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Casa di bambola - Henrick Ibsen




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Casa di bambola


Casa editrice: Bruno Mondadori

Anno di pubblicazione: 1998



NOTIZIE SULL'AUTORE


Henrick Ibsen (20 marzo 1828- 23 maggio 1906)

Quando la Prussia di Bismark invase la Danimarca, Ibsen, che credeva nello Scandinavismo, si aspettava che la Svezia e la Norvegia corressero in aiuto della consorella, invece l'indifferenza generale ai suoi appelli, lo indignarono a tal punto da fargli preferire l'esilio volontario alla patria.

Sbarcò a Casamicciola (Isola d'Ischia) il 20 Maggio 1867 con la moglie Susanna ed il figlio di otto anni Sigurd. Lo aveva preceduto a Casamicciola l'amico danese Vilhelm Bergsöe, giunto il 3 Maggio con un fratello ed una sorella.

Ibsen alloggiò presso l'Albergo Europa (Villa Pisani).

Ibsen era un abitudinario, regolava la sua giornata su un ritmo costante e inalterato. Si levava al primo chiarore dell'alba, e al mattino, lo si vedeva immancabilmente passegiare solitario e pensoso per i sentieri della campagna. Al ritorno si sedeva sulla terrazza dell'albergo. Quì gli veniva servita la colazione. Continuava quindi a rimanere là a contemplare il mare, fino a quando suonava l'orologio di Piazza Maio. E mentre la moglie ed il figlio si preparavano ad andare in spiaggia, lui rientrava in camera a lavorare sul suo nuovo dramma Peer Gynt. Insieme all'amico Bergsöe facevano la solita passeggiata serale sempre alla stessa ora attraversando Casamicciola e seguendo la strada calda e polverosa verso Forio.

A quell'epoca il centro di Casamicciola (Piazza Maio) era composto dalla Chiesa Parrocchiale di San Severino e della Maddalena a tre navate, di lato il campanile con l'orologio. Ai fianchi vi era una linea di fabbricati in forma quadrata ove, lungo settanta metri, c'erano la Confraternita originaria di Santa Maria della Pietà, la Gendarmeria, il Comune, due Spezierie, il Gran Caffè, lo spaccio dei Sali e Tabacchi, la panetteria ed altri due o tre negozi.

Alle 5 del mattino del 15 agosto 1867 Ibsen e Bergsöe partirono per una gita in montagna, passarono l'intera giornata girando per i monti fermandosi molto in alto presso un contadino che aveva una cantina scavata nella montagna, a sera scendendo per i sentieri che li riportavano a Piazza maio, un tremendo terremoto cominciò a far loro venir meno il sentiero da sotto i piedi franando e trascinandoli. Riuscirono a raggiungere gli alberghi con i vestiti pieni di polvere e con qualche graffio. Il terremoto non causò danni alle abitazioni. Ma Ibsen così impressionato dalla spaccatura che presentava il campanile della Chiesa parrocchiale che era situata in Piazza Maio, che all'indomani partì per Sorrento.



ANTEFATTO:


Nora è una donna di una famiglia di medio-alta borghesia. Quando suo marito, che ama profondamente, si ammala a causa dello stress, la donna viene a sapere che l'unica cura che potrebbe salvargli la vita è un lungo viaggio ricostituente in un paese mediterraneo. Per potersi permettere un viaggio del genere, Nora è costretta a chiedere un prestito ad un usuraio, il signor Krogstad, apponendo come garanzia la firma del padre morto, opportunamente falsificata. Naturalmente la donna non rivela nulla al marito, che si sarebbe sentito offeso dall'essere aiutato da una donna, e per giunto con un atto criminoso. Grazie al viaggio Torvald, il marito di Nora, si ristabilisce completamente. Dopo qualche tempo dal loro ritorno la coppi ha due figli, e il marito viene promosso a direttore di banca. Nel periodo natalizio, otto anni dopo il prestito ricevuto, Nora non ha ancora finito di restituire il danaro a Krogstad. Un giorno riceve la visita di una sua vecchia amica, Cristina Linde, che le racconta di essere vedova ed in cerca di un lavoro. Allora Nora intercorre per lei nei confronti del marito, che la assume, dandole il posto che era di Krogstad. Questi minaccia la donna di rivelare il suo crimine al marito se non riotterrà il posto di lavoro, e magari anche una promozione. Per colmare definitivamente il suo debito, Nora decide di farsi fare un prestito dal vecchio dottor Rank, che è invaghito di lei. Ma quando egli le si dichiara, affermando in oltre di essere prossimo alla morte, lei desiste dal suo intento. Parlando con Cristina scopre che questa è la donna che Krogstad aveva amato tempo addietro, e la convince quindi a parlare con lo strozzino, per far sì che Torvald non venga a sapere di nulla. L'usuraio, però, d'accordo con la signora Linde, decide di spedire comunque la lettera che aveva preparato, ed in cui aveva scritto il fatto di otto anni prima. Quando la coppia tornò da una festa tenutasi al piano superiore del loro condominio, Torvald trova la lettera di Krogstad. Irato si foga sulla moglie, incolpandola di un suo prossimo fallimento. Poco dopo trova nella buca delle lettere anche la ricevuta del prestito. L'uomo, calmatosi, la strappa, e ricomincia a trattare a moglie come una bambolina. Nora ha però deciso di averne abbastanza di quella vita, e perciò va via dalla casa del marito, per tornare al suo paese e ricominciare tutto da capo. In questa tragedia, Ibsen ci descrive, con tratti a volte un po' esagerati, la condizione di molte donne del suo tempo, costrette a sottostare alla volontà maschile sia sotto il tetto paterno che sotto quello coniugale. L'opera è una protesta contro questa situazione di disparità, che costringe alcune donne, magari anche dotate di ottime caratteristiche naturali, alla non espressione delle loro idee, ponendo un forte limite al progresso. È inoltre evidente che le differenze non si realizzavano solo tra le mura domestiche, ma anche all'esterno di esse: probabilmente un tribunale dell'epoca, trovatosi a dover giudicare il reato di Nora, avrebbe posto come aggravante il fatto che lei era una donna, e che aveva per anni mentito al marito, mancandogli di rispetto e tradendo la sua fiducia. In effetti, però, fiducia e rispetto non erano alla base delle relazioni sentimentali del periodo di Ibsen, come dovrebbero invece essere oggi. Il marito aveva il diritto di sapere tutto della moglie, la quale non poteva in alcun modo, salvo diversa volontà del coniuge maschio, partecipare alle scelte ed alla risoluzione dei problemi che un matrimonio, e, magari, dei figli, possono causare.

Nella tragedia compare anche la figura di una donna meno soggetta ad altrui volontà: la signora Linde. Essa è infatti vedova, e suo padre è morto, percui si trova libera da ogni vincolo, e può pensare ed agire senza temere alcun giudizio. Si noti come, sfortunatamente, l'unico modo per ottenere di essere degli esseri umani fosse il perdere entrambe le figure che avrebbero potuto esercitare il controllo sulla donna, ma sarebbero dovute esserle care.

Un altro dei temi dell'opera è la forza della speranza, che da a Nora l'energia necessaria per compiere un reato e per tenerlo nascosto al marito per otto lunghi anni, con il solo scopo di vivere felice con un uomo che crede di amare. Ma è sempre la speranza che le fa credere fino in fondo che il marito si opporrà alla minaccia di Krogstad, anche mentre lo ha davanti nel bel mezzo di una scenata isterica. Ed è nuovamente la speranza ad illudere Nora sul fatto che conosce suo marito. La speranza le da la forza di tirare avanti, così come lo spezzarsi delle speranze le darà il coraggio per ricominciare. Come si dice: non tutti i mali vengono per nuocere.

Un altro problema posto da questo testo è la presunta giustezza delle leggi, che considerano marginali, quando le considerano, le motivazioni che possono spingere una persona a compiere un determinato gesto, quasi a pretendere che la ragione prevalga sempre su tutto il resto. È questa una richiesta impossibile a realizzarsi, per quanto uno ci provi, perché ci si troverà sempre in alcune situazioni che non daranno molto tempo di pensare, o molte scelte, e si dovrà perciò agire senza averci ragionato su prima. Ma le leggi, essendo degli ideali teorici, non possono prevedere tutti le condizioni che possono influenzare una persona, il modo in cui la influenzeranno, e si limitano quindi a stabilire dei criteri entro cui devono rientrare le decisioni di giudici e tribunali, ai quali si dovrebbe forse dare una maggiore possibilità di valutazione, impedendo che la teoria giuridica entri in conflitto con la morale comune che impone, nel caso trattato, di fare ogni cosa per salvare chi ci è caro.



PERSONAGGI:

Nora, la protagonista della tragedia, è una donna che è sempre stata succube degli uomini. Suo padre, prima, e suo marito, poi, l'hanno sempre trattata come una bambina incapace, considerandola alla stregua di un giocattolo, pur volendole molto bene. Non ha mai lavorato, e otteneva i soldi dal marito mostrandosi allegra e spensierata per lui, e divertendolo. Sotto sotto, però, aveva una grande decisione, un buon sangue freddo, che le hanno permesso di falsificare la firma del padre e tagliare sulle proprie spese per ripagare il debito che aveva contratto, senza che il marito si accorgesse mai di nulla. Si renderà conto di aver sposato l'uomo sbagliato quando questi si preoccuperà solo della sua reputazione, inifischiandosene di quanto sarebbe potuto accaderle.


Torvald Helmer, marito di Nora, è un uomo abbastanza all'antica, convinto che tutto il "governo" della casa debba stare nelle mani del marito, e che la moglie debba sottostare al suo volere senza lamentarsi e facendosi andare bene ciò che per lui va bene. Considererebbe un insulto il fatto di essere aiutato dalla moglie a risolvere i suoi problemi di salute, e sicuramente non approverebbe il fatto che essa per aiutarlo ha dovuto compiere un crimine. Egli infatti non vede le buone ragioni che l'hanno spinta a fare ciò che ha fatto: vede solo il fatto che essa ha fatto qualcosa che, se risaputo, rovinerebbe la sua carriera.


Cristina Linde, l'amica di Nora, è la donna che potrebbe togliere dall'inghippo in cui si è messa con le sue stesse mani. Infatti è, un tempo, stata la donna di Krogstad, ed anche se lo ha abbandonato per un matrimonio di convenienza egli la ama ancora. Infatti egli acconsentirà alle sue richieste, togliendo l'amica dal pericolo di tipo legale, e mettendola nella condizione di vedere la sua vita con un occhio più critico.


Il signor Krogstad è l'usuraio che, otto anni prima della vicenda, prestò a Nora i soldi necessari al viaggio terapeutico del marito. Un tempo amico di Torvald, è ora un suo dipendente, ma viene licenziato per i suoi trascorsi criminosi e per il fatto che, dandogli del tu, mina la reputazione del suo direttore. Per ottenere salvo il posto minaccia Nora di dire tutta la verità al marito. Nonostante, poi, ogni malvagio proposito abbandoni la sua mente, consegna la lettera alla coppia, perchè Cristina gli ha consigliato di porre fine alla serie di menzogne e segreti che componevano il matrimonio tra Nora e Torvald..


Il dottor Rank, amico di lunga data dei coniugi Helmer, è segretamente innamorato di Nora, e sarebbe perciò disposto a fare qualunque cosa per lei. Malato di una malattia incurabile e mortale, si rassegna alla sua fine prossima, decidendo di non avere accanto a sé i suoi amici nel suo ultimo momento, perché essi possano conservare un ricordo di lui in salute. Quando, dopo essersi dichiarato a Nora, si offre di aiutarla economicamente, essa rifiuta, perché le sembra che sarebbe quasi uno sfruttamento.


In questa tragedia, Ibsen ci descrive, con tratti a volte un po' esagerati, la condizione di molte donne del suo tempo, costrette a sottostare alla volontà maschile sia sotto il tetto paterno che sotto quello coniugale. L'opera è una protesta contro questa situazione di disparità, che costringe alcune donne, magari anche dotate di ottime caratteristiche naturali, alla non espressione delle loro idee, ponendo un forte limite al progresso. È inoltre evidente che le differenze non si realizzavano solo tra le mura domestiche, ma anche all'esterno di esse: probabilmente un tribunale dell'epoca, trovatosi a dover giudicare il reato di Nora, avrebbe posto come aggravante il fatto che lei era una donna, e che aveva per anni mentito al marito, mancandogli di rispetto e tradendo la sua fiducia. In effetti, però, fiducia e rispetto non erano alla base delle relazioni sentimentali del periodo di Ibsen, come dovrebbero invece essere oggi. Il marito aveva il diritto di sapere tutto della moglie, la quale non poteva in alcun modo, salvo diversa volontà del coniuge maschio, partecipare alle scelte ed alla risoluzione dei problemi che un matrimonio, e, magari, dei figli, possono causare.

Nella tragedia compare anche la figura di una donna meno soggetta ad altrui volontà: la signora Linde. Essa è infatti vedova, e suo padre è morto, percui si trova libera da ogni vincolo, e può pensare ed agire senza temere alcun giudizio. Si noti come, sfortunatamente, l'unico modo per ottenere di essere degli esseri umani fosse il perdere entrambe le figure che avrebbero potuto esercitare il controllo sulla donna, ma sarebbero dovute esserle care.

Un altro dei temi dell'opera è la forza della speranza, che da a Nora l'energia necessaria per compiere un reato e per tenerlo nascosto al marito per otto lunghi anni, con il solo scopo di vivere felice con un uomo che crede di amare. Ma è sempre la speranza che le fa credere fino in fondo che il marito si opporrà alla minaccia di Krogstad, anche mentre lo ha davanti nel bel mezzo di una scenata isterica. Ed è nuovamente la speranza ad illudere Nora sul fatto che conosce suo marito. La speranza le da la forza di tirare avanti, così come lo spezzarsi delle speranze le darà il coraggio per ricominciare. Come si dice: non tutti i mali vengono per nuocere.

Un altro problema posto da questo testo è la presunta giustezza delle leggi, che considerano marginali, quando le considerano, le motivazioni che possono spingere una persona a compiere un determinato gesto, quasi a pretendere che la ragione prevalga sempre su tutto il resto. È questa una richiesta impossibile a realizzarsi, per quanto uno ci provi, perché ci si troverà sempre in alcune situazioni che non daranno molto tempo di pensare, o molte scelte, e si dovrà perciò agire senza averci ragionato su prima. Ma le leggi, essendo degli ideali teorici, non possono prevedere tutti le condizioni che possono influenzare una persona, il modo in cui la influenzeranno, e si limitano quindi a stabilire dei criteri entro cui devono rientrare le decisioni di giudici e tribunali, ai quali si dovrebbe forse dare una maggiore possibilità di valutazione, impedendo che la teoria giuridica entri in conflitto con la morale comune che impone, nel caso trattato, di fare ogni cosa per salvare chi ci è caro.

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