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La famiglia ha subito molti cambiamenti negli ultimi anni: aumentano i divorzi, i figli sono spesso cresciuti da un solo genitore e restano a vivere in casa fino a 30 anni. Il concetto di famiglia "ideale" non è però cambiato, due genitori che si amano e crescono insieme i figli. Questo è lo stereotipo che ci presenta la televisione, attraverso la pubblicità o le fiction. Al cinema il concetto di famiglia è ben diverso. C'è la famiglia felice, che vive in una bella casa, che viene scossa da terribili avvenimenti, come la malattia di uno dei componenti, la perdita di un genitore, la tossicodipendenza, i ragazzi che scappano di casa. Tutte cose che certamente possono accadere (molto spesso i film sono ispirati da fatti di cronaca), ma che sono volutamente esagerati per suscitare nello spettatore forti emozioni. Altri film invece rappresentano famiglie in cui i genitori sono paralizzati dalla routine, dalla frustrazione, dal rancore reciproco. Sono distratti nell'amministrare una società famigliare che fallisce sotto i loro occhi. Non conoscono a fondo i figli, per i quali la casa diventa un albergo. Famiglie che sembrano crollare da un momento all'altro e che invece vanno avanti. La realtà è ben diversa, ma il grande schermo ha il pregio di passare i difetti della società sono la lente d'ingrandimento.
Formare e far andare avanti una famiglia non è semplice. Si devono armonizzare le esigenze di ciascuno e far sì che ognuno pur restando legato agli altri componenti, abbia la sua libertà. Fino a 20 - 25 vent'anni, in genere, si fanno nuove esperienze, si gira il mondo e si è curiosi di tutto. Poi si decide di formare una famiglia, magari dopo aver trovato una certa stabilità economica. I motivi che spingono due persone a formare una famiglia sono molti, per esempio la voglia di stabilità, di costruire qualcosa di personale e di concreto, ma fra questi non c'è la libertà. L'idea di famiglia, infatti, implica di rinunciare a parte della propria libertà e a parte dei propri sogni per far sì che le proprie aspettative coincidano con quelle del coniuge. La vita privata va così a confluire completamente in quella famigliare.
Negli anni la famiglia si consolida e si rivela un collante formidabile, ma a volte i veri sentimenti che la tengono in piedi vengono tirati fuori soltanto nei momenti di emergenza. Ci sono, inoltre, alcuni casi in cui il concetto di famiglia va a scontrarsi con quello di libertà. Molte coppie si dividono o che si separano per questo motivo. Anche il tradimento può essere visto come un desiderio di libertà. I coniugi si tradiscono perché oppressi da una vita deludente, priva di stimoli; per questo motivo nasce il desiderio di evadere, di sfuggire dalle responsabilità di cui bisogna farsi carico per mandare avanti la famiglia, attraverso una relazione extraconiugale. A volte il coniuge tradito cerca di riunire la famiglia, di riconquistare il marito o la moglie con l'affetto, che magari prima non aveva dimostrato.
In altri casi invece il marito e la moglie si trattano come degli estranei e si ritrovano la sera ad aspettare i figli, incapaci di scambiarsi le proprie opinioni, esprimere le emozioni o fare un bilancio della giornata trascorsa. Queste famiglie sono completamente assorbite dalla routine quotidiana, la vita di tutti diventa monotona e non c'è libertà, perché ognuno è oppresso dalle responsabilità e rinuncia ai propri sogni. I figli pensano solo a se stessi, si preoccupano solo se uno dei genitori minaccia di andarsene, sconvolgendo così l'equilibrio famigliare.
Vi sono, infine, famiglie felici che riescono a conciliare le esigenze di tutti, sono famiglie normali, in cui la cosa più importante è il dialogo, perché è nella possibilità di esprimere le proprie opinioni è la vera libertà.
Sicuramente all'interno della famiglia quando si pensa alla libertà, si pensa a quella dei figli. In genere quando nasce un figlio, la famiglia si riunisce e si respira un clima di affetto. In seguito, i genitori cercano di proteggerlo e tutta la vita famigliare gira intorno a lui. Il padre e la madre danno al bambino tutto ciò che è loro possibile per far sì che la sua vita sia la migliore. Poi il bambino cresce e inizia a rendersi conto dell'affetto dei genitori, di quello che stanno facendo per lui e si sente bene in quell'ambiente, non desidera altro. Sta cominciando a conoscere il mondo e le sue aspettative non vanno di là dei limiti consentiti dai genitori. Quando il bambino cresce e diventa un ragazzo, il rapporto genitori - figli comincia a subire dei cambiamenti. Iniziano i primi litigi, perché mentre per i genitori è ancora un bambino, lui si sente già "grande" e vuole più libertà. L'affetto e la protezione che i genitori gli danno diventano oppressivi e i suoi desideri vanno di là dei limiti, che prima non costituivano un problema. Con le richieste del ragazzo, anche il padre e la madre si rendono conto che il loro figlio è cresciuto e cominciano a dargli le prime responsabilità. La libertà, infatti, è anche saper portare avanti i propri impegni e fare delle scelte. Mentre il ragazzo cresce, le responsabilità aumentano e le scelte diventano più difficili. Quelli che prima erano litigi tra genitori e figli diventano confronti in cui ognuno cerca di spiegare il perché di certe richieste e di certi limiti.
Quando un ragazzo arriva a 16 - 18 anni ha dei sogni spesso irrealizzabili e chiede cose che vanno ben oltre i limiti consentiti dai suoi genitori. La voglia di libertà è molto forte e la vita famigliare viene vista come opprimente, come un limite alla propria libertà e autonomia. Intanto al ragazzo gli si pongono di fronte delle decisioni molto importanti in cui si definisce il suo futuro. A volte, però, non è così, perché i genitori hanno immaginato per i figli un futuro diverso da quello che i ragazzi vogliono. In ogni modo il ragazzo deve fare una scelta per diventare pienamente autonomo, costruirsi la propria vita e ad avere la sua libertà.
La libertà è quindi la possibilità di scegliere tra diverse alternative valutando bene i pregi e i difetti di ognuna e assumersene la responsabilità. Il concetto di famiglia implica, secondo me, una scelta tra rinunciare a una parte della libertà e, al tempo stesso, costruirsi qualcosa di personale, che sicuramente darà grandi soddisfazioni; oppure avere la propria indipendenza e non rinunciare alla libertà.
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