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Descrizione fisica di Gertrude, la monaca di Monza
Gertrude dimostrava circa venticinque anni, era bella ma non aveva un'espressione felice, come se fosse agitata e sconvolta. Aveva un velo sulla testa che scendeva sulle spalle, scostato dal viso. La fronte era bianca e fasciata da una benda di lino; il viso era circondato da una fascia a pieghe che giungeva fino al soggòlo, che nascondeva l'apertura del saio nero. Aveva gli occhi neri scurissimi, le guance molto chiare e le labbra appena rosee. L'aspetto fisico era gradevole, ma il modo di vestire era insolito per una monaca, e i suoi capelli, nonostante la disposizione di convento di tenerli corti, erano cresciuti, perché usciva fuori della benda una ciocca nera, come per disprezzo per la sua vita da monaca, ciò delinea una donna senza dubbio interiormente debole, ma esteriormente una donna che ama dare a vedere che non vuole arrendersi, che non intende farsi sottomettere dalle regole, come chiaramente dimostra il ciuffo di capelli che esce dalle bende, proibito dalla veste che porta, che abbiamo appena esaminato. Il suo aspetto aveva qualcosa di senza dubbio misterioso.
Di particolare rilievo, è il forte contrasto tra il bianco ed il nero in cui Manzoni entra nei minimi particolari. Mette in risalto gli occhi neri e attraverso essi, descrive che cosa gli sguardi indichino: esprimono pietà, dolore, affetto, nascondendo un mistero. Il contrasto cromatico fa comprendere lo stato interiore turbato che si può notare alla vista della monaca: bianca la benda e il viso, neri il velo, il saio e ancor di più gli occhi e le sopracciglia.
Quindi gli occhi hanno un ruolo fondamentale nella sua descrizione: "Due occhi neri, neri anch'essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un'investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio".
Da quest'altro punto della narrazione si può intravedere la personalità della monaca: un'anima inquieta. Cosa veramente esprimono i suoi occhi? I suoi sguardi segnalano una richiesta d'affetto o manifestano una propensione della sua indole per l'odio?
Una personalità troppo incerta, complessa, nella cui giovinezza sono presenti, in modo esplicito, le cicatrici di un'infanzia trascorsa in un modo insofferente ed irrequieto, che si traduce, passata la fanciullezza, in una totale insoddisfazione verso la sua esistenza.
Manzoni ha saputo bilanciare ed esporre due aspetti opposti della personalità della suora: l'apparente forza con la reale debolezza; il mistero con la semplice esposizione della sua natura.
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