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INTRODUZIONE Carducci è uno degli ultimi scrittori che affronta il problema del Risorgimento (cioè la liberazione dell'Italia dall'occupazione straniera).
Nella sua vita ebbe molto successo, era abbastanza famoso, ma fu seguito maggiormente nell'epoca del fascismo; caduto il fascismo, fu accusato di essere "cantore del regime" e fu snobbato, tanto che non si faceva nemmeno a scuola.
È difficile porlo in una corrente letteraria: temporalmente è posto nel Romanticismo, ma lui è opposto ai poeti romantici; diceva di essere "scudiero dei classici" ma non è un poeta neoclassicista; potrebbe appartenere al Realismo, ma è comunque un uomo proiettato verso il nuovo secolo, forte, determinato, amava la vita ed è proiettato verso il nuovo secolo.
Nel corso della sua vita cambiò opinioni: da giovane era rivoluzionario, quasi anarchico, anticlericale ed antimonarchico; in età più matura trova un compromesso e diventa più "morbido" con tutto.
VITA Nasce a Versilia da una buona famiglia: la madre, Ildegonda Celli, è una donna molto colta che insegna a Carducci la grammatica e la letteratura italiana. Il padre Michele era un medico ma faceva parte della carboneria: nel 1848 capeggiò un moto carbonaro durante i duchi stranieri che dominavano la Toscana (al quale, forse, partecipò Carducci, che era solo 13enne). Il moto però finisce male, Michele Carducci viene mandato, per punizione, a fare il medico in una miniera in alta montagna. Giosuè viene affidato alla nonna Lucia, che abitava in Maremma Toscana, e fu costretto ad abbandonare gli studi. Qui Carducci conosce la natura incontaminata della Maremma Toscana, che avrà un ruolo importante nella sua vita e nelle sue poesie.
Dopo qualche anno si trasferì con la sua famiglia a Firenze, dai cugini Menicucci. Qui conosce Elvira, sua cugina, che resterà per tutta la sua vita al suo fianco. A Firenze Carducci riprende gli studi, nel colleggio di San Giovannino, qui il suo insegnante era Padre Geremia Barsottini, che prese come suo maestro di vita (nonostante lui odiasse i preti).
In questi anni morì suo fratello Dante: alcuni dicono che si sia suicidato per i troppi debiti, altri dicono che fu ucciso per sbaglio dal padre durante una lite, infatti Michele Carduccì morì poco tempo dopo di crepacuore.
Intanto Carducci termina gli studi laureandosi in lettere e sposa Elvira, che lui amava veramente (ma sempre a modo suo, perchè la tradì perennemente, ma comunque le sue relazioni non intaccarono quasi mai la stima e l'affetto verso sua moglie), ebbe due figli: Dante e Beatrice. Ottiene una cattedra a San Miniato al Tedesco, vicino a Firenze, che però perse dopo poco perché lui non aveva voglia e se ne fragava. Si fece mantenere per un po' dalla moglie, oltretutto per lui era difficile trovare lavoro perché aveva la fama del rivoluzionario.
Piano piano iniziò ad avvicinarsi al movimento patriottico: voleva liberare l'Italia, ma anche lui come tanti non sapeva come si sarebbe potuta governare; più tardi iniziò ad avvicinarsi ai Savoia, che gli sembravano gli unici in grado di governare l'Italia. Nasce quindi il Carducci alla "seconda maniera", il grande letterato, professore universitario, che diventa imbattibile.
Intrecciò anche un'amicizia con l'allora Regina Margherita di Savoia: di lei amava una sovrana più vicina al popolo, ed avevano in comune la passione per la montagna.
Con tre amici fonda un circolo letterario, chiamato Gli amici pedanti (pedante = pignolo), dove si rivalutava il mondo classico in generale, partendo dall'antica Roma, e sono contro i poeti romantici di quei periodi, dicendo che l'uomo doveva sapersi costruire la sua vita e non lasciarsi vivere, come facevano i poeti romantici di quell'epoca.
La vita di Carducci viene segnata da una grave tragedia: la morte del figlio Dante a soli 6 anni, probabilmente per meningite. Carducci vive malissimo questo fatto, teneva moltissimo al suo figlio maschio, il suo profondo dolore viene espresso in due poesie: funere mersit acerbo e pianto antico.
Nella sua vita collaborò con 3 giornali importanti: la Cronaca Bizantina, Fanfulla e La Domenica Letteraria. Lui stesso fondò un giornale che però ebbe poca fortuna.
Carducci ebbe una relazione con la contessa Carolina Piva Cristofori, che lui cantava nelle sue poesie come Lidia, di cui se ne innamorò. La loro relazione durò 10 anni, fino alla morte di lei.
Intrattenne un'altra relazione, con Annì Vivaldi, che fece molto scandalo: lui era 50enne, e lei aveva solo 17 anni.
Negli ultimi anni della sua vita ottenne il premio Nobel per la letteratura, che però non ritirò di persona perché era molto malato.
LA POETICA. I cardini principali della sua poetica sono: 1-affetti famigliari; 2-la natura; 3-la storia; 4-i classici; 5-evoluzione intellettuale.
LE OPERE: L'intero corpus dell'opera carducciana venne raccolto e pubblicato nel 1901 da Zanichelli, e risultava così suddiviso:
La canzone di Legnano: quasi tutti gli Stati europei avevano un Poema Epico che rappresentava il paese, ma l'Italia non lo aveva, allora Carducci pensò di costruirlo da solo. Si ispirò alla battaglia di Legnano, in cui un piccolo esercito formato da gente del popolo riuscì a sconfiggere l'esercito germanico comandato da Barbarossa, che allora era l'esercito più numeroso e potente. La Canzone di Legnano però non ottenne mai un grande successo, perché un poema epico doveva provenire dal popolo, e questa storia non era sentita da tutto il popolo. Quindi fu una scelta errata.
Inno a Satana: opera di un Carducci giovane, anticlericale, antimonarchico e rivoluzionario. (in vecchiaia definì questa poesia una "chitarrata", una stupidata). In questa poesia ci sono 4 punti essenziali:
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