Lealtà di Agesilao (Nep.)
L'episodio si riferisce alla guerra che Sparta tentò contro la Persia nel 396, nel tentativo di anticipare, come spiega Nepote, l'attacco che Artaserse
preparava a sua volta. In seguito, a
dispetto del valore del re Agesilao, e delle vittorie
da lui riportate, gli Spartani subirono gravi sconfitte in mare e dovettero
richiamare il re in Grecia (394).
Simul atque imperium
habuit, Agesilaus persuasit Lacedaemoniis ut exercitum et se mitterent in Asiam bellumque regi facerent, ostendens quanto melius esset in Asia quam in Europa dimicare. Namque Artaxerxes classes pedestresque exercitus comparabat quos in Graeciam mitteret. Itaque tanta celeritate se movit, ut prius in Asiam cum copiis pervenerit
quam regii satrapae eius profectionem
scirent. Quare omnes imparatos imprudentesque offendit. Cum autem Tissaphernes,
qui summum imperium tum inter praefectos habebat regios, cognovit qualis esset dux Lacedaemoniorum,
quam celerrime in Asiam venisset quotque milites duxisset, indutias a Lacone petivit, simulans se dare operam ut Lacedaemoniis cum rege conveniret, re autem vera copias comparandi causa. Iuravit autem uterque
se sine dolo indutias conservaturum.
In qua pactione summa fide remansit
Agesilaus; contra Tissaphemes nihil aliud quam bellum
comparavit. Id etsi sentiebat Laco, tamen iusiurandum
servabat, multumque sibi id prodesse
dicebat: Tissaphernes enin periurio suo homines a se abalienabat et deos sibi iratos
reddebat; Agesilaus autem, cuml religionem
conservabat, tum exercitum confirmabat.
Non appena ebbe il
comando, Agesilao convinse gli Spartani a mandare in
Asia lui ed un esercito e di fare guerra al re, dimostrando quanto fosse meglio
combattere in Asia che in Europa. Infatti Artaserse
costruiva le flotte e approntava le truppe di fanteria da mandare in Grecia.
Perciò si mosse con tanta velocità, che giunse in Asia con le truppe prima che
i satrapi del re venissero a sapere della sua partenza. Per cui colse tutti
alla sprovvista e all'impensata. Ma non appena Tissaferne,
che allora deteneva il sommo potere tra i satrapi, apprese chi fosse il
comandante degli Spartani, quanto velocemente fosse venuto in Asia e quanti
soldati vi avesse condotto, chiese allo spartano una tregua, fingendo di fare
in modo che ci fosse accordo tra gli Spartani e il re, ma in realtà come
occasione di preparare le truppe. Ciascuno dei due giurò di osservare lealmente
al tregua. Agesilao mantenne questi patti con la
massima fedeltà. Tissaferne al contrario non
preparava altro che al guerra. Benché lo spartano presagisse questo, tuttavia
rispettava il giuramento, e spesso diceva che quella cosa giovava a lui:
infatti Tissaferne con il suo falso giuramento
allontanava gli uomini dalla sua parte e faceva diventare gli dei adirati con
lui; Agesilao invece come rispettava la religione,
così rassicurava l'esercito.