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Alessandro Manzoni
Il Pensiero
NATURA MORALE DEL PESSIMISMO MANZONIANO. Come il Foscolo ed il Leopardi, anche il Manzoni ebbe una concezione dolorosa della vita, la quale però era di natura morale, in quanto concerneva la natura degli uomini che, pur comprendendone la negatività, amavano causare dolore agli altri per allontanarlo da se. L'eterno elenco di violenze da cui è caratterizzata la storia, genera nell'animo del poeta un profondo pessimismo.
IL SUPERAMENTO DEL PESSIMISMO. Tale pessimismo è tuttavia vinto da una concezione cristiana della vita secondo la quale nell'uomo coesistono bene e male. L'uomo nacque puro, ma divenne fragile in seguito al peccato originale, in seguito a questo, esso è in ogni modo rimasto ansioso di riacquistare la purezza persa. Ciò è resto possibile dal mistero della Redenzione, il preferito di Manzoni, dal sacrificio di Cristo in croce. Dopo la Redenzione gli umili possono trovare consolazione nella certezza della giustizia di Dio.
I CARATTERI DEL CRISTIANESIMO MAZONIANO. Il cristianesimo di Manzoni è attivo, caratterizzato da un grande rigore morale che impegna costantemente il credente. Ne "I Promessi Sposi" il cristiano Manzoniano è rappresentato da padre Cristoforo, il cardinale Federico e l'Innominato dopo la conversione.
IL ROMANTICISMO DEL MANZONI. Manzoni è lo scrittore più rappresentativo del Romanticismo italiano, donando ad esso il suo carattere moderato, morale, educativo, patriottico e civile, sebbene abbia rifiutato due dei motivi principali di questa corrente, come l'assoluta libertà di ispirazione e la supremazia del sentimento e della fantasia sulla ragione. Secondo il Manzoni, i poeti e gli artisti devono ispirarsi alle idee morali e religiose, ed il sentimento e la fantasia devono sempre essere frenati dall'intelletto. I caratteri tipicamente romantici di Manzoni sono la concezione della poesia come rappresentazione del vero; la concezione della lingua chiara, semplice, moderna, accessibile a tutti, popolare; l'ideale di una patria libera ed indipendente e la stessa concezione della vita.
Svolgimento Della Religiosita Manzoniana
Nella religiosità del Manzoni si possono distinguere tre momenti che sono riflessi nelle sue opere.
Manzoni e L'Illuminismo. Il Cattolicesimo Liberale.
LA FORMAZIONE GIOVANILE. Manzoni derivò dall'Illuminismo i principi di libertà, uguaglianza, giustizia e progresso, e soprattutto quello di letteratura-azione. Quando si convertì al Cristianesimo trovò nella religione un impulso più vigoroso, conferendo a tali principi una base morale e religiosa ed una forza di convinzione più profonda, in quanto la religione imponeva il rispetto e l'amore verso il prossimo, auspicando la fratellanza universale, perché tutti gli uomini sono creature di Dio.
VANGELO E DEMOCRAZIA. Manzoni ritenne che gli insegnamenti del Vangelo erano fondamentali per la democrazia liberale. Il cristianesimo è religione di libertà, e quindi antagonista di ogni tirannide. Seguendo questa linea le lotte dei popoli per l'indipendenza, e delle classi umili per i diritti umani, sono lotte legittime. La Chiesa del tempo non poteva e non doveva allearsi con i monarchi assoluti contro il liberalismo, senza tradire i principi di libertà e giustizia della sua dottrina. In questo modo Manzoni fu un politico liberale e democratico, ed allo stesso tempo un buon credente nella religione cristiana.
Manzoni e Risorgimento
UNA PARTECIPAZIONE NON DIRETTA. Manzoni durante il risorgimento si limitò ad esortare gli italiani mediante i suoi scritti, conscio della contraddizione tra il pensiero e l'azione. Ma i grandi avvenimenti della storia sono sempre stati preparati dagli scritti dei poeti e dei pensatori
.MA FONDAMENTALE. Quindi anche il Manzoni rientra nella letteratura del Risorgimento, sia con opere dirette, di ispirazione patriottica e civile, sia con opere indirette, con altre opere dottrinali che influenzarono notevolmente la cultura italiana del periodo. Le opere patriottiche manzoniane tuttavia si differiscono dalle altre, in quanto in esse non vi è un tono polemico, ma sono caratterizzate dalla compostezza dell'animo cristiano e virile dell'autore. Il contributo più grande del Manzoni dato al Risorgimento è, ad ogni modo, la creazione di una poesia semplice e popolare, che facilitò l'unità nazionale.
La Poetica
La poetica di Manzoni ruota intorno al concetto di arte intesa come rappresentazione del vero.
LA PREFAZIONE AL "CONTE DI CARMAGNOLA". Nella prefazione del "Conte di Carmagnola", l'autore rifiuta le unità aristoteliche di tempo e di luogo, accettando solo quella di azione intesa come il complesso di avvenimenti in se concluso. In essa egli sottolinea anche la nuova funzione che i cori trovano nella sua poetica: squarci lirici in cui egli esprime il suo sentimento in un momento culminante dell'azione, ma che possono essere eliminati senza che la tragedia ne risenta. Infine, il Manzoni afferma che l'arte, se ha un concetto umano, può essere educativa e di elevazione morale.
LA LETTERA A MONSIEUR CHAUVET. Nella Lettera a Monsieur Chauvet Manzoni afferma che le unità aristoteliche sono contrarie alla verità dei fatti che l'autore deve rispettare. Da ciò egli inizia a parlare di poesia e storia, che hanno lo stesso oggetto di osservazione e rappresentazione, ma lo affrontano in maniera diversa: il vero. Mentre la storia, infatti, si limita a descrivere i fatti, la poesia tenta di rappresentare i sentimenti dei protagonisti di quei fatti, mettendo, inoltre, in evidenza il divino. In questo modo il vero storico ed il verosimile poetico acquistano pari dignità, completandosi a vicenda.
LA LETTERA SUL ROMANTICISMO AL D'AZEGLIO. La poetica del Manzoni si precisa ancora di più nella lettera sul Romanticismo al Marchese D'Azeglio, che aveva dichiarato di non condividere le teorie romantiche del poeta. Nella prima parte di essa Manzoni elenca tutte le cose che il Romanticismo rifiutava del classicismo: l'uso della mitologia, le regole della retorica, l'imitazione dei classici. La mitologia classica esaltava i beni terreni che al contrario il cristianesimo rifiutava. Nella seconda parte il Manzoni afferma che la poesia e la letteratura devono porsi l'utile per scopo - deve educare l'uomo -, il vero per soggetto - deve trattare il vero storico integrato con il vero psicologico, sociale e religioso - e l'interessante per mezzo - l'argomento deve essere attuale e non personale -. In seguito il Manzoni ridusse tale principio al solo vero per soggetto, in quanto tutto ciò che è vero è anche utile ed interessante.
IL DISCORSO SUL ROMANZO STORICO. Nel "Discorso sul Romanzo Storico" Manzoni torna a meditare sul rapporto tra storia e poesia, affermando che il vero autentico è solo quello storico, e che quindi se prima pensava che tra poesia e storia ci fosse un rapporto di integrazione, oragli appare come un rapporto di contraddizione ed incompatibilità. Da questo punto in poi il Manzoni si dedicò solo ad opere storiche e dottrinali.
Le Opere
LE OPERE GIOVANILI. Prima della conversione Manzoni scrisse alcune opere, in seguito
ripudiate in quanto lontane dal suo concetto di poesia. In esse, infatti, non
viene rivelato nulla di personale, in quanto il poeta è solo un principiante
che imita i poeti classicheggianti.
«IN MORTE DI CARLO IMBONATI». Tra tali opere soltanto " In morte di
Carlo Imbonati" è interessante. Il poeta immagina che l'amico della madre da
poco morto gli faccia visita in sogno dando utili consigli per il futuro, come
ad esempio mantenere pure la mano e la mente, non farsi servo di nessuno e non
tradire mai la verità.
LE OPERE DELLA MATURITA'. Le opere dopo la conversione, invece, rivelano
il mutamento avvenuto nel Manzoni.
Gli Inni Sacri
IL PROGETTO. Gli Inni Sacri dovevano essere dodici e celebrare le festività più importanti della Chiesa, ma il Manzoni ne compose solo cinque. Essi possono essere studiati sia dal profilo sociale, sia dal profilo religioso. Sotto il profilo sociale possiamo individuare le idee illuministe cristianizzate. Tale ispirazione è confermata dal Manzoni stesso. Sotto il profilo religioso Manzoni ci mostra la sua tendenza a sentire il divino nell'umano Il Manzoni infatti non considera le feste liturgiche come occasione di rapimento mistico ed estraniazione dal mondo, ma piuttosto come il calarsi del divino nell'umano.
I PRIMI INNI. Questo spiega perché tra tutte le feste liturgiche Manzoni celebrò maggiormente quelle della redenzione. La struttura degli inni sacri si articola in tre parti: la prima presenta il verso religioso, ossia la religiosità nel suo aspetto soprannaturale, la seconda il vero storico, ossia i riflessi umani del religioso, la terza il vero psicologico, ossia un'esortazione nei confronti dei fedeli ad adattarsi alla festa o allo Spirito Santo di continuare ad elargire i suoi doni. Gli Inni Sacri non hanno tutti lo stesso valore poetico. I primi quattro risentono dell'entusiasmo del neofita e sono disorganici nel contenuto ed impacciati nella forma.
LA PENTECOSTE. Superiore è invece " La Pentecoste " scritta nella pienezza della meditazioni del poeta sulle vicende della storia umana. In essa è più immediato e concreto il tema della presenza del divino nell'uomo.
Le Odi Civili
Le poesie civili scritte dal Manzoni ispirate dalla storia contemporanea
sono "Marzo
MARZO 1821. L'Ode Marzo 1821 fu composta quando si diffuse la falsa notizia che i patrioti piemontesi stavano per strappare la Lombardia all'Austria. Manzoni la dedicò a Teodoro Corner, un poeta e soldato tedesco morto in battaglia, per far comprendere agli austriaci che la guerra dell'Italia contro l'Austria era santa quanto quella della Germania contro la Francia
IL MOTIVO ISPIRATORE. Il motivo ispiratore è morale e patriottico. Manzoni voleva incitare gli Italiani a combattere per l'unità e l'indipendenza della patria. Egli riteneva che Dio ha assegnato ad ogni popolo una patria ed una missione da svolgere nella storia. Accade però che un popolo indebolito dalla corruzione cada sotto la dominazione di un altro, prescelto da Dio come strumento di punizione. Tuttavia, trascorso un lungo periodo di espiazione, il popolo oppresso trova in Dio la forza per rivendicare la propria libertà. Il Manzoni sente che questa è la condizione dell'Italia del suo tempo.
L'IDEA DI UNA GUERRA «GIUSTA». Il motivo ispiratore della parte centrale è l'idea che Dio dia la sua forza al popolo per liberarsi dagli oppressori, lo stesso Dio che salvò Israele dall'inseguimento degli Egiziani. In questa fase del pensiero manzoniano la guerra è giustificata come strumento di libertà ed indipendenza. Questo spiega il passaggio in cui Manzoni esorta a liberare il loro furore per vincere gli oppressori.
MANZONI E LA GUERRA. Manzoni considera la guerra come follia fratricida, condannandola. Tale condanna suscitò le critiche degli estremisti, che lo accusarono di insegnare al popolo la rassegnazione all'oppressione. Ma il Manzoni insegnava una rassegnazione attiva, che trae forza dalla giustizia la quale, prima o poi, trionfa. Sono proprio le battaglie combattute senza armi che hanno portato alle maggiori conquiste.
IL CINQUE MAGGIO. La struttura del Cinque Maggio è più complessa. Essa fu composta di getto non appena Manzoni
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