Cicerone - L'Epistolario, L'Attività Oratoria, Le Opere Retoriche, Opere Filosofiche

Cicerone

Tra gli scrittori di questo periodo il più importante fu Cicerone destinato ad avere accanto a se il suo avversario Cesare;due figure di grande personalità e di tendenze opposte. Conservatore e aristocratico l'uno e innovatore e democratico l'altro,entrambi morti tragicamente.

Cicerone discendo da una famiglia equestre in età giovanile si dedicò alla poesia,andò poi a Roma per gli studi di oratoria,seguendo ottimi maestri;Andò poi in Grecia nel 79,per seguire le lezioni di Zenone,ma studiò anche Phedro Epicureo. Solo ne75 dopo aver sposato Terenzia,iniziò il suo "Cursus Onorium".

Fu amministratore di Sicilia nel processo contro Verre dimostrandosi abile oratore sconfiggendo Ortenzio Ortalo. Fu coinvolto nella congiura di Catilina che tentò un colpo di stato. Con una prima catilinaria lo denunciò continuò le accuse con una seconda,facendone addirittura decretare la condanna a morte. Proprio per ciò fu mandato in esilio da Clodio. Dopo un anno ritornò a Roma e si legò a Cesare e Pompeo. Scrisse alcune opere teoriche come il "De Oratore" e il "De Legibus".

Quando Clodio morì ucciso da Milone lo difese,però i triunviri lo mandarono via da Roma,e scrisse "l'Epistolario". Tornato di nuovo in Italia dopo la battaglia di Farsalo, fu perdonato da Cesare,e si ritirò a muscolo,dedicandosi agli studi filosofici.

Quando poi morì Cesare ritornò a difendere la repubblica,unendosi con Bruto,Cassio e Antonio. Quando poi si formò il secondo triunvirato con Antonio e Ottaviano fu brutalmente ucciso a 64 anni.

L'Epistolario

E' un documento fondamentale per conoscere la sua umanitas e la sua personalità. Delle sue lettere ne restano solo 864 distribuite in 4 raccolte: l'epistole ad Attico in 16 libri,ai Familiari in 16 libri,al fratello Quinto in 3 libri,a Marco Bruto in 2 libri.

Queste raccolte furono pubblicate dal suo amico attico ,e dallo schiavo Tirone.

Le scrisse dal 68 alla morte non per destinarle ai posteri,ma per confidarsi.

Esse testimoniano la società e la vita del tempo. Le più belle sono quelle dell'esilio perchè esprimono il suo dolore,come quelle del ritorno in patria evidenziano la sua esaltazione. Molto significative sono quelle per la morte della figlia,che evidenziano il dolore affettivo,e il dolore della caduta degli ideali politici,che appare evidente nelle ultime lettere di Bruto e Cassio,quando aveva perso ogni speranza di salvare la repubblica

Dall'Epistolario si vedono alcuni aspetti del suo carattere;era vanitoso,indeciso,incoerente. Linguisticamente si discosta dalle altre opere perché appare più discorsivo e confidenziale,con l'uso di vocaboli di lingua greca.

L'Attività Oratoria

In queste opere cerca di delineare la figura del perfetto oratore.

In una prima fase ammira Ortenzio Ortalo suo maestro,e nei primi anni scrive orazioni "Pro Quinzio"e la "Pro Roscio Amerino". La prima è un acausa civile contro Ortenzio Ortalo la seconda una causa politica in difesa di un cliente accusato di parricidio,e che grazie a lui fu assolto. Si pose contro Ortenzio Ortalo anche nel processo contro Verre accuse dei siciliani contro Verre,che come pretore era stato accusato di abuso. In quest'occasione scrive 6 orazioni la prima da lui stesso,le altre 5 soltanto scritte,perché Verre se ne andò volontariamente in esilio.

Ma le più celebri sono quelle di Catilina;ne scrisse 4,di cui,2 tenute dinnanzi al popolo,e 2 in senato. In senato nella prima,assale Catilina,nella seconda,informa della fuga di Catilina, al popolo,nella prima,annuncia dell'arresto dei congiurati,nella seconda,fa capire di porsi con Catone,che chiedeva la morte di Catilina.

Dopo il ritorno dall'esilio scrisse altre 4 orazioni 2 per ringraziare di essere tornato,la terza per la ricostruzione della sua casa,e la quarta per scagliarsi contro gli aruspici,che non ritenevano giusto che Cicerone riavesse la propria abitazione. Proprio per questo sostenne i triunviri che abbandonò quando difese Milone,con l'orazione "Pro Milone".

E' questa una delle più belle orazioni,in cui difende il tirannicidio e l'assassinio in nome della giustizia. Dopo un lungo silenzi scrisse altre 14 orazioni,dette Filippiche,di cui ricordiamo la seconda,nella quale si scagliò contro lo strapotere di Antonio. Dobbiamo dire che per ciò che riguarda l'eloquenza,se pur Cicerone abbia seguito lo stile Erodio,a metà tra l'eccessivo splendore della scuola Asiatica,e l'aridità della scuola Attica,egli non seguì schemi fissi,ma il suo stile variava a seconda delle cause esterne.

Le Opere Retoriche

Contengono l'esposizione della teoria del perfetto oratore facendo dell'oratoria un vero insegnamento. A 22 anni scrisse il trattato "De invenzione" che è una delle cinque in cui si divideva l'arte oratoria,le altre quattro sono la "De Posizio", "Eloquizio", "Memoria", "Aczio".

Poi scrisse il "De Oratore" in 3 libri in cui espresse la teoria del perfetto oratore.

Il trattato è in forma dialogica per cui l'oratore doveva avere una vasta formazione letteraria. Segue il "Brutus" in cui elenca i ritratti dei più famosi oratori romani,e coglie l'occasione per scagliarsi contro gli Attici.

Un'altra opera è l'"Orator", dedicato a Bruto. In essa,dopo aver dato la teoria del perfetto oratore e la storia dell'eloquenza,ne fornisce l'esempio pratico,traendo spunto dalle proprie esperienze,l'ideale era egli stesso,che aveva studiato alla scuola di Rodi,superiore a quella Attica. L'oratore perfetto conosceva benissimo la filosofia il diritto civile e la storia romana;doveva saper mettere alle strette l'avversario,doveva avere una grande dialettica,sapendo portare il giudice all'ira o alle lacrime a seconda della causa,facendo apparire giusto ciò che era meglio per il proprio cliente.

Nelle opere retoriche fa ricorso alla filosofia,al tono commosso,alla nostalgia e ad appunti di critica letteraria.

Opere Filosofiche

La filosofia è per Cicerone elemento fondamentale e comune alle opere filosofiche e retoriche. Essa illumina l'eloquenza la politica e la critica letteraria. L'uomo in genere si completa solo con la filosofia. Essa suggerisce di attingere al vero fine dell'esistenza cioè conseguire la virtù.

Si dedicò ad esse dopo la battaglia di Farsalo,quando si ritirò a Tuscolo; egli si rifà alla scuola storica. Le opere sono in forma dialogica e si dividono in filosofia politica e filosofia teoretica e morale.

Nel primo gruppo ricordiamo il "De Repubblica" scritto in sei libri,in cui,dopo aver esaminato le tre forme di governo tradizionale,propone come governo perfetto la fusione di tutte e tre i sistemi,cosa che verrà poi attuata a Roma. Ci rimangono solo i primi due libri.

Un'altra opera è il "De Ligibus", in forma dialogica in cinque libri in cui ci parla di un dialogo tra lui,Quinto e Attico. Ce ne rimangono solo tre libri. Nel primo si dice che la legge ha origine divina,Nel secondo si parla delle leggi religiose;Nel terzo si parla del potere dei magistrati.

Nel secondo gruppo ricordiamo invece il "De Finibus Bonorum et Malorum" in cinque libri, in cui si tratta del problema del sommo bene e del sommo male affrontato dalle varie scuole. Si confuta la teoria epicurea secondo cui il sommo bene è il piacere; Si da invece credibilità alla scuola stoica secondo cui il sommo bene sta nell'onestà e nel vivere secondo natura.

Un'altra opera sono le "Tuscolane Disputazione" in cinque libri, dove cicerone immagina che siano venuti nella sua villa a Tuscolo,in cinque giorni,in cui dice che non bisogna temere la morte perché essa è solo un cambiamento di vita,e la felicità sta nel vivere secondo virtù.

Un'altra opera è il "De Fato" in cui ritiene che l'uomo sia dotato di libero arbitrio e in parte è artefice del proprio destino.

Un'ultima opera è il "De Natura Deorum" in cui dice che la natura degli dei è trascendente e non panteistica come affermavano le altre scuole.

Un'altra opera è il "De Offici" considerata come un testamento che dedica al figlio Marco,è un opera che è considerata come un monumento della morale romana,re tratta i rapporti tra l'utile e l'onesto,dicendo che l'utile vero non contrasta mai con l'onesto e il vero gentiluomo è virtuoso,magnanimo,cortese ed anche un eroe.

Cicerone crea un nuovo linguaggio filosofico. Secondo lui la filosofia corregge i difetti e le colpe degli uomini;Da essa scaturiscono le norme civili e sociali e del liberarsi del timore della morte. Cicerone fu uomo dal carattere forte e coraggioso dotato di acuta intelligenza,che ebbe sempre coraggio delle idee morali e politiche del senato. Tuttavia comprese che i problemi politici potevano essere risolti con un regime monarchico fondato sulla volontà popolare.