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Analisi del testo poetico
"La pantera" di Rainer Maria Rilke
da NEUE GEDICHTE
Nuove poesie
Nel Jardin des plantes, Parigi
La Pantera
Dal va e vieni delle sbarre è stanco
l'occhio tanto che nulla più trattiene.
Mille sbarre soltanto ovunque vede
e nessun mondo dietro mille sbarre.
Molle ritmo di passi che flessuosi e forti
girano in minima circonferenza,
è una danza di forze intorno a un centro
ove stordito un gran volere dorme.
Solo dalle pupille il velo a volte
s'alza muto.- Un'immagine vi pènetra
scorre la quiete tesa delle membra -
e nel cuore si smorza.
Rainer Maria Rilke
Testo originale in tedesco:
Der Panther
Sein Blick its vom Vorübergehn der Stäbe
so müd geworden, daß er nichts mehr hält.
Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe
und hinter tausend Stäben keine Welt.
Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte,
der sich im allerkleinsten Kreise dreht,
ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte,
in der betäubt ein großer Wille steht.
Nur manchmal schiebt der Vorhang der pupille
sich lautlos auf -. Dann geht ein Bild hinein,
geht durch der Glieder angespannte Stille -
und hört im Herzen auf zu sein.
La pantera di Rainer Maria Rilke è una breve poesia di tre quartine con funzione emotiva.
Rainer Maria Rilke nasce nel 1879 a Praga, fra il 1886 e il 1891 frequenta contro la sua volontà la scuola militare. Dopo la maturità studia arte e storia della letteratura a Praga Monaco e Berlino, risalgono a questi anni le sue prime poesie e la decisione di dedicarsi alle poesie. Importanti i due soggiorni a Parigi nel 1902 e un secondo nel 1905-1906, sempre a Parigi entra in contatto con lo scultore Rodin che molto influenzerà la sua poesia, di Parigi lo colpiscono anche aspetti poco positivi come l'effetto negativo della metropoli sull'uomo, da queste esperienze nascono opere poetiche come Neue gedichte 1907- 1908. Muore nel 1926.
Una pantera è rinchiusa in una gabbia e continua ad andare avanti e indietro. Per la pantera esistono solo le sbarre, pur essendo agile e forte, la pantera continua a girare in tondo. L'animale malinconico desidera intensamente essere libero .Ogni tanto la pantera apre gli occhi perché pensa per un momento di essere libera ma vede di nuovo le sbarre e il suo desiderio di libertà svanisce. Nella poesia c'è un unico personaggio ed un unico luogo: la pantera e la gabbia.
La pantera è uno dei tanti animali che abitano il "Jardin de Plantes", di Parigi, cui Rilke dedica una poesia, se precedentemente aveva descritto l'uomo come marionetta dolorante privata della propria umanità e costretta a vita innaturale nelle metropoli, nella serie di poesie dedicate agli animali Rilke descrive l'angoscia della perdita della spontaneità dell'istinto animale che lentamente portano la pantera alla follia. Soggetto della prima quartina della poesia è l'occhio, preceduto dall'aggettivo stanco, stanco del va e vieni delle sbarre. Muovendosi la pantera percepisce solo sbarre che paiono muoversi, moltiplicarsi. Dietro le sbarre nessun mondo, il vuoto. L'occhio, mezzo dato agli esseri viventi per percepire l'altro il diverso da se, è continuamente ostacolato dal riprodursi delle sbarre ed è diventato ora così stanco da non trattenere più nulla da non ricordare più. Il corpo della pantera viene descritto con aggettivi che rimandano immediatamente alle caratteristiche di quell'animale, i suoi passi sono "flessuosi e forti" in contrasto però con il "molle" ritmo in cui sono costretti. Il percorso obbligato della pantera è reso dalla metafora "danza di forze intorno ad un centro". Anche "un gran volere dorme" è una metafora. Il "grande volere" sottostà alla costrizione forzata, a una danza coercitiva intorno ad un nulla. L'ultima strofa è la metafora della speranza ridotta ad un freddo "qualche volta", solo qualche volta si ha l'illusione di non essere soli di poter interagire con il mondo. "Il velo dalle pupille" e "scorre la quiete tesa delle membra" sono metafore. L'immagine che penetra nelle pupille e destinata a svanire nel cuore.
Nei primi due versi c'è un chiasmo.
Guardando il testo in tedesco si notano le rime che sono alternate.
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