|
Visite: 11029 | Gradito: | [ Medio appunti ] |
Leggi anche appunti:Sostiene PereiraSostiene Pereira 1. Sostiene Pereira di essere capo della Giuseppe fenoglio - la formazione culturale e umana dell'autore, un soldato di cromwell tra guerra e resistenza, la fatica nera della scrittura : " geGiuseppe Fenoglio LA FORMAZIONE CULTURALE E UMANA DELL'AUTORE Nella Riassunto del Primo Capitolo dei Promessi SposiRiassunto del Primo Capitolo dei Promessi Sposi Questo è il riassunto |
GIACOMO LEOPARDI
LE CONVERSIONI
L'ambiente famigliare ha sicuramente influenzato la vita del giovane Leopardi, così come Recanati, piccolo paese chiuso e conservatore dello stato pontificio.
Ecco perchè dal 1808 al 1815 Leopardi si gettò in un'intensissima attività di studio, sia delle lingue (latino, greco, ebraico, inglese, francese, spagnolo) sia delle filologia. Sono questi gli ambiti che lui definì di studio matto e disperatissimo.
Nel 1816 si verifica il passaggio "dall'erudizione al bello", ossia il passaggio degli studi filologici e linguistici alla poesia. Si dedica infatti alla grande poesia classica di Omero, Virgilio, Dante, Petrarca, Alfieri, Parini ecc.. Questa intensa attività di studio poetico lo affascina perchè egli vede nella poesia del passato una cosa straordinaria e cioè l'immaginazione. La poesia degli antichi è grande perchè è stata una poesia di immaginazione.
Questi studi misero Leopardi in contatto con l'ambiente dei classicisti e con la polemica classico - romantico. Leopardi intreccio un'intensissima amicizia con Pietro Giordani, appunto un poeta classicista e in risposta all'articolo di Madame de Stail scrisse alla biblioteca italiana una lettera, mai pubblicata in difesa dell'orientamento classicista.
Dal
In questi stessi anni Leopardi matura definitivamente anche una conversione religiosa che da un fedele giovanile lo porta ad una concezione materialistica della realtà e a un profondo pessimismo.
LE ESPERINZE PIÙ SIGNIFICATIVE
Leopardi fin da giovane avvertì la ristrettezza dei confini recanatesi, da cui tentò più fughe, ma al di là di questi momenti di allentamenti fisico dalla sua casa possiamo segnalare altri esempi di apertura verso l'esterno. Essi sono:
LA PARTECIPAZIONE CLASSICO - ROMANTICO
L'AMICIZIA CON PIETRO GIORDANIE L'INTENSO SCAMBIO EPISTOLARE CON COSTUI
Ricordiamo che nel 1822 finalmente Leopardi andò a Roma dove rimase per più di un anno, ma provò una profonda delusine trovando in questa città un ambiente culturale chiuso e "antiquario".
Dal 1825 al 1827 risiede in varie città italiane: Bologna, Milano Firenze. Nel 1828 è a Pisa dove riprende la produzione in prosa che aveva interrotto qualche anno prima, incominciando i "Canti" che proseguirà a Recanati una volta rientrato nella casa paterna. I Canti prendono anche il nome, infatti di Canti Pisano - Recanatesi o Grandi Idilli.
Dal 1831 al 1837 Leopardi vive a Napoli accolto nella casa dell'amico Ranieri, dove muore nel 1837.
IL PENSIERO
Al centro della meditazione di Leopardi si pone un motivo pessimistico: l'infelicità dell'uomo.
Data la complessità e l'evoluzione del pensiero di leopardi, la critica ha individuato alcune forme di pessimismo:
PESSIMISMO STORICO (1819 - 1820)
PESSIMISMO PSICOLOGICO - SENSISTICO (1820 - 1824)
PESSIMISMO COSMICO - MATERIALISTICO (
PESSIMISMO STORICO (1819 - 1820)
Il male è del presente ed è frutto di un processo storico. Ciò significa che solo i moderni sono infelici, mentre gli antichi erano felici.
Questo si spiega grazie al concetto di "Natura
Benigna". Infatti nel 1819 - 20 Leopardi è convinto che
Gli antichi cioè i Greci e i Romani erano più felici dei moderni perchè
il loro mondo era più ingenuo e più capace di credere nelle illusioni che
Dunque
Come gli antichi erano felici, mentre i moderni non lo sono più, così, secondo l'autore i fanciulli sono felici, mentre gli adulti non lo possono più essere
PESSIMISMO PSICOLOGICO - SENSISTICO (1820 - 1824)
A partire dal 1820 Leopardi cambia parere e questo perchè riflette sulla cosiddetta "TEORIA DEL PIACERE". In base a questa teoria l'uomo è per sua Natura alla continua ricerca del piacere la cui mancata soddisfazione lo porta alla continua sofferenza.
L'uomo è materialisticamente destinato a desiderare di più di quanto può ottenere e, anche raggiunto ciò che desiderava, immediatamente avverte un nuovo desiderio, in una continua ricerca senza fine.
Perciò, dato che la felicità è il piacere, mancandone sempre la soddisfazione, ne deriva che l'uomo è sempre infelice.
La novità della riflessione di questi anni, tuttavia, non consiste nella teoria del piacere, che era stata tipica del 1700 ma nella comprensione del fatto che non solo i moderni sono infelici, ma tutti gli uomini di tutte le epoche, compresi gli antichi.
Ecco perchè i critici non usano più per questi anni la definizione di pessimismo storico, ma preferiscono usare quella di pessimismo psicologico - sensistico (l'infelicità deriva dalla sua psicologia)
PESSIMISMO COSMICO -
MATERIALISTICO (
A questo punto
Questo nuovo concetto emerge perfettamente da un'opera in prosa: Dialogo della Natura e di Islandese del 1824. Questa è una delle operette morali, composizioni in prosa ad argomento filosofico scritte dal 1824 al 1827.
In questa operetta l'universo è dominato da leggi immutabili, per cui tutto, uomo compreso, è incessantemente coinvolto in un ciclo di trasformazione della materia.
Leopardi capisce che
Dal 1824 quindi Leopardi sposta la sua attenzione dal tema della felicità a quello della sofferenza: dolore, malattia, vecchiaia noia (disagio esistenziale), morte sono presenti nella vita umana e questo conferma il disinteresse della Natura.
Poiché la sofferenza non riguarda solo l'uomo, ma ogni essere vivente, si parla di pessimismo cosmico - materialistico.
La terza è l'ultima forma di pessimismo non verrà più abbandonata, ma,
a partire dagli anni 30, sarà arricchita da un nuovo concetto. quello della
necessità per gli uomini di amarsi reciprocamente per poter, insieme,
affrontare le sofferenze della vita. Questo è appunto il tema della fratellanza che è presente
nel componimento poetico del 1836 "
Le scelte poetiche ed il concetto di poesia di Leopardi sono in stretta relazione con l'evoluzione del suo pensiero.
Così, dobbiamo differenziare due diversi momenti anche per quanto riguarda il sue pensiero sulla poesia.
1°
MOMENTO:
Siamo di fronte a un leopardi giovane, quello degli anni 1816 -
Abbiamo qui un Leopardi classicista, che, rispondendo alla teoria
romantica della De Staël, afferma che si debba imitare la poesia degli
antichi, per mettersi nel loro stato d'animo, nel loro rapporto diretto con
2° MOMENTO
Ben presto, però, Leopardi deve abbandonare questa posizione. Approfondendo la sua riflessione, comprende che il poeta moderno, troppo dominato dalla Ragione che toglie credibilità alle illusioni, non può riprodurre la poesia antica. la poesia antica non è riproducibile perché la ragione apre gli occhi i moderni e gi fa vedere l'ARIDO VERO e solo ai fanciulli rimane la possibilità di illudersi e di essere felici.
Se la poesia degli antichi era una poesia di immaginazione,quella dei moderni è una poesia sentimentale.
Leopardi la definisce sentimentale perchè è una poesia nutrita di sentimenti e di riflessioni oltre che di filosofia e di pensiero (potrebbe anche chiamarsi poesia filosofica).
LE OPERE
Dalla vasta produzione dell'autore consideriamo solo le seguenti opere:
I PICCOLI IDILLI (1819 - 1821)
Con il termini Idillo, che in greco significa quadretto, si intende una breve poesia in endecasillabi sciolti.
I Piccoli Idilli di Leopardi sono quindi brevi rappresentazioni
paesaggistiche cariche di riflessioni: rappresentando
Sono gli anni, 1819 -
Gli elementi essenziali di questi Idilli sono il senso dell'infinito, la rimembranza (il ricordo), il vago, l'indistinto, il remoto nel tempo e nello spazio, perchè solo questi elementi possono salvare la poesia del predominio della ragione.
Leopardi ha ora mai accettato la poesia sentimentale dei moderni, ma è come se per salvarsi dalla sofferenza che la ragione ci costringe a provare, con questi argomenti indefiniti volesse richiamare la poesia di immaginazione.
Le poesie contenute nei Piccoli Idilli sono:
Infinito
La sera del dì in festa
Alla luna
La vita solitaria
Il sogno
LE OPERETTE MORALI
Si tratta di opere in prosa, composte dopo il deludente viaggio a Roma, che raccolgono le conclusione della filosofia di Leopardi sull'esistenza umana.
Qui l'autore approda al pessimismo cosmico. Ricordiamo il Dialogo della Natura e di Islandese.
I CANTI PISANO - RECANATESI / GRANDI IDILLI (1828 - 1830)
Leopardi riprende la poesia a Pisa e poi a Recanati, dove ritorna per l'ultima volta prima di abbandonare definitivamente il luogo nativo.
Nei Grandi Idilli diventa centrale il tema del ricordo di un'infanzia e di una giovinezza ormai lontana, che si contrappongono alla conoscenza del vero raggiunta in quei anni di riflessione.
Temi ricorrenti sono la rievocazione della giovinezza, il dramma del vero, la riflessione sulla vanità della vita
Il tono generala di queste poesia è la tenerezza: Leopardi ricorda gli anni della giovinezza facendoli apparire nella loro purezza e caricandoli di nostalgia, a parlare, infatti, è sempre il cuore che rimpiange, ricorda, si esalta.
Il paesaggio è rappresentato in modo particolare: dai testi emerge un quadro fotografico di Recanati, ma anche se vi sono molti dettagli il paesaggio appare vago, come se Leopardi lo vedesse in sogno. Per questo il microcosmo (piccolo modo) di Recanati diventa immagine del mondo più vasto, cioè non vale solo per sé, ma universalmente.
Le poesie contenute nei Grandi Idilli sono:
A Silvia
Canto notturno di un pastore errante dell'Asia
La quiete dopo la tempesta
Il sabato del villaggio
Il passero solitario
Appunti su: https:wwwappuntimaniacomumanisticheletteratura-italianogiacomo-leopardi-le-conversion83php, conversioni leopardi, le conversioni di leopardi, le 3 conversioni di leopardi, leopardi conversioni, |
|
Appunti Pittura disegno | |
Tesine Poesia | |
Lezioni Inglese | |