Poenulus «Il cartaginese»
A Cartagine c'erano
due cugini, Iaone ed Annone. Iaone aveva un figlio, Agorastocle, Annone due
figlie, Adelfasio e Anterastile. Agorastocle fu rapito fanciullo e venduto in
Grecia, a Calidone, ad un ricco signore. Iaone muore e nomina erede suo cugino
Annone. Ma anche a lui vengono rapite le due sue figlie e vendute in Grecia, ad
Anattorio, al ruffiano Lico che, passato del tempo, si trasferisce anche lui a
Calidone. Qui Agorastocle si innamora di Adelfasio (senza sospettare che si
tratta della sua cugina di secondo grado), ma Lico non vuoi cedere alle
insistenze del giovane che gli chiede la donna: tanto che Agorastocle si
rivolge per aiuto al fedele servo Milfione. Questi escogita una complessa
trappola giudiziaria (in cui sono implicati il fattore Collibisco e una serie
di falsi testimoni) al termine della quale il pretore dovrà necessariamente
mettere Lico e tutta la sua casa nelle mani di Agorastocle. La trappola è già
scattata quando Sincerasto, servo di Lico, rivela a Milfione l'origine libera
delle due fanciulle: Milfione si rallegra per la nuova possibilità che gli si
offre di attaccare il ruffiano («non è ancora partito il primo colpo che già un
altro lo minaccia», dice). Ma ecco la sorpresa più grossa. Arriva il vecchio
Annone, padre delle due ragazze e zio di Agorastocle. Avviene un generale
riconoscimento e così la sconfitta di Lico sarà duplice: perderà le due donne
(che aveva a suo tempo comprato) e insieme perderà il denaro che dovrà versare
ad Agorastocle per la condanna inflittagli in giudizio. Per di più dovrà anche
restituire al soldato Antamenide una mina che questi gli aveva dato per un
progettato incontro con una delle ragazze. Grandi nemici dei Romani, i
Cartaginesi sono qui ritratti con viva simpatia umana: e di grande effetto
doveva riuscire l'arrivo di Annone nel finale, con la sua tirata in lingua
punica (vv. 930-949).