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Francesco d'Assisi
"CANTICO DI FRATE SOLE"
La lingua utilizzata non è ancora italiano, poiché si possono notare delle influenze latine. Il testo inizia con tre aggettivi che connotano le caratteristiche ingigantite della divinità o per il campo semantico a cui appartengono o perché superlativi. La prima strofa funge da introduzione del testo.
Si può notare anche qui la discendenza latina di molti vocaboli, come ad esempio "Nullo homo". "Ad te", invece è un'espressione tipica latina che indica moto a luogo (ad + accusativo). Per riferirsi a dio, San Francesco utilizza la lettera maiuscola.
L'autore elenca tutti gli aspetti del creato, partendo dal sole. Questa scelta è stata influenzata da due aspetti: l'aspetto scientifico, secondo il quale il sole è fonte di vita, e l'aspetto simbolico, cioè la luce come fonte di salvezza. "Sie", si può intendere come imperativo ("Sii") o come congiuntivo ("Sia"). "Messor" deriva da "messere", una parola non latina: ciò dimostra il continuo imbarbarimento della lingua volgare italiana. L'autore chiama il sole fratello e la luna sorella perché tutti gli elementi della natura, come egli stesso, sono figli dello stesso padre, che è dio. Proprio per questo motivo San Francesco non si mette in superiorità a questi oggetti, anche se è un essere umano. "Per lui" è un complemento di mezzo. "Porta significatione", indica che il sole simboleggia la divinità.
Vi è una ripetizione della formula della strofa iniziale. Il "per" non ha né valore strumentale né valore finale, bensì causale. Si mostra sempre la tendenza a specificare il nome con tre aggettivi. Ritorna dunque la simbologia del numero tre, presente anche in Dante. Anche per quanto riguarda la descrizione della luna e delle stelle si nota un'insistenza sulla luce da esse emanata, e dunque di nuovo sulla simbologia della luce. Un altro rimarco viene fatto sull'aspetto della bellezza, non contemplato dalla religione.
L'autore analizza gli elementi basilari della terra (sole, terra, aria).
Con la parola "humile" vuole sottolineare la semplicità dell'acqua. Questo vocabolo, inoltre, affiancato a "utile" crea un'assonanza, caratterizzata da vocaboli in contrapposizione tra loro. "Casta" significa limpida e pura.
"Iocundo" è un termine che si rifà al movimento delle fiamme, e vuole evidenziare la bellezza del fuoco che crea suggestione, ma anche la sua robustezza, che può essere dannosa. Dunque si nota un'ambivalenza di uno stesso elemento.
La terra viene connotata per mezzo di due legami affettivi: è sorella e madre. L'aspetto simbolico di considerare la terra come madre degli uomini accompagna tutta la letteratura.
Viene di nuovo citato l'aspetto estetico della terra.
Non vi è più la descrizione degli elementi, ma vi è una lode a coloro che perdonano e sopportano malattia e sofferenza.
Viene introdotto il tema della beatitudine (beatus = felice), che riporta alla felicità. In termini biblici, le beatitudini rimandano più specificatamente alla felicità eterna. San Francesco fa riferimento in modo indiretto anche alla sua malattia, alla cecità e alle stimmate. L'aggettivo "altissimo" è un superlativo molto importante in ambito di simbologia: in alto sta il bene supremo, mentre in basso sta il male; attribuisce anche un senso di grandezza assoluta.
Distinzione fra morte corporale, a cui nessun uomo in vita (gli uomini non in vita sono costituiti dalle anime) può sfuggire e "morte secunda", cioè quella del giudizio universale. Con il termine "voluntate" si fa riferimento alle leggi cristiane, a ciò che vuole dio.
Il testo termina con un'invocazione all'umiltà, caratteristica al di fuori della sfarzosità del mondo cristiano dell'epoca.
V. 16 "utile et humile": assonanza
Non vi è la presenza di altre figure retoriche, né una ricercatezza a livello artistico, perché San Francesco ha una cultura media.
San Francesco prende in considerazione il rapporto positivo col mondo, contrapponendosi alla peculiarità del Medioevo di buio, peccato, dannazione e mettendo in luce un aspetto sereno della religione. Sottolinea, inoltre, la bellezza delle cose, perché vuole riportare all'artefice del creato, che è Dio, pur senza dare vita ad un'esaltazione eccessiva. E' una lode da recitare ai fedeli, dal carattere musicale e ritmato e per questo non si esclude nemmeno che sia stata creata per essere musicata.
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