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"Chiedi alla polvere" (John Fante) - commento e analisi del testo
Il libro "Chiedi alla polvere" è stato scritto da John Fante, un autore italo americano che visse tra il 1909 e il 1983. Questo è un romanzo basato su tre storie. La prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e lo diventa. La seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere anche se è cattolico. La terza: un ventenne italo americano si innamora di una cameriera ispano americana e vuole sposarla.
In questa tre storia Fante ha scelto un andamento più che geometrico: la prima finisce bene, la seconda non finisce restando bloccata e la terza finisce male, in modo che il protagonista vince, pareggia e perde nello stesso momento. La storia del ventenne che vuole diventare scrittore è semplice e lineare, e inoltre dà alcune lezioni: la prima è il rapporto tra lo scrivere e il denaro (Arturo Bandini, il protagonista, scrive per soldi: ha fame, vuole mangiare e vuole frequentare donne belle e ricche), la seconda è l'ossessione per lo scrivere e l'ultima è il prologo che si trova alla fine del libro (infatti ci fa capire come Fante realizzava il passaggio da realtà a racconto).
La storia del ventenne cattolico viene interrotta dall'arrivo di Camilla e quindi non presenta grandi sviluppi. Il cattolicesimo di Bandini si vede nella sua interpretazione della vita come un infinito susseguirsi di colpa e castigo e nel suo odio per quel modo di vedere le cose a cui non riesce a sottrarsi. Nei primi capitoli il protagonista percorre una strada negativa infrangendo "le regole del buon cristiano" che porta all'arrivo istantaneo del senso di colpa, a volte addirittura prima di peccare. Quando poi finisce a letto con una donna il mattino dopo si scatena un violento terremoto: il suo primo pensiero è essere la causa di ciò. Con questo Fante vuole farci capire che una simile incapacità di peccare non ci fa vivere la nostra vita. E lo ribadisce nella sensazione che ha Bandini fino a metà libro di sentirsi nel posto sbagliato, inadeguato. Ciò rimanda in un certo senso al romanzo di J.D.Salinger, il "Giovane Holden", un sedicenne americano nel mezzo della crisi adolescenziale e che incarna il disagio della gioventù del dopoguerra. A differenza di Bandini però, il suo è l'esilio dell'umano, di chi non riconosce l'ambiente che gli sta intorno.
Con l'arrivo di Camilla l'incapacità di vivere di Bandini diventa l'incapacità di amarla: Camilla è quindi il posto sbagliato in cui decide di rischiare e restare.
Il linguaggio letterario che Fante usa è di due tipi: il primo è composto da una prosa leggera, pulita e veloce, in cui si coglie spesso dell'humour; il secondo è più musicale, poetico con frasi allungate alla ricerca del suono. Ci sono inoltre due storielle inserite nel romanzo che non alterano il corso del romanzo e quindi la cui presenza è relativa. La prima è quella della bistecca, nella quale il protagonista e il suo vicino di camera si recano in una stalla a rubare un vitello per saziare la loro voglia di carne. La seconda è la storia di Vera Rivken, che compare dal nulla nella vita di Bandini per poi scomparire.
Nel romanzo fabula e intreccio coincidono (ad eccezione di alcuni flashback), così come coincidono narratore ed autore (difatti il romanzo è raccontato in prima persona). Ciò ci fa capire che il racconto è ispirato ad una base autobiografica su cui fante ha costruito un'altra storia. Il tempo della storia è quindi maggiore al tempo del racconto (TS>TR), e compaiono spesso dei sommari (ovvero episodi riassunti). Ci sono inoltre delle brevi descrizioni che provocano un leggero rallentamento.
In quanto ai personaggi, possiamo dire che Arturo Bandini, il protagonista, è un ragazzo altruista e disposto ad aiutare gli altri, che si pente dei suoi errori e con il desiderio di diventare uno scrittore per guadagnare molti soldi.
Camilla invece è una ragazza messicana che lavora in un bar come cameriera. Ha i denti bianchissimi, il naso piatto con le narici larghe, le labbra spesse, gli occhi a mandorla e la carnagione scura. Caratterialmente appare forte e determinata, ma invece è tutto il contrario: lo si può notare alla fine, poiché quando Sammy la rifiuta inizia a bere e a drogarsi non riuscendo a superare la delusione.
Sammy è il barista del locale dove lavora anche Camilla ed è malato di tubercolosi. Per questo si trasferisce in una baracca nel deserto per morire in solitudine e dedicarsi alla sua passione, la scrittura. La malattia ha sulla sua interiorità un effetto negativo, rendendolo scontroso e irascibile.
Il sistema dei personaggi è triangolare poiché Arturo è innamorato di Camilla, ma Camilla è innamorata di Sammy.
Il mio giudizio sul libro è piuttosto negativo in quanto non mi piace la visione melodrammatica e a volte catastrofica di ciò che ci circonda. Nonostante ciò "Chiedi alla polvere" è considerato il libro più bello di John Fante e uno dei grandi libri della letteratura del Novecento, tanto che da poco ne è stato girato anche un film.
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