Codice (comunicazione) Nella teoria dell'informazione,
inventario di simboli scelti arbitrariamente, accompagnato da un insieme di
regole per la composizione di parole codificate.
Nello schema di Roman
Jakobson il codice è uno dei
sei elementi che caratterizzano la comunicazione linguistica: un emittente comunica a un destinatario un messaggio attraverso un codice che deve
essere condiviso almeno in parte da entrambi.
In seguito il concetto di codice si è legato stabilmente a quello di
associazione tra due strutture. Da casi di corrispondenza
molto semplice, come alcuni esempi di codici cifrati (uno di questi è la
corrispondenza tra la lettera 'a' e il numero '1'), si
arriva a casi leggermente più elaborati quale il codice dei semafori stradali (il
verde corrisponde a 'permesso di passare per questo lato, proibizione per
gli altri'), fino a esempi di codici meno deterministici e molto più
complessi come ad esempio il dizionario, che confronta parole di due lingue
diverse, o il codice iconologico, che assegna significati a
certe configurazioni pittoriche.
Seguendo quest'ultima direzione, il concetto di codice è stato elaborato
in modo più approfondito ed è arrivato a indicare il meccanismo di associazione
tra uno o più elementi del piano dell'espressione e uno o più elementi del piano del contenuto: una qualsiasi descrizione semantica ha bisogno di un codice e di due
piani comunicativi (espressione e contenuto), in modo che a un elemento del
primo ne corrisponda uno dell'altro. In questo senso il concetto di codice è
stato al centro delle riflessioni della linguistica e della semiotica: la lingua come codice
costituisce un sistema di segni che possono
essere interpretati, messi cioè in rapporto con degli oggetti denotati, o con
altri sistemi di segni.