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Carlo Goldoni
Vita
Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 dal medico Giulio e Margherita Salvioni.
Trascorso nella città natale il periodo della
fanciullezza,nel 1719 Carlo segue nelle peregrinazioni il padre,trasferitosi a
Perugia. Nella città umbra,il giovane studia retorica e grammatica presso i
gesuiti;nel 1720 viene inviato a Rimini dove si dedica alla filosofia. L'anno
successivo fugge dalla scuola approfittando del passaggio della Compagnia dei
Comici Napoletani di Florido Maccheroni e al loro seguito torna via mare a
Chioggia,dove risiede la madre. Goldoni intraprende una vita vagabonda e
itinerante sui palcoscenici di provincia. Si spinge ad Udine e a Gorizia,poi
ritorna a Chioggia dove ottiene di essere assunto all'interno della cancelleria
criminale del Podestà. In seguito alla morte improvvisa del padre,la famiglia
si trasferisce a Venezia e a Padova. Nel 1733 lo troviamo a Milano dove si
rifugia per sfuggire a un matrimonio indesiderato e a creditori. Riprende a
calcare i palcoscenici dell'Italia settentrionale fino al 1734,anno in cui
ritorna a Venezia. Nel 1736 sposa Nicoletta Connio e la coppia si trasferisce a
Venezia. Comincia quindi nel 1748 la vita di professionista teatrale sello
scrittore. Goldoni progetta e realizza sedici commedie a partire dal teatro
comico che ha la funzione di un vero e proprio manifesto del proprio progetto
teatrale e poetico:lo scrittore esprime il proprio programma che si propone di
mettere in scena la realtà contemporanea e vicende verosimili. Nel 1753 va in
scena la commedia che da molti viene considerata il capolavoro di Goldoni:
Il teatro comico e la poetica della riforma goldoniana.
Nel 1750 Goldoni ha ben chiari i capisaldi della propria riforma teatrale. Proprio per renderli espliciti,il commediografo scrive il Teatro Comico,una sorta di commedia nella commedia. Tipicamente illuminista è la concezione goldoniana che chiede di fondare l'opera d'arte su una poetica razionale,chiara,ben definita ed esplicitamente dichiarata.
Le ragioni della riforma
L'opera ha per protagonisti alcun attori. Le ragioni della riforma goldoniana emergono dal vivo dialogo dei personaggi,prima ancora che da teoria. Attraverso le vicende e le parole pronunciate dai personaggi del Teatro comico,Goldoni critica i difetti di prevedibilità ,disordine,improvvisazione senza arte,banale,ripetitivo che caratterizzano il vecchio teatro.
Testo scritto e verosimiglianza
Se a tali aspetti aggiungiamo il testo scritto che assicura la prevalenza dell'autore su capocomico e attori,l'equilibrata suddivisione in atti e scene e la sostituzione delle maschere con i personaggi o caratteri verosimili e tratti dalla vita quotidiana,abbiamo l'intero quadro della riforma.
Realismo e analisi dei costumi
Alla base delle commedie goldoniane c è il curioso e profondo interesse dello scrittore verso gli avvenimenti della vita,la registrazione dei comportamenti quotidiani colti nella loro concretezza,l'analisi dei costumi e del modo di pensare. Le sue opere si caratterizzano per un realismo che evita toni e tinte drammatiche e sono spesso ambientata nello spazio della società borghese,popolare e aristocratica veneziana.
Notevole è l'interesse per la psicologia sociale;attenta è la rappresentazione del mondo borghese,ed ampio risalto è dato alla descrizione della forte individualità del mercante veneziano.
In Goldoni di volta in volta prevagono temi specifici e universali:l'amore,la gelosia,l'avarizia,la sete di denaro,la furbizia,l'ambizione,l'onestà,la saggezza,lo scontro tra modi di pensare diversi.
La lingua
Le commedie di Goldoni sono caratterizzate da un forte plurilinguismo,che talora è la lingua italiana,talora il dialetto veneziano. Tale scelta è legata all'intento di rappresentazione realistica di ambienti e personaggi,che esige l'adeguamento della lingua alla specificità delle situazioni messe in scena. Il problema della lingua si pone nei termini di ricerca dell'espressione più adatta a rendere verosimile la rappresentazione del mondo borghese e popolano veneziano.
La lingua delle commedie goldoniane è ricalcata su un italiano medio,o un veneziano medio,arricchito spesso da espressioni popolari che vivacizzano il lessico,lo rendono concreto e creativo.
Il
capolavoro: la locandiera
Rappresentata la prima volta nel 1753,la locandiera,commedia in tre atti è da molto ritenuta uno dei capolavori di Goldoni e uno degli esempi più lineari delle realizzazioni nate dalla riforma teatrale. Molti sono i personaggi,tutti ben caratterizzati.
Il conte d'Aldafiorita e il marchese di Forlipopoli sono ospiti della locanda fiorentina,di cui è proprietaria la giovane Mirandolina. I due si contendono l'amore dell'intraprendente ragazza:l'uno borghese arricchito che ha comprato il suo titolo nobiliare,l'altro nobile decaduto e superbo. L'unico a essere arrogante e scontroso con la ragazza è il cavaliere di Ripafratta,un misogino che sostiene di essere insensibile al fascino della locandiera. La ragazza punta sul vivo nella sua femminilità e offesa nell'amor proprio,fa di tutto per far innamorare di sé il burbero cavaliere. Ne derivano gelosie e litigi fra i tre ospiti. Infine Mirandolina riesce nel proprio intento,ma quando il cavaliere casca nella rete e dichiara pubblicamente il suo amore per lei,la protagonista soddisfatta preferisce sposare Fabrizio,il cameriere della locanda,che le era stato raccomandato dal padre.
Il personaggio della giovane e intraprendente ed astuta non è nuovo nelle commedie goldoniane,ma nella locandiera raggiunge livelli d eccellenza anche perché è esaltato dal confronto con i caratteri dei pretendenti. Mirandolina appare lontanissima dalle maschere della Commedia dell'arte:sono ricchi di approfondimento psicologico. Mirandolina nasconde in sé una duplice natura:da un lato la femminilità la spinge a farsi corteggiare e ad usare le proprie armi femminili per il gioco della seduzione;dall'altro ella vuole badare al sodo e ai propri affari di locandiera,per assicurarsi agio e tranquillità. In altre parole in lei si alternano grazia femminile e realismo,natura e ragione.
Nel capolavoro all'estrema elasticità del personaggio corrispondono il nitore dell'ambiente e del linguaggio semplice e di buon gusto. Curioso è il fatto che ,per non venir meno all'estetica illuminista che vuol attribuire alle opere una funzione di insegnamento morale,Goldoni dirà di aver scritto l commedia per educare gli uomini a non incappare nelle reti delle seduttrici. Se valore morale vi è nel delizioso gioco,esso consiste in realtà nella capacità di Mirandolina di dominare se stessa:il padre,morendo l'ha destinata in sposa al cameriere Fabrizio e proprio con Fabrizio la giovane decide infine di maritarsi.
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