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CARLO GOLDONI
La bottega del Caffè
Commedia in tre atti scritta e rappresentata nel 1750 a Mantova.
La Trama
.' La scena stabile rappresenta una piazzetta in Venezia, ovvero una strada alquanto spaziosa con tre botteghe: quella di mezzo ad uso di caffè; quella alla diritta, di parrucchiere e barbiere; quella alla sinistra ad uso di giuoco, o sia di biscazza; e sopra le tre botteghe suddette si vedono alcuni stanzini praticabili appartenenti alla bisca, colle finestre in veduta della strada medesima. Dalla parte del barbiere (con una strada in mezzo) evvi la casa della ballerina, e dalla parte della bisca vedesi la locanda con porte e finestre praticabili. '.*
La scena in cui si articola diegesi è indicata dallo stesso Goldoni, che nella 'premessa' alla sua commedia, fornisce ai lettori alcune indicazioni.
L'azione si svolge appunto in questa piazzetta, in fittissimo intrigo di ciarle, pettegolezzi, amoretti e malignità. Su questo sfondo si innesta una vicenda lineare: Eugenio, infatuato di Lisaura, giovane ballerina, trascura la moglie Vittoria, che pur mostra di stimare sinceramente, e vive scioperatamenete, lasciandosi truffare dal conte Leandro alla bisca di Pandolfo, altro truffatore della commedia; sotto le spoglie di Leandro si cela Flaminio, disperatamente cercato dalla moglie Placida nelle vesti di pellegrina. A complicare la matassa ci si mette Don Marzio, autentica creazione del Goldoni. La storia, nonostante gli esordi, si conclude nel migliore dei modi: Eugenio ritorna dalla moglie; Lisaura, tradita da Leandro cui tendeva in matrimonio, lo caccia di casa; Leandro, ritrovato dalla moglie, si piegherà ad una vita onesta; Don Marzio, quasi pentito, abbandona la città in quanto la sua lingua, gli 'ha acquistato l'infamia, che il peggiore de' mali'.
La riforma goldoniana del teatro
Punto di partenza da cui muove Goldoni nella sua riforma è la Commedia dell'arte o commedia all'improvviso. Nata nella seconda metà del '500, nel '600 trova larga diffusione soprattutto fungendo da intrattenimento delle masse popolari. Già nel '600 questo tipo di arte fu fortemente avversata soprattutto dai teologi, in quanto rappresentava la realtà nella sua schiettezza e veridicità. L'intento di Goldoni è quello di portare in scena la verità della vita, servendosi della commedia, che è proprio il genere più vicino alla realtà di tutti i giorni, il tutto nei limiti delle regole.
Partendo, quindi, dalla commedia dell'Arte Goldoni si pone i seguenti obiettivi:
Riportare sulla scena dei personaggi veri, con una loro psicologia, in sostituzione dei personaggi fissi e stereotipati, per lo più mascherati, della commedia d'arte;
Impostare la vicenda su una trama esile e lineare, in sostituzione delle trame complicate ed inverosimili della commedia dell'Arte;
Dotare la commedia di un copione, e non del semplice canovaccio sui cui i comici della commedia d'arte improvvisavano liberamente, servendosi via via specializzandosi di un repertorio di battute fisse;
*da 'La bottega del caffè' - l'autore a chi legge.
Pertanto gli elementi della riforma di Goldoni sono:
Approfondimento psicologico dei personaggi
Realismo delle situazioni
Attualità delle problematiche
Chiaro messaggio morale
La riforma nella Commedia del caffè
Innanzi tutto 'La commedia del Caffè' risponde ai canoni d'unità di tempo e spazio della Ars Poetica pseudoaristotelica, il che lo stesso Goldoni nelle Memorie vuole sottolineare in risposta a possibili accuse: .' Presi La Bottega del Caffè dalla classe della cittadinanza. Il luogo della scena che mai non varia (.) è una piazzetta della città di Venezia. (.) Ecco una unità di luogo esattissima. I rigoristi questa volta saranno contenti di me: ma lo saranno dell'azione' (.)io nel titolo della Commedia no presento un'istoria, una passione, un carattere, ma una bottega da caffè, in cui si fanno molte azioni ad un tempo (.); e se ho la fortuna di stabilire un rapporto essenziale fra questi differenti oggetti e di renderli necessari l'uno l'altro, credo d'aver adempito ai miei doveri, (.)**.
Limitatamente agli elementi precedentemente elencati, La Commedia del Caffè risponde a pieno a quella volontà di rappresentare una medio-bassa borghesia con realismo e con un diretto riscontro nelle azioni quotidiane riguardanti a quella attualità di problematiche, per cui si veda sopra. La borghesia per Goldoni è simbolo di laboriosità, onestà, serenità, cortesia e libertà; a questa stessa si contrappone la malignità, l'intrigo, la truffa che pur caratterizza questa come le altre classi sociali. E quindi alla giovane e onesta Lisaura si contrappone il truffatore Leandro; ad aggravare ogni situazione subentra la malalingua di Don Marzio e così via.
Ma queste contrapposizioni interne alla vicenda si risolvono alla fine della commedia con la cosiddetta morale della favola in cui si coglie l'intrinseco messaggio morale presente nelle commedie goldoniane: infatti, Don Marzio, autentica e intrigante creazione del Goldoni, (di lui lo stesso Goldoni nelle Memorie: .'maledicente parabolano, molto comico ed originale, che mostrasi appunto per uno di quei flagelli dell'umanità soliti ad inquietar tutti, (.) soprattutto i due amici del caffettiere. **.) è costretto ad abbandonare la città; il disonesto biscazziere Pandolfo viene arrestato e Leandro si ripiega all'onestà. Il maligno dunque è punito, questo è il vero messaggio morale. Tutto ciò alla luce di un approfondimento psicologico dei personaggi che per certi aspetti riecheggia le indagini boccaccesche.
Singolare è la figura di Ridolfo, proprietario della bottega, definito nelle Memorie . 'uomo onesto, pronto a render servizio, ed officioso s'interessa per l'unione di questo matrimonio infelice (tra Eugenio e Vittoria), e perviene a correggere l'uno ed a rendere l'altra fortunata e contenta.'** .
Tratta il matrimonio, l'amore libertino, la truffa da bisca, le vicende di una realtà quotidiana: commedia del popolo appunto.
.'questa commedia ebbe un incontro fortunatissimo: l'unione ed il contrasto de' caratteri non poteva mancar di piacere; '**.
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