LUCANO - Bellum
civile
Argomento
dell'opera è la guerra civile tra Cesare e Pompeo, che ebbe nella battaglia di
Farselo il suo momento decisivo. Lucano ha eliminato completamente dal suo
poema l'apparato divino tradizionale: l'ira di una divinità come motore
dell'azione (elemento comune all'Iliade, Odissea, Eneide), concili degli dei,
interventi delle divinità a favore dell'una o dell'altra ecc.
Il Bellum civile appare quindi atipica non solo perché
rinuncia al consueto apparato mitologico,ma soprattutto perché sceglie un tema
singolare rispetto alla precedente tradizione. Molti poeti latini avevano
trattato avvenimenti storici (Nevio - Bellum Poenicum, Ennio - Annales),ma
l'avevano fatto con intento celebrativo,per esaltare Roma e le sue grandi
personalità; al contrario , l'opera di Lucano si presenta come il racconto di
un evento funesto e nefasto, in quanto sceglie di narrare la caduta rovinosa
della "libertas" repubblicana.Il poeta pertanto,
invece di celebrare, come avevano fatto i suoi predecessori, gli eventi che
narra, li biasima e li deplora (assumendo un atteggiamento simile a quello
della storiografia di Sallustio, che aveva fatto oggetto di riflessione non i
momenti di ascesa, ma di crisi e di decadenza della potenza di Roma)
La poesia epica
aveva il modello classico nell'Eneide. Contro questo dogma letterario e
scolastico si ha nell'età di Nerone la dichiarazione di guerra, da parte di
Lucano. Aristotele nella Poetica aveva negato che la storia "rappresentazione
del particolare" potesse diventare poesia, che è "rappresentazione
dell'universale" La sentenza aristotelica fu subito ripetuta contro Lucano in
Roma, dove fin dai tempi più antichi, fin da Nevio, la storia era entrata
nell'epopea per non uscirne più. Tutti gli epici romani avevano sempre rispettato lo scenario omerico, favoloso e
divino, conservando il carattere di idealità, voluto da Aristotele. Lucano volle distruggere anche
questo, mettendosi in aperto contrasto con tutta la tradizione epica.