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ANALISI DEL RACCONTO "I dodici abati di Challant" di Laura Mancinelli
Struttura del testo:
Il testamento per Franchino di Mantova Situazione iniziale
Franchino si reca al castello
Venafro
I dodici abati Esordio
La marchesa
L'inventore Enrico da Mozzarone
Morte dell'abate Nevoso
Morte dell'abate Torchiato
Il filosofo
Morte dell'abate Celorio
La pretessa
Cicco
Morte dell'abate Foscolo Peripezie
Morte di Ipocondrio Il trovatore
Morte dell'abate Mistral
Morte dell' abate Leonizio
L'abate Mistral abbandona il castello
Il mercante veneziano
Morte dell'abate Prudenzio
L'astrologo
Morte dell'abate Santoro
Morte dell'abate Malburno
Ildebrando appicca un incendio al castello Spannung
Muore nell'incendio
Tutti sono liberi
Venafro, la marchesa, Cicco e il gatto Mirò Scioglimento
andarono a vivere dalla pretessa
I duchi Franchino di Mantova per rispettare il testamento del Marchese Alfonso suo predecessore deve vivere in castità per il resto dei suoi giorni per rimanere nel castello.
Per sorvegliare il duca furono inviati al castello di Challant, dove viveva la vedova marchesa di Challant, dodici abati da un monastero vicino e Venafro che diventerà fedele servitore della marchesa.
Però nel castello iniziano a accadere strane morti come se una maledizione fosse caduta sul castello e sui suoi abitanti.
Il primo a morire fu l'abate Umidio che per l'età soffriva già di malori fu trovato morto.
Poi toccò all'abate Nevoso che morì precipitando giù da un burrone con una slitta donatagli da Venafro il quale l'aveva comprata da un inventore genovese venuto a far visita al castello.
Poi morì l'abate Torchiato dopo aver bevuto un po' troppo vino.
Al castello arrivò un filosofo che venuto a conoscenza dei fatti accaduti al castello affermò che nel castello regnavano demoni. Dimostrò questo in seguito alla morte di abate Celorio il quale era sempre seduto vicino al camino poiché soffriva il freddo e un giorno una pentola gli cadde sulla testa.
Il filosofo attribuì la colpa ai piccoli diavoli che abitavano nel fuoco e fra i servi iniziò una paura generale tanto che nessuno voleva più avvicinarsi al camino.
Così la marchesa decise di chiamare una pretessa famosa per le sue doti da esorcista.
Lei riuscì scacciare i demoni e per ricompensa chiese alla marchesa di ospitare Goffredo da Salerno un medico affinché continuasse i suoi studi. E per questo fece due regali alla marchesa: uno era una scacchiera bellissima di legno pregiato e l'altro era un bambino di nome Cicco e di circa due anni.
Madonna Maravì una delle dame della marchesa s'innamorò di Goffredo però l'amore non era ricambiato e infuriata per questo scaraventò un pezzo della scacchiera contro Goffredo però sbagliando mira colpì l'abate Foscolo che morì.
Poi fu la volta dell'abate Ipocondrio che inciampò dopo essersi arrampicato sulla cinta più alta delle mura per catturare Cicco e rubargli il flauto inciampò e precipitò morendo al suolo.
Un giorno arrivò al castello un trovatore che s'innamorò della marchesa e per questo fu cacciato dal duca Franchino geloso della Marchesa; lo stesso giorno l'abate Mistral anch'egli innamorato della Marchesa se ne andò avendo saputo l'amore che c'era i due.
Poi arrivò al castello un mercante veneziano in esilio poiché nella sua terra c'era una malattia contagiosa. Poi fu la volta dell'abate Leonzio che morì a causa di un paio di occhiali donatigli dalla merchesa . Infatti
L'abate Prudenzio morì a causa di una sua stessa invenzione che aveva lo scopo di isolarlo dal castello ma ne rimase schiacciato.
Arrivò al castello un astrologo che dopo avere predetto alla marchesa che il castello sarebbe caduto in mano ai Savoia, disse all'abate Santoro si seguire una stella che avrebbe risposto a tutte le sue domande. Santoro intento con il binocolo a cercare la stella precipitò.
I seguito l'abate Malburno si ammalò ai lombi e la medicina del tempo che diceva che ad ogni malessere fisico ne corrispondeva uno morale gli consigliò di fare attività sessuale.Ma Malburno abusò di ciò e mori nel suo letto.
Infine rimase solo l'abate Ildebrando che convinto che il castello fosse infestato dal demonio lo incendiò ma nell'incendio perì anche lui.
La marchesa, Cicco e Venafro chiesero asilo alla pretessa finché non avessero costruito una nuova casa.
Analisi del tempo:
Le vicende si svolgono nel basso medioevo. Le nozioni sono fornite nel testo nel primo capitolo. La narrazione comprende un periodo di circa un anno inizia in autunno e finisce ad ottobre dell'anno successivo.
Per quanto riguarda le tecniche dalla durata il romanzo è abbastanza scorrevole infatti presente il sommario in cui il tempo del racconto è più veloce rispetto al tempo della storia . inoltre sono presenti descrizioni di luoghi e persone che rallentano la narrazione.
Le vicende si svolgono nel castello di Challant tra le colline del nord Italia.
Le descrizioni presenti hanno soprattutto funzione informativa per i luoghi e focalizzatrice per la descrizione degli stati d'animo dei personaggi.
La marchesa Isabella d'Aquitania: personaggio principale .E' bellissima e infatti sarà l'oggetto di desiderio per molti castellani. Molto coraggiosa e sicura di sé non scolta le ammonizioni degli abati .
S'innamorerà follemente di un trovatore arrivato al castello . Questo però verrà subito cacciato dal castello da Franchino geloso della bella donna.
Nonostante il suo carattere molto forte si prenderà cura di Cicco come se fosse suo figlio e alla fine andrà a vivere con lui e Venafro il suo fido aiutante.
Il duca Franchino di Mantova: personaggio principale. Era biondo esile con gli occhi azzurri. Un vero menestrello ma per sua sfortuna doveva rimanere casto fino alla sua morte come diceva il testamento del suo predecessore il Marchese Alfonso . Per questo erano stati mandati al castello 12abati per sorvegliarlo .
Nonostante ciò era molto geloso della Marchesa e infatti scacciò il trovatore dal castello.
Venafro: personaggio secondario. E il fedele servitore della marchesa. I suoi capelli erano neri , i baffi neri, gli occhi pure incredibilmente neri.
La sua provenienza era sconosciuta ma si pensava avesse origini nobili.
E' molto colto infatti condivide la coltura con la marchesa e ogni sera prima di andare a letto nella sua torre scrive un erbario .
L'abate Umidio: soffriva di numerosi acciacchi e cercava di alleviare i suoi dolori con erbe e pozioni che lui stesso faceva. Fu trovato morto nella sua stanza.
L'abate Nevoso: era abbastanza giovane molto pigro. Morì schiantandosi su una slitta.
L'abete Celorio: un vecchietto malato e freddoloso. Morirà per una padella che gli cadrà in testa.
L'abate Ipocondrio: non gli piaceva assolutamente Cicco e infatti morì cercando di acchiapparlo
L'abate Prudenzio: era un inventore morì a causa di una sua stessa invenzione che aveva lo scopo di isolarlo dal castello ma ne rimase schiacciato.
L'abate Malburno: si ammalò ai lombi e la medicina del tempo che diceva che ad ogni malessere fisico ne corrispondeva uno morale gli consigliò di fare attività sessuale. Ma Malburno abusò di ciò e mori nel suo letto.
L'abate Santoro: è un omino silenzioso il suo scopo sarebbe quello di convertire la marchesa alla vera fede, ma la sua timidezza gli ha sempre impedito di parlarle, così chiede all'astrologo informazioni sulla stella della santità: esortato dall'uomo a seguirla, egli parte e da quel momento non si sa più niente di lui
L'abate Leonizio: La marchesa gli regala un paio di occhiali speciali che pensava potessero alleviare la sua sofferenza, ma questi sono la causa della sua morte: mentre rincorre la sua amata, l'abate urta diverse volte dei cespugli di rose e così muore stremato e soffocato al cuore.
L'abate Ildebrando: è l'ultimo abate che rimane al castello dopo la scomparsa degli altri undici; accusa la marchesa e tutti i cortigiani di essere degli infedeli brucia il castello trovando, però, la morte nel rogo.
L'abate Mistral: veste da cavaliere e come tale gli piacciono i cavalli e la danza. Ad un certo punto decide di partire in cerca di una donna da amare, o di un impero da conquistare, promettendo alla marchesa che se non avesse trovato nessuno dei due sarebbe ritornato da lei.
L'abate Foscolo: Muore schiacciato da una torre degli scacchi che la pretessa aveva donato alla marchesa, lanciato da una finestra da madonna Maravì che lo aveva scambiato per ser Goffredo
L'abate Torchiato: muore dopo aver esagerato nel bere il lambrusco a cui teneva tanto, dato che era l'unico vino che lui, profondo conoscitore di quel genere di bevanda, non aveva ancora assaggiato.
Narratore e focalizzatrice:
Il narratore è esterno e onnisciente infatti conosce tutte le vicende che accadono .
Non vi sono variazione durante il corso del racconto.
Lingua e stile:
Il romanzo è scritto in modo semplice il lessico è in alcune parti antico , medievale ma nonostante ciò si capisce. La sintassi è semplice.
Le parole dei personaggi sono riportate prevalentemente in discorso diretto.
I pensieri in discorso raccontato .
Commento personale:
Questo romanzo mi è piaciuto perché e divertente leggere le vicende degli abati .
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