Analisi di testo:
Il Lampo
Giovanni Pascoli nella composizione di Myricae
(una raccolta di poesie dai temi semplici, spontanei e naturali) si ispira alla
IV Bucolica di Virgilio. Appartiene a questa raccolta "Il Lampo". Il poeta
descrive un immaginario buio, oscuro, che ad un tratto s'illumina e ci permette
di scorgere una casa che subito sparisce. Questo edificio è simile ad un occhio
che si apre e poi si chiude nell'immensità buia della notte. Nel componimento
manca qualunque sviluppo temporale ed è caratterizzata da un primo verso
staccato dal resto. All'inizio nel primo verso, viene anticipato ciò che
succede: la visone del cielo e della terra nel loro aspetto naturale, semplice
e spontaneo. Successivamente viene descritto l'immaginario triste e pensoso. La
terra è livida, abbattuta e quasi ansante, con un respiro affannoso; Il cielo è
carico di nuvole, tragico, perché ha perso la sua serenità e nel tacito tumulto,
saturo di brividi, appare nel breve istante in cui si manifesta un lampo, una
casa illuminata, bianca, bianca, che terminato quel frangente di luce si
oscura. Quest'immagine rapida che appare e scompare in pochissimo tempo è
paragonata ad un occhio che nell'oscurità della notte si apre, si dilata,
spaventato ma subito si chiude. Una similitudine che evidenzia non solo la
rapidità della casa che appare e scompare come la velocità dell'occhio che si
apre e ci chiude, ma anche il loro colore, bianca, bianca la casa, bianco
l'occhio spaventato e dilatato. "Il lampo" titolo della poesia non appare nel
testo della poesia, quasi a mettere in evidenza che manca il tempo per
pronunciare il suo nome che già scompare. Il linguaggio evoca un'atmosfera
terrificante, come lo stesso contenuto, caratterizzato da un susseguirsi di
immagini (terra, cielo, casa, occhio) che mette in evidenza angoscia, paura e
smarrimento, sentimenti dell'animo del poeta abbattuto da gravi lutti. Pasoli,
infatti, concepisce la vita come un atomo opaco del male e nel "Lampo" il poeta
è come se fosse teso ad ascoltare il battito segreto della natura, per
coglierne l'essenza per cercare un'impossibile identità l'io e il mondo, un
mondo che egli ha rifiutato chiudendosi nel suo nido.