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Il nome della rosa - Umberto Eco




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Il nome della rosa

Autore: Umberto Eco

Casa editrice: Bompiani

Luogo e data d'edizione: Milano 1986


Contenuto: Nel novembre del 1327 arriva in una ricca abbazia benedettina del Nord Italia (probabilmente in Liguria) un frate francescano d'origine inglese, Guglielmo da Baskerville. È accompagnato dal giovane novizio Adso da Melk e deve svolgere un delicato incarico: favorire i contatti fra gli alti esponenti degli ordini religiosi per ricomporre la frattura fra papato e impero, sostenitore dei francescani.

Durante la sua settimana di permanenza, nell'abbazia avviene una serie di misteriosi delitti. La causa di queste morti viene chiarita solo nell'ultimo giorno, dopo laboriose e difficili indagini da parte del francescano. Ecco la sintesi degli avvenimenti: Adelmo, un monaco ancora giovane eppure già famoso come grande maestro miniatore, aveva avuto un rapporto sessuale con Berengario cioè l'aiuto bibliotecario. Berengario era innamorato d'Adelmo e questi gli si concesse solo perché l'aiuto bibliotecario gli aveva promesso di mostrargli un libro particolare. Il giovane miniatore si era piegato ad un peccato della carne per accontentare una voglia dell'intelletto. Sentendo poi i sensi di colpa, si era suicidato, buttandosi da una finestra della biblioteca.

Nel frattempo Venanzio, traduttore dal greco e dall'arabo e devoto ad Aristotele era riuscito ad entrare nel Finis Africae, cioè nel luogo della ricchissima biblioteca dell'abbazia dove erano nascosti i libri ritenuti maledetti. Qui riesce a sottrarre un libro "strano" e comincia a leggerlo. Ma arrivato nelle cucine, che si trovano proprio sotto la biblioteca, muore. Qui lo trova Berengario; non sa cosa fare e si carica il corpo in spalla e lo butta in un orcio di sangue, pensando che tutti si convincessero che era annegato. Poi con il libro, che ormai ha incuriosito anche lui, va nell'ospedale per leggerlo. Dopo un po', non si sente molto bene e va nei bagni per cercare di star meglio. Ma muore nella vasca, lasciando il libro incustodito. Severino da Sant'Emmerano, il padre erborista, che aveva cura dei balnea, dell'ospedale e degli orti, ritrova il libro. Viene ucciso nell'ospedale con un colpo alla testa da Malachia, il bibliotecario, per volere di Jorge da Burgos, un vecchio frate cieco che lo manipolava abilmente. Malachia però non resiste alla tentazione di aprire il libro e muore in chiesa davanti agli occhi di tutti i frati. L'ultimo assassinato è l'Abate, che si spegne lentamente soffocato in una stanza segreta della biblioteca.

Tutti questi omicidi a catena sono stati architettati da Jorge per motivi ideologici: impedire la lettura di una copia del secondo libro della Poetica d'Aristotele, dove l'autore vede la disposizione al riso come una forza buona. Secondo Jorge la conoscenza dell'arte comica avrebbe avuto effetti eversivi, in quanto il riso avrebbe distrutto il principio d'autorità e sacralità del dogma.

Al centro di tutte queste morti c'è dunque un libro pericoloso, sia dal punto di vista ideale che materiale. Jorge, infatti, per evitare che questo testo potesse essere letto da chiunque, aveva cosparso le pagine della Poetica d'Aristotele con un veleno particolare, sottratto all'erborista Severino. Quando un lettore sfogliava le pagine del libro, toccava inavvertitamente il veleno e, quando appoggiava il dito sulla lingua per girare il foglio, lo ingeriva e ovviamente moriva. Jorge non si considerava responsabile di tutti questi delitti e attribuiva la causa delle morti unicamente alla "vana curiosità" e alle colpe di ciascun frate.

Alla fine della settimana, durante una lite notturna nel Finis Africae tra Guglielmo, che ormai aveva scoperto tutto, e Jorge; Adso fa cadere una candela accesa su una pergamena. Ciò dà origine ad un enorme e spettacolare incendio, che distrugge l'intera abbazia. Dopo questi drammatici avvenimenti Adso e Guglielmo sono costretti a separarsi; Adso si ritira nel monastero di Melk e non ha più notizie di Guglielmo, fino a quando scopre che è morto durante la celebre Peste Nera.


Sistema dei personaggi: Il protagonista è Guglielmo da Baskerville. È un frate francescano di circa cinquant'anni, originario delle isole britanniche. È un uomo magro, alto, con capelli biondi e lentiggini. Costui ha uno spirito pratico ed è sempre attento alla realtà; il suo modo di pensare riflette le idee filosofiche di Ruggero Bacone e di Guglielmo di Occam.

È un personaggio molto dotato intellettualmente, esperto nei più vari campi del sapere (filosofia, teologia, politica, lingue, botanica, ecc.), ma anche estremamente curioso. È dotato di grandi conoscenze teoriche, ma interessato anche agli aspetti pratici e tecnici del sapere. Fin dall'inizio appare come un personaggio molto acuto, al punto di riuscire ad individuare il nome e le fattezze di un cavallo fuggito dall'abbazia, senza averlo mai visto prima, basandosi solo su ipotesi ben fondate.

Queste sue doti si rivelano in pieno quando riuscirà a scoprire la causa per la quale muoiono in serie alcuni frati, sventando il progetto diabolico messo in atto da Jorge.

La figura dell'antagonista è quella di Jorge da Burgos, un monaco ormai anziano di origine spagnola. È minuto, ha un corpo deforme e sgraziato ed inoltre è cieco.

Jorge ha una grande autorità all'interno dell'abbazia ed è in realtà il vero bibliotecario, in quanto Malachia è totalmente sottomesso alla sua volontà. Egli ha uno spiccato senso del macabro, ritiene che il mondo sia ormai decaduto e che sia vicino l'arrivo dell'Anticristo. È fermamente contrario al riso: ritiene che la conoscenza dell'arte comica avrebbe effetti eversivi, in quanto il riso distruggerebbe il principio di autorità e sacralità del dogma.

Adso da Melk è il narratore che arrivato alla fine della sua lunga vita sente la necessità di narrare un episodio del suo noviziato e così si sviluppa il romanzo. È il ragazzo che accompagna fedelmente Guglielmo, facendogli da segretario e scrivano. È un giovane novizio e denota le caratteristiche di ogni adolescente: una certa ingenuità, freschezza mentale, un grande entusiasmo, impulsività, emotività, desiderio di vedere, di imparare e di fare esperienze nuove. Comprende di aver vicino un uomo non comune e cerca d'apprendere il più possibile.

Adso è indirizzato alla vita monastica e non ha dubbi sulla sua vocazione, ma in qualche occasione si comporta più come un ragazzo comune che come un monaco convinto. Infatti, incontra una ragazza che presta servizio all'abbazia, tra i due nasce una profonda attrazione che lo porterà, per una sola volta, ad un approccio amoroso carnale. Questo incontro arricchirà l'esperienza umana del giovane monaco e la successiva condanna al rogo della giovane come strega, farà vivere ad Adso dei momenti di profondissima amarezza.


Spazio: La storia si svolge nel Nord Italia, probabilmente in Liguria. Le vicende si svolgono quasi per intero all'interno di una abbazia benedettina, ricostruita in tutte le sue tipiche strutture: chiesa, chiostro, scriptorium, biblioteca, ospedale, cucine e i vari ambienti in cui si svolgono i lavori manuali.

Prevalgono nella narrazione i luoghi chiusi e un ruolo particolare è svolto dalla biblioteca, posto su cui è puntata la maggiore attenzione. Essa è ubicata in un massiccio torrione ottagonale ed ha una struttura complicatissima, in modo da costituire un vero e proprio labirinto.


Tempo: Questo è un libro ricchissimo di eventi e di colpi di scena, che accadono nell'arco di una settimana. Gli avvenimenti di ogni giorno si succedono secondo la regolare scansione delle ore canoniche della preghiera, che portano gli originali nomi di mattutino, laudi, prima, terza, sesta, nona, vespro e compieta.

I fatti vanno collocati all'inizio del Trecento (1327).


Messaggio dell'autore: L'ossatura, il sostegno di tutta l'azione è l'indagine di un detective che deve scoprire un segreto. Quindi alla base di tutto vi è una ricerca di verità realizzata con grande cura e con un metodo preciso.

Secondo l'autore, gli uomini come Jorge sono molto pericolosi, poiché sono convinti che la loro verità sia l'unica esistente e non ammettono discussione e spirito critico. Egli pensa che un libro riguardo la comicità abbia un potere distruttivo; il riso per lui è fonte di dubbio, rende futile ciò che è serio, modesto ciò che è grande ed è quindi capace di sovvertire tutti i valori. Per porre rimedio a ciò Jorge fa di tutto per nascondere i libri "pericolosi".

Ma tutto questo non serve, perché il pensiero umano ha bisogno di manifestare le idee, di metterle in luce e discuterle, non di nasconderle.


Giudizio personale: "Il nome della rosa" è il romanzo più impegnativo tra quelli che fin ora ho letto perché è ricco di riflessioni, discussioni filosofiche e addirittura citazioni in lingua latina che confesso di non essermi sforzata più di tanto a tradurre. La trama però è costruita come in un giallo e quando si entra nei fatti si prova il desiderio di vedere come prosegue la storia e scoprire quali saranno le prossime mosse dell'"assassino" e quelle del frate investigatore. I personaggi sono tutti particolari e affascinanti, diversi tra di loro. Alcuni personaggi come Jorge o Ubertino da Casale mi sono sembrati molto antichi, altri come Guglielmo o lo stesso narratore sono invece più moderni, simili a noi anche nel pensiero.


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