DECADENTISMO

Il decadentismo è una corrente artistica che nasce con la crisi del positivismo. Nel 1873 vi fu una crisi economica che dimostrò come la scienza, su cui il positivismo faceva affidamento, fosse legata nel suo sviluppo ai sostegni materiali dell'economia. Pertanto si ebbe il crollo delle certezze scientifiche ed il trionfo delle filosofie irrazionali. Per certi versi sappiamo quando il decadentismo sia iniziato, ma no sappiamo dire quando esso sia finito, perché forse continua ancora adesso.

Il decadentismo è un complesso e profondo movimento che, riprendendo alcune scoperte del romanticismo e sviluppandole in modo autonomo, ha prodotto una netta innovazione in tutti i campi della cultura. Ad esempio, ha ripreso l'inconscio, ma mentre il romanticismo ne aveva una concezione ottimista, il decadentismo invece ne ha una visione pessimista poiché lo popola di istinti e di mostri. Questi temi venivano dibattuti in cenacoli di artisti e boehmienne che furono dispregiativamente definiti "decadenti", ma Paul Verlaine intitolò così una rivista, "Le décadent", facendone il vessillo della corrente.

DECADENTISMO

Estetismo

Superomismo

Inconscio Simbolismo

- Estetismo

Poiché l'uomo per fare posto alle teorie positiviste ha eliminato l'amore, i sentimenti, la fantasia, la fede, puntando tutto su scienza e razionalità, ora che anche esse hanno dimostrato il loro limite, egli non sa più a quale modello conformare la propria esistenza; l'unico valore ancora da sperimentare è il bello in tutte le sue forme e in tutti gli aspetti della vita. Come dirà D'Annunzio per bocca di Andrea Sperelli: "Bisogna costruire la propria via come se fosse un'opera d'arte". L'estetismo è un aspetto dell'arte presente in tutta Europa: in Inghilterra Oscar Wilde ("Il ritratto di Dorian Gray"), in Francia Huysmann ("A rébour"), in Italia D'Annunzio ("Il piacere").

- Superomismo

Come aveva fatto notare già nell' 800 Kierkegaard, mai prima d'ora l'uomo era stato così libero e mai prima d'ora aveva avvertito la vertigine della libertà, che è pi l'angoscia. In tale situazione e nella mancanza di qualsiasi quadro di riferimento esterno, quel che conta è quel che si è dentro, e dentro, alla base di tutti i sentimenti, non c'è che la volontà di vivere, di cui aveva già parlato Schopenhauer. Ne consegue che il solo obbligo morale cui l'uomo deve soddisfare è l'essere se stesso, cioè dare libero sfogo alla sua volontà di vivere, autorealizzarsi al di fuori di ogni modello. Questo atteggiamento si chiama volontarismo. Ma la volontà si può esprimere in due modi: accettazione gioiosa (Nietzsche) oppure problematicità. Nel primo caso la volontà è volontà di potenza, che si manifesta nella creazione di nuovi valori e sul dominio del caos universale. Secondo Nietzsche millenni di religioni e di civiltà hanno incapsulato l'uomo, lo hanno fatto diventare altro da sé, per cui la svolta necessaria consiste nell'ammettere che "Dio è morto" e quindi scrollarsi di dosso tutte le incrostazioni e remore della religione, della cultura, della civiltà ed essere finalmente se stessi. Se e quando questo avverrà non esisterà più l'uomo ma il superuomo, che è colui che dà libero sfogo alla volontà di potenza e crea.

- Inconscio

Prendere in esame l'inconscio significa prendere atto della logica del dinamismo psichico inconscio, che può presentarsi come sadico-aggressivo o masochistico-punitivo. Infatti se la volontà di potenza è rivolta verso l'esterno avremo l'autoesaltazione dell'artista che si sente investito di un privilegio assoluto, al di sopra degli altri, al di là del bene e del male (come l'artista dandy o estetista di D'Annunzio). Nel caso contrario, in cui la volontà di potenza è rivolta sul soggetto, avremo la tendenza masochista, che è quella più diffusa: l'artista si sente spinto alla deriva e quindi si abbandona alle forze disgregatrici ed autopunitive dell'alcool, della droga, della malattia, del suicidio. Non tutte le azioni dell'uomo sono dettate da razionalità, ma alcune di esse nascono dall'inconscio che, a detta di Freud, è la parte insondabile di noi dove risiedono gli istinti. La centralità dell'inconscio e il liberare le pulsioni istintuali portano alla rinuncia al giudizio, alla rinuncia di qualsiasi gerarchia o tassonomia di valori. Perciò nella narrativa decadente il personaggio è contemporaneamente buono e cattivo, giacchè comportandosi d'istinto non è tenuto a far riferimento a quadri di valori né ad essere coerente con se stesso. Tale caratteristica porterà alla finale disgregazione del personaggio e quindi alla negazione della trama, come nelle arti figurative porterà alla scomparsa della figura o nella musica al superamento dell'armonia tradizionale. L'inconscio è pero in-conoscibile, di esso Freud scoprì alcuni meccanismi che sono applicabili alla produzione artistica per chiarirne il funzionamento. Ad esempio i principi della condensazione e dello spostamento che caratterizzano il linguaggio dei sogni sono assimilabili alla metafora e alla metonimia. L'artista decadente che intende dare espressione all'inconscio deve non solo adottare i sogni come materia ma anche imitarne il modo di espressione. Ciò porta all'abbandono dell'intenzione comunicativa e all'adozione della sintesi onirica. Il sogno utilizza procedimenti irrazionali, tra i quali spicca l'analogia, nel senso che il sogno si sviluppa mediante sequenze analogiche tenute insieme non da un ragionamento ma da una passione (desiderio o paura). Il linguaggio che utilizza il sogno ha natura eminentemente simbolica ed ecco che ne deriva la corrente poetica del simbolismo.