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"CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE": L'INCIDENZA DELLA TELEVISIONE SULLA SOCIETA' CONTEMPORANEA
La televisione riveste ormai un ruolo importantissimo nella nostra vita quotidiana, occupa gran parte del nostro tempo e riesce ad influenzarci nel comportamento e nel modo di pensare. A scuola, al lavoro, per strada, in ogni momento noi viviamo in un mondo, quello in cui viviamo, da cui recepiamo un'infinità di messaggi e nozioni che in qualche modo, inevitabilmente, ci condizionano; ed ecco che grazie alla televisione questo mondo penetra nella nostra vita privata: inculca idee, impone esempi, modifica il nostro modo di pensare e molte volte addirittura lo sopprime e lo sostituisce con uno "migliore", uno sicuramente più conforme ai modelli proposti, o, per meglio dire, imposti. Certo è raro sentire qualcuno ammettere di essere condizionato dalla televisione, ma è proprio perché è ingannevole che il potere della televisione è estremamente forte. Se essa ci venisse presentata come strumento di imposizione di un'ideologia tutti noi staremmo più attenti e considereremmo in modo critico le informazioni che essa ci fornisce, ma la televisione ci viene offerta come qualcosa di cui possiamo usufruire liberamente, qualcosa di finalizzato al nostro utile o al nostro svago, qualcosa di cui possiamo servirci a nostro piacimento. Ed è esattamente nel momento in cui noi "abbassiamo le difese" nei confronti del mondo esterno che ci avviluppa costantemente che, sentendoci finalmente padroni, con il telecomando in mano, siamo nella condizione ideale per subire passivamente tutto ciò che ci viene propinato. La dimensione privata si appiattisce e si confonde sempre di più con quella pubblica, con quella che non siamo in grado di governare. Tutti noi veniamo istruiti dalla televisione, che proprio come una maestra ci indica che cosa pensare e che cosa volere: è impressionante notare lo strapotere di coloro che fanno televisione di farci volere ciò che essi vogliono che noi vogliamo, i nostri stessi desideri spesso non nascono da noi ma vengono creati artificialmente sulla base di mode o di interessi economici, e poi ci vengono propinati, attraverso la televisione, già pronti. Una componente che spesso influisce in questo processo di recezione passiva è proprio la nostra pigrizia: è certamente più facile adattarsi, e convincersi che ciò che viene presentato come migliore sia davvero migliore, piuttosto che seguire la propria coscienza e magari opporsi ad un tale potere. Oltre agli interessi di omologazione di massa del pensiero, la televisione si asservisce anche agli interessi economici e commerciali: inutile dire come la pubblicità condizioni le nostre scelte per quanto riguarda gli acquisti e premi non tanto la qualità o la convenienza del prodotto quanto piuttosto la capacità di attirare i desideri delle persone. La televisione insinua inoltre nelle nostre vite, e quindi nella nostra società, una quantità spropositata di violenza che ha effetti maggiori e più deleteri se gli spettatori sono bambini, che più difficilmente riescono a distinguere nettamente la finzione televisiva dalla realtà, e quindi vengono così in qualche modo istigati all'uso della forza, ma in ogni caso, anche se gli spettatori sono adulti, non è certo priva di conseguenze: si crea una sorta di assuefazione, di abitudinarietà, che inibisce le coscienze ed impedisce loro di giudicare lucidamente e quindi di condannare determinati comportamenti.