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Dal cubismo a Habacuc: la dissoluzione della realtà; quando la visione del reale diviene tortura




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Dal cubismo a Habacuc: la dissoluzione della realtà; quando la visione del reale diviene tortura


L'

arte è una delle strade che l'uomo ha intrapreso per analizzare e studiare la realta: si è arrivati, nel corso dei secoli, ad un livello tale di realismo che il pittore via via assomiglia ad un fotografo. Il sapiente uso dei colori, delle ombre e delle prospettive fa sembrare il dipinto una porzione di realtà stesa su una tela. Ma dalla bellezza formale e realista si passa pian piano a forme d'arte sempre più introspettive, meno fedeli alla realtà poiché meno gli somigliano; e così si passa attraverso Neoclassicismo, Espressionismo, Impressionismo, fino ad arrivare al Cubismo. Un quadro cubista sembra tutto fuorché reale: si pensi a "Guernica", sembra orribile e ad un primo (e forse anche ad un secondo) sguardo, non ha nulla a che fare con il reale, ed invece è forse una delle opere più realiste.  Picasso, come tutti i cubisti, ha sfondato i limiti che si davano alla rappresentazione pittorica.

Il Cubismo prende vita da una frase di Picasso: "la natura è una cosa, la pittura un'altra" ciò  significa porre sullo stesso piano arte e natura, quindi l'arte non è più subordinata alla natura ma cerca, secondo i cubisti, di creare un'altra realtà con regole e meccanismi diversi: "bisogna avere il coraggio di scegliere poiché una cosa non può essere allo stesso tempo vera e verosimile" (Braque). Da questa affermazione possiamo evincere altri aspetti della cultura cubista: la visione prospettica di un oggetto è verosimile ma non può essere vera. Si prenda per esempio un cubo: se noi lo disegniamo in prospettiva vedremo al massimo tre delle sue sei facce, ed inoltre le vedremo distorte: la base assomiglierà molto di più a un parallelogramma irregolare che ad un quadrato, nell'insieme assomiglierà ad un cubo ma non sarà mai un cubo vero e proprio; si prenda in considerazione lo stesso cubo: se lo si sviluppa su un piano, però, pur non assomigliando ad un cubo esso sarà sicuramente più reale, perché il suo sviluppo darà un cubo vero, e inoltre, in questo modo, si possono vedere tutte e sei le facce del cubo, non solamente alcune. La teoria esposta del cubo può essere applicata a qualsiasi forma, e in questo modo si possono mettere in evidenza la totalità degli elementi che compongono il soggetto dell'opera, e quindi questa risulterà sicuramente meno verosimile ma certamente più reale. Il pittore cubista immerge, per la prima volta nella storia, il suo dipinto in una dimensione temporale: guardando una rappresentazione cubista abbiamo quindi l'impressione che nello stesso momento guardiamo diverse inquadrature dello stesso soggetto.

Il cubismo, inteso come movimento artistico, si divide in due principal fasi: la prima, detta "Cubismo analitico", in cui semplici oggetti quotidiani vengono scomposti secondo i principali piani che lo compongono. Tali piani, variamente ruotati e incastrati vengono poi distesi sulla tela e ricomposti dando origine a complesse figure che non sempre si riescono a riconoscere ad una prima rapida analisi; la seconda fase (di cui fa parte Gris), è denominata "Cubismo sintetico" , e vi si attua quell'equivalenza tra natura e arte di cui abbiamo detto all'inizio. In questa fase l'artista crea forme che non hanno nessun tipo di rapporto con figure o forme gia note.

Per analizzare il limite a cui si è arrivati durante questo periodo si vuole studiare il "Ritratto di Ambroise Vollard" di Picasso, dipinto tra il 1909 e il 1910, e quindi appartenente alla fase del Cubismo analitico. Sebbene il ritratto in sé stesso non sia particolarmente interessante, lo è invece, e molto, notare lo stile e lo schema compositivo. Picasso, nella struttura variamente frastagliata del quadro, mette in evidenza solamente ciò che è realmente importante per conoscere il soggetto, che è messo sullo stesso piano dello sfondo e segue le stesse regole di frammentazione degli altri elementi costitutivi del quadro. La fusione tra soggetto, sfondo e altri elementi è totale: non si riesce, infatti, a distinguere un elemento dall'altro senza far riferimento al suo contorno, solo in questo modo possiamo intravedere tra i tratti decisi un bottone, un libro, una bottiglia, un fazzoletto da taschino, che si fondono insieme per dare vita alle particolarità che distinguono Ambroise Vollard da qualsiasi altro uomo, e da cui si evince l'amore di Picasso per il dettaglio.Il pittore spagnolo riesce a dirigere tutto ciò con armonia senza cadere in un banale astrattismo e mantenendo costante il rapporto con la realtà.

Per concludere quest'ultima parte vorrei discostarmi dal programma tradizionale e riportare una notizia di cronaca di qualche mese fa: si tratta dell'esposizione di un cane vivo ad una mostra dell'artista sudamericano Vargas meglio conosciuto sotto il nome di Habacuc, il quale ha legato il povero cane randagio al muro della sala d'esposizione, facendolo morire di fame e di sete per due interminabili giorni, al termine dei quali l'animale s'è spento. Il presunto artista ha giustificato la sua "opera " dicendo che era per mettere in luce l'ipocrisia della gente, il falso perbenismo delle persone di tutto il mondo che quotidianamente vedono cani randagi che muoiono di fame e non se ne curano e quasi li disprezzano,  per poi ergersi a difensori degli stessi animali, solitamente trattati quantomeno con indifferenza, quando in massa c'è da puntare il dito su un artista che lega e tortura un cane ad una mostra a fini "umanitari".

Attraverso il cubismo, passando per la pop art e l'arte contemporanea siamo arrivati al punto che, per rappresentare la realtà, si tortura un essere vivente. I Cubisti volevano dipingere la realtà vera senza false prospettive e strategici chiaro/scuri, Habacuc prende la realtà e ne fa un "opera d'arte" senza mezzi termini. Si fanno impellenti alcune domande: siamo sicuri che la realtà debba essere lo scopo ultimo dell'arte? E qual è il limite che si dà alla rappresentazione della realtà? O meglio: esiste un limite all'arte?













Bibliografia



Astronomia e Fisica da: Crippa Fiorani Geografia Generale, 2005 fonti telematiche multiple


Matematica da: Roberto Ferrauto Elementi di analisi matematica, edizione Dante Alighieri, 1984

Enciclopedia delle scienze matematiche, Garzanti


Filosofia da: archivio telematico www.disf.it; Paul C.W. Davies, Cosa è il teorema di incompletezza di Godel?;  Roberto G. Timossi Prove logiche dell'esistenza di Dio da Anselmo d'Aosta a Kurt Godel. Storia degli argomenti ontologici ,Marietti 1820


Latino da: Corrado Carini - Maria Pezzati, Latinae Litterae. Storia e antologia, Casa editrice G.D'Anna


Italiano da: Dante Alighieri, a cura di Alessandro Marchi, Divina Commedia, Paravia edizioni, 2005


Inglese da: Graeme Thomson, Silvia Maglioni, New Literary Links: from the origins to the Romantic Age, edizioni Cideb 2004


Storia da: A.Giardina-G.Sabbatucci-V.Vidotto, Storia dal 1900 ad oggi, Laterza, 2005


Arte da: Giorgio Cricco, Francesco Paolo di Teodoro, Itinerario nell'arte 3, Zanichelli, 2006; fonti multiple telematiche.





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