I tempi in cui visse, l'amore che cantò

Catullo fu uno dei primi poeti latini che portò nella poesia lirica il dramma della propria vita. Non si interessò molto di politica, ma, anzi, sottolineò il suo disimpegno civile, in quanto preferiva focalizzare l'attenzione sulle cose a lui più care e famigliari. Tra i carmi che abbiamo letto, infatti, emergono profondi  sentimenti quali l'amicizia e l'amore.

Per esempio Catullo, nei  carmi dedicati al suo amore per Lesbia, fa emergere i più svariati sentimenti come l'estasi, la gioia dovuta al suo amore, la gelosia, la speranza e, per finire, l'odio e l'amarezza derivanti dal fatto che il suo amore non è ricambiato.

Un'altra caratteristica delle poesie di Catullo è una sua scelta molto efficace, cioè il fatto di esprimere tutto il suo amore paragonandosi al "passerotto" che gode  l'affetto della sua amata.

Il passero diventa così il simbolo del suo amore, in quanto Lesbia ne ha cura e si trastulla con lui. Diventa l'espressione di ciò che in realtà lui stesso vorrebbe essere: vorrebbe infatti anche lui goder delle piene attenzioni della sua amata ed essere sempre vicino a lei in ogni momento della giornata, cosa impossibile dato che il loro amore è adultero.

Ma il passero muore lasciando  in Catullo tanta malinconia, tanto da spingerlo a scrivere una poesia dedicata a lui, dove viene descritto tutto ciò che esso stava a simboleggiare: l'intimità domestica, la tenerezza. Inoltre, la morte del passero viene vista dall' autore come un presagio di sventura, una minaccia che incombe sulla sua storia d'amore. Infatti, come dice lo stesso Catullo, come la morte è stata capace di strappare dalle mani della sua amate una cosa così graziosa e amabile, tanto più una circostanza negativa potrebbe distruggere il suo rapporto con Lesbia.

Un'altra cosa molto particolare che si nota nelle opere di Catullo è la visione che lui ha dell'amore e della donna.

Infatti il suo modo di vedere la donna amata è  piuttosto distorto, in quanto il poeta è accecato dall'amore fortissimo che lo lega all'oggetto del suo desiderio e che gli impedisce di vedere Lesbia come realmente è , cioè una donna di facili costumi che non ricambia pienamente il suo amore.

Tende quindi ad angelicare la donna amata senza riuscire a vedere anche i lati negativi del suo carattere. In questo modo la idealizza e la sublima.

Questo non gli impedisce di capire il grande potere che l'amata esercita su di lui: può influenzarlo, deluderlo e poi riconquistarlo, respingerlo e attrarlo di nuovo. Però il suo sentimento è talmente forte e tenace che gli impedisce di fuggire da lei. E' prigioniero della sua bellezza ma vive ugualmente del suo tormento.

Egli desidera alleviare "i tristi affanni dell'animo" ma è pienamente consapevole che non può farlo. Questo suo desiderio irrealizzabile viene anche reso con l'uso del congiuntivo optativo che descrive perfettamente lo stato d'animo dell'autore. Questa espressione, come molte altre insieme a diverse figure retoriche, caratterizzano le opere di Catullo, che si serve di ogni mezzo a sua disposizione per trasmettere al lettore i suoi sentimenti, quindi coinvolge la metrica e altre tecniche nella stesura delle sue poesie proprio per raggiungere questo scopo.

Dopo questa analisi delle sue opere si può descrivere Catullo come un poeta di grande bravura per la proprietà con cui utilizza tutti i metodi stilistici a sua disposizione per raggiungere l'effetto voluto.

Si nota però in lui un sentimento predominante,  l'infelicità e l'insoddisfazione dovuta al fatto che non potrà mai coronare il suo sogno d' amore. Un altro sentimento è la malinconia che trapela, come ho già detto, anche dal racconto del "passerotto". Tutta questa delusione viene di tanto in tanto intervallata da brevi momenti di illusione che poi sfociano di nuovo nello sconforto e nell'amarezza della realtà.