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Conversazione in sicilia di elio vittorini




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CONVERSAZIONE IN SICILIA

di Elio Vittorini


CASA EDITRICE: Giulio Einaudi Editore

DATA DI PUBBLICAZIONE: 1966

PRIMA EDIZIONE:1941


TRAMA: il romanzo si configura come il racconto di un viaggio, reale e simbolico insieme, del protagonista- narratore Silvestro, dal Nord, dove abita da molti anni, fino al cuore della Sicilia, dove è nato; un viaggio da un presente di torpore e di indifferenza alla vita, a ritroso nel passato, alla riscoperta delle proprie origini e di sé, e da qui ad una più chiara coscienza del presente. Il viaggio di Silvestro inizia in un inverno non meglio precisato, a seguito di una lettera del padre che lo informa di aver abbandonato la madre per seguire un'altra donna. Giunto al paese della madre Concezione, Silvestro ripercorre con lei le tappe più significative della sua infanzia, riscopre il passato e con esso le motivazioni del presente. Seguendola nel suo giro per le iniezioni in varie case del paese, il giovane ha l'occasione di entrare in contatto con un mondo di miseria, di malattia, di disperata rassegnazione, che lo induce a riflettere e a chiedersi se non sia 'più genere umano' quello dei sofferenti e dei morti di fame. Intorno a questo sollecita la madre con 'strane domande' che vorrebbero 'strane risposte'. Il viaggio diventa così 'conversazione', incontro del presente col passato, della storia con l'immaginazione. L'esplorazione di Silvestro procede. Incontra alcuni umili siciliani, tra i pochi che sanno di essere 'offesi' e non intendono arrendersi: l'arrotino Calogero, Ezechiele e Porfirio. Nell'ultima parte del romanzo, la più fortemente simbolica, Silvestro incontra al cimitero l'ombra del fratello Liborio, morto in guerra da pochi giorni, anche lui uomo 'offeso'; l'apparizione preannuncia la notizia della morte, che arriverà l'indomani. A questo punto la 'conversazione in Sicilia' è finita, il viaggio catartico può dirsi concluso e Silvestro è pronto a ripartire, animato dalla coscienza di 'nuovi doveri' e dalla volontà di adempirvi.


AMBIENTAZIONE: il romanzo è ambientato in uno spazio reale, esplicitamente riconoscibile a livello topografico e storico, la Sicilia. Si alternano, inoltre, ambientazioni esterne ad ambientazioni interne. Di questo spazio abbiamo una percezione emotiva, poiché ci viene presentato come proiezione di una situazione psicologica del protagonista. Questo spazio, come infondo tutto il romanzo, assume una funzione fortemente simbolica, metaforica. Vittorini ritiene che debba essere svolto in Sicilia, la terra dell'infanzia, il mondo del passato, della certezza e della speranza.


TEMPO: il tempo del racconto è riconducibile al periodo fascista attraverso l'esistenza dei treni, il basso costo dei biglietti, il mito dell'America, la denominazione delle città in lingua latina, i manifesti inneggianti alla guerra e la razione giornaliera (un piatto di zuppa al giorno) consegnata ai ragazzini più poveri.


PERSONAGGI: il protagonista del romanzo è Silvestro, un tipografo sui trent'anni, che vive a Milano e soffre di un inquieto desiderio di azione che non trova sbocchi concreti e si consuma in sé stesso , in un furore astratto, incapace di far preda sulle cose. E' un sentimento cupo di impotenza, il suo, al quale reagisce di impulso decidendo di prendere il primo treno per la Sicilia, di ascoltare il confuso appello che la sua terra sembra lanciargli e nel quale è contenuta la promessa di un ritorno alla felicità, verità e pienezza di vita che era dell'infanzia e che oggi è soffocata dall'oppressiva e chiusa realtà del presente. Nel racconto Silvestro incontra diversi personaggi, che non acquistano precisi , univoci significati simbolici, ma si collocano in una tensione che è sforzo d'uscire dai loro limiti di figure storiche, empiriche per spingersi verso l'allusione di 'altre' verità: i 'piccoli siciliani curvi. scuri in faccia ma soavi', i questurini, simboli del potere oppressivo, convinti come sono che 'l'umanità è nata per delinquere', Coi Baffi e Senza Baffi (come subito li battezza la fantasia dello scrittore), il Gran Lombardo, un vecchio e saggio siciliano, simbolo dell'umanità forte, che parla con insistenza e con passione, di sé e dei suoi problemi di coscienza. Concezione è la madre di Silvestro, 'alta, con la testa chiara', orgogliosa di mantenersi da sola, con la sola nuova occupazione di infermiera. Liborio, fratello di Silvestro, appare, sotto forma di un fantasma, un soldato, ma insieme è anche ciò ch'egli è nel ricordo di Silvestro, bambino di sette anni. la sua figura è chiaramente simbolo dell'ingiustizia e della crudeltà del mondo che condanna, per false ragioni di nazionalismo, troppi giovani ad una morte assurda.


TEMATICHE: il romanzo è suddiviso in cinque parti, ognuna delle quali è introdotta da un capitolo, e di ogni parte si può stabilire un oggetto specifico, un contenuto. La prima si può dire che affronti il tema dell'angoscia personale, della povertà e dei nuovi doveri da compiere; la seconda, ricchissima di ricordi infantili, può forse indicare la certezza e la felicità della vita libera; la terza può essere detta quella della scoperta della malattia e della morte; la quarta è una discussione politica sui rimedi da usare per combattere l'offesa; nella quinta si può dire che Vittorini affermi il dovere dello scrittore di rivelare la verità sulla storia e sulla sofferenza degli offesi.

FOCALIZZAZIONE: in 'Conversazione in Sicilia' è presente una focalizzazione interna e fissa, poiché il punto di vista è interno alla diegesi e non muta nel corso di essa, rimanendo affidato al narratore- protagonista.


DURATA:Per quanto riguarda la durata, invece, poiché in tutto il romanzo prevalgono i dialoghi, è presente la scena, dove il tempo della storia coincide con il tempo del discorso; sono, però, presenti anche riflessioni del narratore- protagonista, che rappresentano le pause.

Nell'insieme il romanzo presenta comunque un ritmo veloce.


STILE NARRATIVO: il romanzo, recupera lo slancio della poesia e della musica e crea un suo linguaggio melodioso. In 'Conversazione in Sicilia' il tono pare spesso 'cantato', lirico, fondato su un ritmo misurato dalle continue ripetizioni, dai dialoghi scanditi e martellanti, quasi come ritornelli.


REGISTRO e LESSICO: in 'Conversazioni in Sicilia' Vittorini utilizza un registro informale, basso o colloquiale, con un lessico comune, parole di natura semplice, colorite; sono talvolta presenti espressioni tipiche dell'italiano regionale o popolare.


AGGETTIVAZIONE: l'aggettivazione utilizzata da Vittorini nel romanzo è perlopiù soggettiva, poiché comunica indicazioni connotative, spesso simboliche o metaforiche.


SINTASSI: in 'Conversazioni in Sicilia', poiché dominato dai dialoghi, è presente una sintassi 'parlata', costituita, cioè, da frasi brevi, semplici e asciutte, spesso prive di verbo e ripetitive; privilegia l'espressività sulla regolarità.


COMMENTO:Il libro è vivo per le immagini che continuamente si succedono una dietro l'altra, perché rivela un "cervello" sempre attivo, pieno di risorse, capace di offrire situazioni sorprendenti quasi ad ogni capitolo. E' un libro dove si mescolano realtà e fantasia, dove l'atto, il gesto entrano in contatto con il pensiero, dà risposte a problemi soggettivi. E' un libro "coraggioso", di chi sa ricominciare da capo, cogliere l'occasione se appena appena si mostra la strada della liberazione (gli antifascisti armati in Spagna) e farsi guidare dalla speranza. E' un libro "giovane', perché è il libro dell'inquietudine, della mancanza di rassegnazione, anche dell'istinto; ed è un libro aggressivo e violento, di chi ama gettarsi nella mischia prendendo le cose di petto, mettendo in risalto i contrasti, rivelando una concezione eroica della vita umana; è anche il libro del sentimento elementare, quasi fisico, della giustizia e dell'ingiustizia. E, infine, è un libro dolce, di chi è tenacemente attaccato alle immagini più belle dell'infanzia, un libro sereno nel ricordo di una vita piena e favolosa.


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