PETRONIO - Satyricon
Il Satyricon è
comunemente definito "romanzo"; tale definizione richiede tuttavia qualche
precisazione. Nelle letterature classiche non esiste un genere letterario che
corrisponda esattamente al romanzo moderno. Caratteristica del "romanzo" antico
è quella di raccontare vicende complesse e avventurose disposte di regola lungo
l'asse narrativo di un viaggio. Formalmente tuttavia si discosta da essi in
quanto alterna alla narrazione prosastica brani in versi.Tale alternanza di
prosa e poesia è il tratto distintivo della satira menippea.
La vicenda è
narrata in prima persona da un giovane di nome Encolpio, che rievoca le
avventure e le peripezie di un viaggio compiuto in compagnia di un bellissimo
giovinetto, Gitone, di cui è innamorato.
L'opera di Petronio
è sicuramente da collocare nell'ambito della letteratura d'intrattenimento. In
essa l'autore ha fatto confluire la sua vastissima cultura, senza proporsi
alcun fine morale o moralistico (e qui si rivela una differenza fondamentale
rispetto alla satira di Orazio e di Persio), mirando soltanto al divertimento
proprio e del pubblico per cui scriveva: un pubblico che possiamo identificare
con gli aristocratici romani e forse con Nerone stesso .
Indubbiamente il
Satyricon è un capolavoro di comicità: in esso il comico si manifesta in tutte
le sue forme, dall'umorismo raffinato e sottile, alla risata aperta, alla
battuta oscena. E' dunque perfettamente naturale che i personaggi e gli
ambienti descritti siano quelli dei ceti sociali più bassi. Data la materia
quotidiana predomina naturalmente il linguaggio colloquiale,ma esistono
notevoli differenze fra il modo di esprimersi del narratore (Encolpio, studente
spiantato e scapestrato,ma non privo di cultura e di buon gusto) e dei suoi
amici colti (quali il poetastro Eumolpo) e quello di altri personaggi
appartenenti ad un livello sociale e culturale inferiore (rappresentati
emblematicamente dal liberto Trimalchione e dai suoi commensali).