GUIDO GUINIZZELLI
Nacque a Bologna intorno al 1230. Giudice di professione e uomo
politico, fu esiliato da Bologna insieme alla fazione dei Lambertazzi (1274) allorché
questi vennero sopraffatti dai Geremei, e riparò con i suoi a Monselice. La sua
produzione comprende 5 canzoni, 15 sonetti, 2 frammenti, cui si aggiungono 3
canzoni di incerta attribuzione. Da un esercito poetico tipicamente
siculoguittoniano, attestato da un paio di artificiose canzoni e da un
riverente sonetto a Guittone, giunse poi a rivoluzionare, in aperta polemica
con lo stesso Guittone, la moda poetica tradizionale. Gettò i primi fondamenti
della nuova poesia con la canzone dottrinaria "Al cor gentil rempaira sempre
Amore" e con alcuni luminosi sonetti amorosi, nei quali sono preannunciati
temi tipici della poesia a venire, svolti nel duplice registro dell'amore
beatificante e dell'amore angoscioso, l'uno ripreso e approfondito da Dante,
l'altro portato a nuova intensità psicologico - espressiva da Guido Cavalcanti.
Il ruolo di anticipatore dello stil novo fiorentino riconosciutogli da Dante è
motivato dalle sue innovazioni dottrinarie e melodiche: l'identità di amore e
gentil cuore, posta in relazione analogica col mondo della natura (stellare,
minerale, fisica) e della trascendenza (l'influenza di Dio sugli angeli), è
psicologicamente inquadrata nel rapporto filosofico tra potenza e atto. La
critica recente tende a ridurre la "novità" di Guinizzelli, attribuendo maggior
forza innovativa ai suoi successori toscani: tuttavia non si può non
riconoscere che costoro lo considerarono un caposcuola, inventore di situazioni
e di stilemi capaci di esprimere i moti più riposti dell'anima, conformi
pertanto a quel bisogno di interiorizzare e codificare la casistica d'amore che
è all'origine di una tradizione lirica culminante di Petrarca e dei
petrarchisti.