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AUORE: Clare Colvin
TITOLO: La musica dei Gonzaga
CASA EDITRICE: Corbaccio.
ANNO DI PUBBLICAZIONE
GENERE DEL LIBRO: romanzo.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE: Clare Colvin È una nota giornalista e scrittrice, nata a Londra, che ha trascorso molti anni in Sud Africa, Medio Oriente (dove ha studiato Letteratura inglese presso l'Università Americana di Beirut) e in India. E' stata editor letterario dell'Express on Sunday. Ha iniziato a scrivere narrativa con una serie di racconti brevi raccolti nell'antologia Winter's Tales, Serpent Tail. Il suo primo romanzo A fatal Season è stato pubblicato nel 1996, seguito, tre anni dopo, da La musica dei Gonzaga.
AMBIENTE: Mantova, in particolare il romanzo ruota intorno al palazzo dei Gonzaga.
EPOCA STORICA: fine XVI secolo, quando i cambiamenti e le rivoluzioni minano le certezze del Rinascimento.
DURATA DEI FATTI: Parte prima 1589-1593, Parte seconda 1594-1605, Parte terza 1606-1611, Parte quarta 1611-1630.
PERSONAGGI:il protagonista è Vincenzo Gonzaga, quarto duca di Mantova, si dedica alla ricerca dell'eccellenza e del piacere in tutte le sue forme, e chiama alla sua corte i migliori pittori e i migliori musicisti. Infatti è una persona attraente non solo per l'aspetto fisico e per la notevole ricchezza, ma per la sua straordinaria vitalità. Ottavio,uno dei personaggi collegati al protagonista, è un giovane ventenne fedele al suo duca ma che vive nel suo riflesso. Invece Claudio Monteverdi, musicista che debutta alla corte di Mantova, ha due qualità in comune con il duca: un amore profondo per la musica e la stessa scontentezza divina. Un'altra figura importante è quella di Isabella, la giovane sedicenne che è riuscita ad incantare Vincenzo con la sua innocenza, ma che alla fine si rivelerà una delle tante sue prede.
RIASSUNTO PER CAPITOLI
CAPITOLO 1°
Ottavio era un giovane ventenne, fedele al suo duca Vincenzo Gonzaga, una persona attraente non solo per l'aspetto fisico e per la notevole ricchezza, ma per la sua straordinaria vitalità. Nonostante questa perfezione apparente, il duca usava le sue ricchezze per manifestare la sua scontentezza divina: non gli bastava spendere, con essa aveva bisogno di creare qualcosa di bello. Infatti, appena divenne duca, iniziò ad ingaggiare musicisti e cantanti da Ferrara, Venezia e Firenze, cercando così di rendere Mantova il nuovo centro della musica e dell'arte. Come ogni venerdì sera, si tenne un concerto nel palazzo di Mantova, dove si eseguivano ogni settimana nuove composizioni per distrarre il duca. Ma in questa debuttò un nuovo musicista, Claudio, figlio del dottor Baldassarre Monteverdi di Cremona, ed egli aveva due qualità in comune con il duca: un amore sconfinato per la musica, e la stessa scontentezza divina. Non gli bastava creare la musica, con essa voleva raggiungere l'anima degli ascoltatori. Nella stessa sera il duca si interessò ad una ragazza, Isabella, appena sedicenne, che era riuscita ad incantarlo con la sua genuina innocenza.
CAPITOLO 2°
Due anni dopo, durante il periodo di Carnevale, prima di raggiungere la festa che si teneva nel suo palazzo, il duca Vincenzo si recò con Ottavio dal prigioniero che aveva firmato con una croce il foglio in cui ammetteva di aver dato fuoco alle scene poste dietro il palcoscenico, e che poi si propagò all'armeria. Quindi il teatro era andato distrutto, e il duca colse l'occasione per proporre di costruire uno nuovo, progettato dal più grande architetto d'Italia: Antonio Mariaviani. Quando raggiunsero la festa, Vincenzo iniziò un gioco di sguardi con isabella, ed era così abile che la affascinò. Ma Ottavio sapeva che era uno dei suoi trucchi, così il giorno dopo cercò di convincere invano la madre ad anticipare le nozze della sua bella figlia con don Ferrante.
CAPITOLO 3°
Nella sala prove dei musicisti vi era una grande confusione, a causa di alcune incomprensioni tra attori, cantanti, ballerini e scenografi. Per questo apparve impossibile mettere in scena la poesia del duca, ed egli avrebbe perciò dovuto ritirare l'evento e rappresentarlo soltanto sottoforma di concerto. Dello stesso parere era la madre del duca, la duchessa Leonora, ma per ragioni diverse: sosteneva che l'opera era immorale e pagana, e non sarebbe ma stata approvata dalla Chiesa. Ma non riuscì a convincere il figlio, il quale si rifugiò nel suo studio, dove accolse il giovane musicista che doveva proporgli un suo lavoro. Alla fine però vinse la duchessa Leonora, infatti a maggio venne eseguito solo il concerto, in cui cantò anche Isabella, che intonava l'armonia dell'amore, e che indirizzava i suoi sguardi pieni di innocente seduzione verso il duca, il quale ricambiava. La ragazza però scambio questo per semplice ammirazione, mentre invece era solo l'istinto cacciatore del Gonzaga che aveva avvistato una nuova preda.
CAPITOLO 4°
Isabella, mentre guardava compiaciuta la sua immagine nello specchio, si mise a riflettere sulla sua vita di corte: era tutto così eccitante che non avrebbe voluto essere da nessun'altra parte. Poi il suo pensiero andò a don Ferrante: si chiese come stavano andando le trattative con quest'uomo che non le piaceva più, perché qualsiasi gentiluomo scompariva se paragonato al duca. Mentre stava ancora riflettendo, arrivò suo cugino Ottavio, che subito le chiese di chi fosse la lettera che teneva fra le mani: era una poesia inviatole dal duca, pochi versi che dicevano tutto ciò che è bello e buono nel mondo è opera dell'amore. Dopo Ottavio raggiunse Vincenzo e cercò di convincerlo che per il matrimonio tra Isabella e don Ferrante si era concluso il contratto. Ma Vincenzo diede poco peso a quelle parole: ne aveva abbastanza delle pressioni di corte, così decise di andare via per qualche giorno, per rilassarsi nella sua villa non molto lontana da Marmirolo. Ottavio allora cercò di sfruttare l'assenza del duca per convincere Donna Vittoria a far partire Isabella per Novellara.
CAPITOLO 5°
Isabella scelse come accompagnatore del suo viaggio verso il convento di sua zia, il cugino Ottavio e il nano Archimedeo. Quest'ultimo, dopo due ore di viaggio, si ricordò di dare ad Isabella una lettera da parte del duca: un'altra poesia, ma nel poscritto egli diceva che aveva un regalo per lei.
Durante il tragitto, Ottavio venne invitato dal guardacaccia del duca, e proprio quando il cugino si allontanò, la carrozza venne bloccata da un gregge di capre, così Archideo propose una piccola deviazione verso la villa di Marmirolo del duca, in modo che quest'ultimo avrebbe potuto consegnargli il famoso regalo.
Vincenzo fu felice di accogliere Elisabetta, la portò in una sala e gli mise al collo una collana di zaffiri e perle. Mentre il Duca la deliziava con dolci parole, la passione tra loro prese il sopravvento.
CAPITOLO 6°
Quando Ottavio tornò alla carrozza, un soldato gli riferì il messaggio del nano dicendogli che si erano recati dal Duca. Non perse tempo, galoppò lungo il sentiero finchè non raggiunse il cancello di ferro e, proprio in quel momento, passò la loro carrozza. Ottavio aprì la portiera, e seppe da Emilia quello che era successo: Elisabetta era disonorata.
Nonostante ciò, il matrimonio con Don Ferrante ebbe luogo e nei successivi 15 giorni, lei era così innamorata di Vincenzo da sottrarsi al proprio dovere coniugale.
Questo stava mandando in crisi il matrimonio, così Ottavio consigliò al duca di scrivere una lettera in cui invitava Isabella ad amare il marito, e ciò la convinse a dimenticarlo.
CAPITOLO 7°
La relazione tra Ottavio e Vincenzo aveva subito dei cambiamenti dalla caduta di Isabella: il primo si era trasformatore in un accusatore del secondo.
Durante uno dei suoi festeggiamenti, arrivarono due lettere da parte del Papa Clemente VIII, in cui chiedeva al duca di Mantova di unirsi alle forza imperiali destinate a scacciare gli infedeli dall'Ungheria.
Vincenzo, preso dallo spirito di crociata per la fede, accettò di inviare il suo esercito.
CAPITOLO 8°
I nemici erano sempre più vicini, e quando uomini e cavalli tornavano dal campo di battaglia, partivano subito rinforzi.
Anche il duca aveva combattuto con coraggio, e due sere più tardi giunse un messaggio dai turchi annunciava che erano disposti ad arrendersi ed egli gli promise che avrebbero potuto lasciare Plitenburg senza ulteriori ripercussioni.
CAPITOLO 9°
La battaglia fu poi trasformata in una gloriosa vicenda di coraggio, attraverso un concerto in cui il duca notò una nuova cantante, assai giovane, la quale però aveva un punto fermo nella musica, e non dava molta importanza all'attenzione del duca.
Una di quelle sere di inizio estate, la famiglia Ferrante si era radunata, e Isabella, che aspettava il suo terzo figlio, fu invitata a cantare una canzone scritta per lei dal musicista Claudio, e nel leggerla si commosse per le parole.
CAPITOLO 10°
Claudio cominciò ad esigere un posto più elevato: voleva diventare direttore perché iniziava a pensare di mettere su famiglia con la cantante per cui il duca aveva mostrato interesse, Claudia Cattaneo.
Claudio andò al compleanno della sua amata, pranzò con la famiglia di lei e dopo fecero il bagno separati nel lago lì vicino: gli uomini da una parte, le donne dall'altra.
Ma nello stesso momento il duca stava provando un nuovo strumento, il telescopio, scoperto da Galileo Galilei, con il quale vide Claudia nuda nell'acqua.
CAPITOLO 11°
In autunno fu organizzato un concerto, Claudia conduceva il coro e mentre cantava era consapevole dello sguardo interessato del duca.
Quando la ragazza andò a prendere una boccata d'aria, venne seguita dal duca che, con la sua persuasività, riuscì a portarla in una grande stanza, dove le mostrò i vari quadri che rivestivano le pareti. Nessuna seppe cosa successe tra loro perché Claudia non disse mai una parola.
CAPITOLO 12°
Nonostante Claudia probabilmente fosse stata compromessa , il matrimonio tra lei e Claudio si celebrò e subito dopo il duca partì per un nuovo viaggio per l'Europa. Ma quando suonarono le sirene del Papa, il duca riprese le armi contro gli infedeli in Ungheria. E, mentre era in guerra, Claudio prese il ruolo di direttore.
Vincenzo si ritirò dalla battaglia e si dedicò all'arte, invitando a corte una nuova cantante, Caterina di Roma.
CAPITOLO 13°
Isabella venne invitata da Ottavio a prendere parte a un lavoro sperimentale che stavano svolgendo all'accademia musicale di Mantova, e con il consenso di Don Ferrante, ella accettò.
Era ansiosa di rivedere il duca, ma rimase delusa nel notare i segni dell'invecchiamento visibili sia sul viso che sul corpo di Vincenzo.
CAPITOLO 14°
Spesso Ottavio teneva compagnia a Isabella nel suo appartamento, soprattutto quando era stanca per le prove piuttosto pesanti. Prendendo confidenza, egli finì per raccontare a Isabella la sua triste storia, e lei sentiva come un piccolo fardello la verità che le era stata affidata. Quindi Isabella incontrò nuovamente il duca, i ricordi di passione tornarono in mente . Stavano per ricadere in quello sbaglio quando vennero interrotti da Ottavio. Colto dall'ira, egli spedì una lettera, che era stata scritta in passato dal duca ma mai inviata, in cui parlava dalla loro relazione.
CAPITOLO 15°
Mentre si provava il suo costume, Isabella ricevette una lettera da una dei messaggeri del palazzo, che la informava che suo marito Ferrante era gravemente ammalato. La donna non perse tempo e tornò a casa, accompagnata da Ottavio, lo stesso che poco prima l'aveva insultata per quel che aveva fatto con il duca.
CAPITOLO 16°
Isabella raggiunse il marito, che era stato colpito da una qualche forma di apoplessia che gli aveva tolto le forza anche per parlare. Secondo il fratello, la malattia di Ferrante era stata provocata dalla lettura di una lettera arrivata da Mantova. Così Ottavio andò alla ricerca di questa "prova del tradimento" e la trovò in un bauletto nella stanza del malato.
Alle prime ore della mattina seguente, Ferrante morì per delle crisi convulsive e una serie di ictus.
CAPITOLO 17°
Al palazzo del duca arrivò il Granduca di Toscana, un cantante professionista chiamato per partecipare a "La favola di Orfeo", un concerto tenuto nella sala degli specchi, alla quale ne Claudia ne Isabella poterono prenderne parte. Intanto il duca cercò di combinare un matrimonio tra suo figlio maggiore e la figlia dei Savoia.
CAPITOLO 18°
Claudio, dopo tutto quel lavoro, aveva bisogno di riposo e di tranquillità. Ma non li trovò, perché ritornato da Cremona, comprese che la morte aveva fatto visita nella sua casa: aveva portato via con sé Claudia.
CAPITOLO 19°
Arianna sarebbe stato il debutto di Caterina a corte, e avrebbe dovuto cantare anche il ruolo di Arianna in Dafne. Il duca, che la osservava con occhio per metà paterno e per metà predatore, organizzò per il matrimonio del figlio del Granduca eventi stupefacenti,che si conclusero all'ottavo giorno con lo spettacolo "il ballo delle ingrate".
CAPITOLO 20°
Il duca aveva bisogno di una nuova cantante per aumentare lo splendore del suo palazzo: scelse una napoletana, Adriana Basile, la quale accettò l'invito, portandosi dietro tutta la sua famiglia. Sia Claudio che Vincenzo erano orgogliosi della gioia che ella portava alla loro musica.
CAPITOLO 21°
In primavera le piene alzavano il livello dell'acqua e vi fu un numero insolito di malattie. Per questo il dottore del palazzo permise che la duchessa lasciasse Mantova per salvaguardare la sua salute. Ella, però, non seguì questo consiglio, e quando si diffuse una gelida umidità fu colpita da una febbre che la portò alla morte.
Così il Carnevale assunse un tono espiatorio, e durante il concerto il duca, ormai anziano, si sentì male.
CAPITOLO 22°
Il Carnevale fu cancellato perché le condizioni del duca peggiorarono: aveva la febbre e un dolore bruciante ai polmoni. Tutti sembravano dispiaciuti per la sua sorte, e desideravano parlare un'ultima volta con Vincenzo. Il 18 febbraio dell'anno 1612 il duca lasciò i suoi cari, e il figlio Francesco venne eletto nuovo Duca, il quale decise subito di licenziare alcuni cantanti e alcuni musicisti, tra cui anche Claudio.
CAPITOLO 23°
Durante l'inverno del primo anno del duca Francesco ci fu in città un'epidemia di morbillo:
Ludovico, il suo figlio erede, prese l'infezione e morì, poco dopo anche il duca Francesco per la stessa malattia. Così il Cardinale Ferdinando, cognato della duchessa vedova, diventò duca.
Esso venne abbagliato dalla vista di una giovane ragazza, Camilla Faa, figlia del conte Ardizzino.
CAPITOLO 24°
I tre figli di Isabella accompagnati dal principe Vincenzo, fecero ritorno a casa dalla battaglia a Monferrato, ed ella vide in questo ragazzo l'immagine del duca Vincenzo da giovane.
Intanto Ferdinando, per amore di Camilla, rinunciò al cardinalato e la sposò.
CAPITOLO 25°
Ottavio sorprese, in una sera di maggio, Isabella e il giovane principe Vincenzo passeggiare abbracciati nel giardino di casa di lei, e si rese conto del potere distruttivo della sua gelosia. Isabella negò qualsiasi tipo di relazione con il giovane, e chiese ad Ottavio di dargli la lettera che il duca Vincenzo gli aveva scritto tempo fa. Lui le disse che l'aveva letta a suo marito prima che morisse e che poi l'aveva bruciata. Allora lei lo considerò come l'assassino di suo marito e i figli andarono alla ricerca di Ottavio per ucciderlo.
CAPITOLO 26°
Ottavio si rifugiò alla corte di Ferdinando per assicurarsi un'efficace protezione. Un corriere portò una lettera al duca, nella quale si diceva che il Principe Vincenzo aveva sposato in segreto la vedova Isabella. Per questo egli mandò le sue truppe a prenderlo per riportarlo a Mantova, dove sarebbe stato imprigionato in una fortezza fino a quando non si fosse deciso a rinunciare al suo scandaloso matrimonio.
CAPITOLO 27°
I suoi informatori riferirono a Ferdinando, che era già occupato tra questioni politiche e di cuore, che il principe Vincenzo aveva passato la notte con la moglie Isabella. Voleva liberarsi a tutti i costi di lei, tanto che arrivò a farsi consigliare dall'Inquisitore quali prove doveva raccogliere per farla condannare per stregoneria.
CAPITOLO 28°
Il prete San Martino andò a trovare Isabella e gli confidò che il suo caso era già in istruttoria all'ufficio dell'Inquisizione di Mantova: c'erano due testimoni che la accusavano di stregoneria. Isabella non si tirò indietro, era convinta della sua innocenza e così si presentò di sua volontà a Roma, chiedendo però che anche gli accusatori e i testimoni fossero chiamati al processo. In tribunale, ella venne accusata di aver messo in atto pratiche magiche contro Vincenzo Gonzaga, ma riuscì a convincere il giudice che era innocente: le aveva peccato per amore, e il peccato d'amore non doveva essere punito con severità.
CAPITOLO 29°
Il matrimonio tra Vincenzo e Isabella era stato annullato dal papa Paolo. Ma più urgente del matrimonio era la necessità di trovare del denaro, e questo significava perdere dei quadri per i quali i suoi predecessori avevano combattuto. Il duca non tollerava il pensiero di vedere i quei dipinti sulle pareti di un'altra corte, e c'era chi ricordava con nostalgia il grande duca Vincenzo.
CAPITOLO 30°
Alle otto del mattino della Vigilia di Natale, nell'anno, 1627, dopo essersi perso nei ricordi del suo amore per Isabella, il settimo duca smise di lottare contro l'idropisia. Poco dopo, i generali dell'impero e gli eserciti di Milano e di Spagna ricevettero l'ordine di invadere Mantova, e Ottavio si imbarcò per Venezia.
CAPITOLO 31°
Ottavio era al sicuro nella residenza a Venezia, che si era unita a Mantova contro l'imperatore. Solo quando gli eserciti dei veneziani e dei francesi furono sconfitti in questa città si cominciò a parlare della guerra, a discutere se era stato saggio prendere le parti di uno stato che aveva portato su di se la sua stessa rovina. Ma la peste che si era diffusa a Mantova arrivò anche a Venezia.
Ottavio sentiva un bisogno travolgente di vedere la sua città, così una mattina decise di partire. Quando arrivò trovò una Mantova diversa da quella che aveva lasciato: dove priva regnava la vita ora c'era solo morte. Ricordando il passato, egli comprese che il vero motivo per cui era là era Isabella. La trovò in un letto, logorata dalla peste, ma nemmeno la paura di essere contagiato lo poteva fermare: la baciò, respirando l'aria infetta dei suoi polmoni, e chiese il suo perdono. Ora poteva morire in pace insieme alla sua Isabella, con la speranza che tutto ciò che aveva visto e sentito (le cicale, il fiume, il sole, la luce attraverso gli alberi.) continuerà ad esistere per sempre..
EPILOGO
A settantacinque anni Ottavio viveva a Venezia dell'affitto dei terreni che possedeva nella sua città, che non aveva più visto: la gloriosa Mantova non esisteva più; il palazzo, depredato dei suoi tesori, era stato in parte riarredato grazie alla generosità di altri principi. Durante il Carnevale, Venezia assistette ad un'opera, L'incoronazione di Poppea, scritta da Monteverdi e Busenello. Ottavio tra i cantanti riconobbe la figlia di Isabella, che sfoggiava una bellezza che sembrava fosse la copia di quella di sua madre.
COMMENTO: Ho apprezzato molto il romanzo "La musica dei Gonzaga", in quanto gli intrecci amorosi nell'ambiente di corte sono molto coinvolgenti, grazie anche all'abile mano di questa scrittrice, Clare Colvin. Essa riesce a descrivere gli eventi che si susseguono al palazzo di Mantova senza cadere nella banalità e nella monotonia, tenendo sempre accesa nel lettore la voglia di proseguire la lettura. In genere risulta difficile rendere interessante la narrazione di fatti storici e politici, ma se intrecciati con l'amore, la musica e l'arte, diventano subito apprezzabili.
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