DECAMERON
Decameron: titolo greicizzato sulla scia d'alcuni titoli
alla latina e alla greca del Boccaccio giovanile. Pone al centro il dato
temporale:10 giorni. La categoria tempo così collocata ci dice tempo eterno a
cui si contrappone il tempo finito della vita terrena (terrestricità
boccacciana : Boccaccio-finito;Dante-infinito).Dante
collocato nella concezione escatologica rappresenta l'infinito. Dieci giorni è
un segmento temporale che ci immette nel tempo finito della storia.In
questo senso possiamo rappresentare graficamente la Commedia dantesca come un
percorso in ascesa e dai tratti geometrici ben definiti,mentre
il Decameron boccacciano
può rispecchiarsi in due strutture
circolari concentriche,delle quali l'esterna è la
cornice del romanzo e l'interna il cuore costituito dalle novelle vere e
proprie.
Le 2 opere hanno in comune la ripartizione,anche
se la Commedia è molto più regolare e precisa:non vi
sono elementi di collegamento tra canto e canto o cantica e cantica. Il Decameron è invece formato dalle due parti di cui
accennavamo prima , con caratteri specifici,difformi.
La cornice viene chiamata così perchè comprende
l'introduzione e la conclusione dell'autore. Oltre vi è un reticolo regolare
che funge da letto contenitore delle novelle,che sono
circoscritte quindi da fasce che ne determinano la collocazione. La cornice è
l'intelaiatura esplicativa delle novelle. Le differenze tra le due parti sono:le diverse tessere ci propongono una molteplicità
(cara all'autore,in quanto solitamente non esprime
giudizi sui fatti narrati)di personaggi,di
eventi,quindi tutto il cuore è imperniato sul concetto del diverso che si
gioca su tutti i piani,mentre la cornice è fondata
sull'idea di omogeneità,unica è la vicenda narrata (i
10 giovani in fuga dalla peste che attanaglia Firenze). Ci da il tempo della storia,mentre il cuore ci da una pluralità di tempi
d'invenzione.
La cornice ci offre anche un'unica prospettiva
ideologica. Le parti sono diverse e complementari. La prima parte ha parecchie
funzioni :informativo-didascalica non al servizio
della novella vicina (come avviene nella "Vita Nova"dantesca),ma
racconta l'evento occasione e l'iter di vita dei 10 giorni di questo
novellare. Le novelle invece sono il tempo della fantasia creatrice,il
tempo dell'immaginare,sospeso. Ciò è come omaggio ad
esempi antecedenti,ma anche come bisogno di ordine e
di dare una chiave interpretativa al lettore,spazio
di inquadramento e chiarificazione. I giovani si allontanano dalla città non
per fuggire dal dovere al piacere,ma a causa
dell'esigenza naturale di salvaguardare la vita.Per
Boccaccio il vivere biologico ha un enorme significato (ars vivendi).
Allontanamento in un luogo contrapposto a Firenze,città
della malattia,in un altrove non contaminato,integro
(contrapposizione laica di Bene / Male). Polarizzazione spaziale praticata
nella poesia classica -città/campagna. Qui-spavento,orrore;Là-cronotopo
della ricreazione,cioè in cui costoro si creano una
vita alternativa,parallela agli altri.
In un altrove,senza
contorno abituale e in solitudine,che si fa? I
giovani si organizzano le giornate,si danno delle leggi,"normalizzano"il tempo,che
è vuoto. Ciò delinea il pensiero boccacciano secondo
cui un gruppo di persone non può convivere senza leggi - rifiuto dell'anarchia.
L'epicentro delle loro giornate è lo stare insieme raccontando,non
casualmente,ma tutti,a turno,assumendi il ruolo di pubblico e narratore.