GLI ANNI DI PIOMBO E LA
STRAGE DI PIAZZA FONTANA
Il termine
"anni di piombo" è usato per intendere un periodo storico dell'Italia che dura
all'incirca dieci anni, gli anni '70. L'inizio di questo periodo viene fatto
coincidere con l'attentato denominato la "strage di piazza fontana" del 1969
quando, il 12 dicembre, scoppiò una bomba presso la Banca Nazionale
dell'Agricoltura a Milano, provocando sedici morti e ottantotto feriti. Il
motivo dell'appellativo di "anni di piombo" è che molte persone ritenevano che la
lotta armata fosse una scelta di vita praticabile. Tutti gli anni '70 videro
susseguirsi una serie di stragi, le più note delle quali furono:
12 dicembre
Strage di piazza Fontana a Milano 28 maggio
Strage di Piazza della Loggia a Brescia 4 agosto
Strage sull'espresso Roma-Brennero
(Italicus) 2 agosto
Strage della stazione di Bologna
Le cause dei conflitti interni
all'Italia erano di natura politico-ideologica. Negli anni che precederono
quelli di piombo, il paese aveva attraversato un periodo di innovazione a cui
non tutti erano favorevoli. L'economia italiana era cresciuta rapidamente
portando a un miglioramento del tenore di vita, e a una crescita culturale che
però era spesso egemonizzata dalla sinistra. Questa situazione insieme alla
continua crescita del Partito Comunista Italiano causarono una crescente
attenzione da parte di chi apparteneva a movimenti politici di estrema destra
che nel tentativo di imporsi sulla sinistra attuò una politica chiamata
"strategia della tensione". Questa vedeva la destra segretamente alleata con i
servizi segreti e impegnata ad organizzare stragi e attentati al fine di far
ricadere la colpa di questi su esponenti della sinistra, riuscendo
contemporaneamente a liberarsi di personaggi scomodi e a influenzare l'opinione
pubblica a svantaggio della sinistra.
Gli anni '70 furono un periodo buio per l'Italia, segnato da scontri e
conflitti armati quotidiani, in particolare 'nel '77, divampò la
generalizzazione quotidiana di un conflitto politico e culturale che si
ramificò in tutti i luoghi del sociale, esemplificando lo scontro che percorse
tutti gli anni Settanta, uno scontro duro, forse il più duro, tra le classi e
dentro la classe, che si sia mai verificato dall'unità d'Italia. Quarantamila
denunciati, quindicimila arrestati, quattromila condannati a migliaia di anni
di galera, e poi morti e feriti, a centinaia, da entrambe le parti" .
Gli anni di piombo e la strategia della tensione terminarono quando gli episodi
di violenza scemarono insieme all'idea che la lotta armata potesse essere un
mezzo per risolvere i conflitti sociali. 'Alla fine del decennio '70
ogni comportamento anti-lavorista venne colpevolizzato, criminalizzato e
rimosso, [] il realismo del capitale riprendeva il posto di comando, con il
trionfo delle politiche neo-liberiste. Iniziava la controffensiva capitalistica,
la vita sociale veniva nuovamente sottomessa alla produttività, la competizione
economica veniva santificata come unico criterio di progresso"