievalista, l'investigatore viene a conoscenza in modo approfondito, delle attività dei medievalisti, e riesce a fargli comprendere l'importanza degli spaziali e dei robot nella società umana. Una volta tornati alla centrale di polizia, Baley viene a conoscenza della vicenda di R. Sammy, robot impiegato nel commissariato di Baley che è stato trovato morto negli scantinati della centrale, ucciso da un irragiatore alfa. Baley, viene accusato dal suo capo Enderby, di aver ucciso R.Sammy, in quanto esso era l'unico che in quei giorni, si era recato presso la centrale nucleare da cui proveniva l'arma. Ma Baley a cui, dopo l'interrogatorio con il lavoratore delle Lievitown, era nata una nuova ipotesi per la soluzione del caso, non perde l'occassione per esporla al suo superiore.

Il detective ha scoperto che Enderby fa parte, anch'esso, di una setta di medievalisti che punta a uccidere R Daneel Olivaw, il robot perfetto; Enderby aveva il compito di distruggere il saiborg, solo che il giorno in cui il questore era andato a trovare il dottor Sarton a Space Town, aveva sbagliato obbiettivo, infatti Sarton aveva costruito Daneel a sua immagine e somiglianza, ed Enderby sulla soglia di casa del dotttore, aveva ucciso lui al posto che il robot. Robot Sammy, era invece servito  come solo mezzo per trasportare l'arma del delitto, da New York a Space Town e viceversa, quindi Enderby aveva provveduto a farlo uccidere, in quanto avrebbe messo in pericolo il suo alibi. Il piano era anche perfetto, se non per il piccolo errore del questore, che preso dall'agitazione aveva fatto cadere i suoi occhiali sulla soglia di casa Sarton. Le schegge di vetro che vengono ritrovate sullo spigolo della porta di casa del dottore, diventano la prova incriminante della colpevolezza del questore.