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GIACOMO LEOPARDI
La vita
Giacomo
Leopardi nacque nel
A soli 10 anni cominciò a leggere gli autori classici e gli scrittori del '700 e cominciò a scrivere opere in prosa ed in versi. Trascorse così 7 anni di "studio matto e disperatissimo" come egli stesso li definì.
Tra il 1818 ed il 1819 visse un periodo di profonda crisi; rifiutò l'ambiente di Recanati e diventò amico del letterato Pietro Giordani.
Nel 1818 cominciò a scrivere lo "Zibaldone di pensieri" che è una specie di diario spirituale e culturale del poeta.
Tra il 1819 e il 1821, dopo una grave depressione, che lo spinse ad isolarsi completamente e a meditare il suicidio, scrisse le sue prime poesie, i cosiddetti "Idilli".
Nel 1820 cominciò a scrivere le "Operette Morali" che pubblicò nel 1827.
Dal 1822 cominciò a viaggiare, andò a Milano, Bologna, Pisa e Firenze, dove conobbe Manzoni e Stendhal ed entrò in contatto con importanti letterati romantici e liberali.
Tra il 1828 ed il 1830 cominciò a scrivere " I Grandi Idilli".
Nel 1838 lasciò Recanati definitivamente e si trasferì a Firenze; pubblicò i "Canti" in cui raccolse la sua produzione poetica.
Nel 1833 si trasferì A Napoli dove morì nel 1837
L'OPERA
G. Leopardi nelle sue opere affrontò temi come il significato della vita, la sofferenza, la morte, la felicità.
Inventò un nuovo tipo di poesia: la "canzone libera", che non aveva un numero preciso di versi, non aveva uno schema fisso di rime e grazie a questa maggiore libertà egli poteva esprimere il suo pensiero in modo più efficace.
Le fasi principali del suo pensiero sono:
Il pessimismo cosmico: causa dell'infelicità umana non è la ragione ma la natura stessa, che prima fa nascere nell'uomo il desiderio della felicità, poi, glielo nega. La natura è, quindi, matrigna e la ragione non è nemica dell'uomo, ma rappresenta l'unica possibilità di svelare l'inganno della natura.
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