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CESARE
La vicenda biografica nel quadro della situazione storico - politica
Gaio Giulio Cesare nasce a Roma nel 100 a.C. da una famiglia appartenente alla Gens Iulia, che si fa risalire a Iulo, figlio di Enea, e alla dea Venere.
Nell'86 a.C. assume la toga virile e a 17 anni sposa Cornelia, figlia di Cinna, fautore del partito mariano, da cui ha una figlia, Giulia.
Nell'82 a.C. è costretto da Silla a fuggire da Roma per aver rifiutato di ripudiare la moglie, appartenente ad una famiglia antisenatoria; presta servizio militare in Asia Minore e partecipa all'assedio di Mitilene, ricevendo la corona civica.
Tornato a Roma dopo la morte di Silla, nel 78 a.C., acquista fama di oratore; diviene un personaggio popolare grazie ai suoi modi distaccati, alla sua cultura e alla sua eloquenza. Intraprende un viaggio d'istruzione a Rodi, ma viene catturato dai pirati e, rilasciato, riesce ad annientarli.
Assiste alle lezioni del retore Molone ed entra nel vivo della politica tra Asiani e Atticisti, maturando la convinzione che è necessario un linguaggio fondato su regole fisse, volto a cogliere l'essenziale e privo di ornamenti retorici.
Il cursus honorum e le scelte politiche
Dopo la terza guerra contro Mitridate, re del Ponto, Cesare fa ritorno a Roma nel 73 a.C. dove è eletto nel collegio dei pontefici ed inizia la carriera politica.
Eletto questore nel 68 a.C., si reca nella Spagna Ulteriore, dove compone una laudatio funebris in onore di sua zia Giulia, in cui esalta la propria gens, e una laudatio in onore della moglie Cornelia. Sposa Pompea, figlia di Quinto Pompeo Rufo e della sorella di Silla, da cui divorzia pochi anni dopo.
Egli si muove abilmente nel mondo politico, tentando di ottenere l'appoggio di Pompeo, affinché gli vengano affidati i poteri militari per combattere i pirati e Mitridate.
Nel 65 a.C. viene eletto edile curule e nel 63 a.C., eletto Pontefice Massimo, sostiene la causa di Catilina e dei congiurati che erano stati denunciati da Cicerone.
Nel 62 a.C. ottiene la pretura e nel 61 a.C. è inviato come propretore nella provincia della Spagna meridionale, dove vince i Lusitani; ritornato in Italia, si candida al consolato per il 59 a.C., contando sull'appoggio di Pompeo e Crasso, con i quali aveva stipulato un accordo privato, il primo triumvirato, nel 60 a.C.
Eletto console, fa approvare la lex Iulia, in base a cui i cittadini poveri godevano dell'assegnazione di terre dell'ager publicus.
Ottiene la ratifica del Senato degli atti di Pompeo in Asia e si fa assegnare per cinque anni il proconsolato in Gallia Transalpina e Cisalpina, e nell'Illirico.
Rafforza i suoi rapporti con Pompeo a cui dà in moglie la figlia Giulia, sposando a sua volta Calpurnia, figlia di Lucio Pisone Cesonino.
La guerra gallica e i Commentarii de bello Gallico
Intraprende le campagne militari contro gli Elvezi ed Ariovisto, con cui hanno inizio le guerre galliche e nel 57 a.C. sottomette i Belgi.
A Lucca, nel 56 a.C., rinnova l'accordo con Pompeo e Crasso e ottiene il prolungamento del proconsolato per cinque anni, mentre gli altri due pongono la propria candidatura al consolato. Organizza una campagna contro Veneti e Unelli e in Aquitania; nel 55 a.C. vince Usipeti e Tencteri, effettua il primo attraversamento del Reno e la prima esplorazione in Britannia; nel 54 a.C. vince il re Cassivellauno, che aveva coalizzato le popolazioni britanniche conto i Romani.
Gli Eburoni assalgono il luogotenente di Cesare Titurio Sabino e assediano il campo di Quinto Cicerone, ma vengono sconfitti da Cesare; nello stesso anno Labieno è impegnato contro i Treviri mentre Cesare effettua il secondo passaggio del Reno, annienta gli Eburoni e combatte contro Carnuti, Nervi, Senoni e Treviri.
A Roma, la morte di Crasso nella spedizione contro i Parti altera gli equilibri politici e riaccende la lotta fra opposte fazioni; il Senato nomina Pompeo consul sine collega nel 52 a.C. e rifiuta a Cesare il prolungamento del comando in Gallia.
Cesare è, intanto, impegnato contro la ribellione dei Galli capeggiata da Vercingetorige che, dopo uno scontro a Gergovia e l'assedio di Alesia, si arrende, segnando la disfatta dei ribelli.
Nel 51 a.C. si concludono le campagne di Cesare nelle Gallie.
Cesare pubblica i sette libri del De bello Gallico, scritte tra il 52 e il 51 a.C. dopo la vittoria su Vercingetorige, per far conoscere ai Romani il resoconto delle proprie imprese.
La situazione politica è tale che egli sente il bisogno di proporre il proprio punto di vista e riaffermare il proprio peso politico, con la pubblicazione dei Commentarii.
L'ottavo libro, aggiunto da Aulo Irzio, completa il resoconto degli eventi accaduti tra la fine delle campagne in Gallia e l'inizio delle guerra civile.
La guerra civile e i Commentarii de bello civili
La situazione a Roma non è favorevole a Cesare cui viene imposto di cedere due legioni, che vengono aggiunte al contingente affidato a Pompeo, considerato difensore del Senato, e di congedare le legioni prima del rientro a Roma da privato cittadino per cedere il comando delle spedizioni in Gallia.
Nel 49 a.C. invia una lettera al Senato per tentare un'opera di mediazione, ma viene votato un Senatus consultum ultimum che attribuisce pieni poteri a Pompeo e che ordina l'immediato abbandono delle truppe.
Cesare il 12 Gennaio passa il Rubicone e si dirige verso Roma al comando delle sue truppe, provocando la fuga di Pompeo.
Cesare sconfigge l'esercito pompeiano a Ilerda e a Marsiglia e, tornato a Roma, è proclamato dittatore. Nel 48 a.C., eletto console, muove contro Pompeo e si dirige verso Brindisi, attraversa l'Adriatico e sposta le operazioni militari in Illiria; in Tessaglia, a Farsalo, sconfigge l'esercito pompeiano, ma Pompeo riesce a fuggire, rifugiandosi in Egitto, ospitato da Tolomeo XIII che, per ingraziarsi Cesare, lo uccide.
I Commentarii de bello civili narrano in 3 libri le vicende della guerra civile e della lotta fra Cesare e Pompeo nei 2 anni, dal passaggio del Rubicone alla morte di Pompeo.
L'ultima fase della vita di Cesare e il corpus delle opere
Con l'arrivo di Cesare in Egitto, ha inizio la guerra alessandrina: pone l'assedio ad Alessandria e, vinta la guerra, pone sul trono l'amata Cleopatra, da cui ha il figlio Cesarione.
Nel 47 a.C. conduce una guerra contro Farnace, figlio di Mitridate e re del Bosforo, vincendolo nella battaglia di Zela.
Al ritorno a Roma, viene nuovamente proclamato dittatore.
Gli eventi della guerra alessandrina sono narrati nel Bellum Alexandrinum da alcuni luogotenenti di Cesare, come per i resoconti delle guerre in Africa e in Spagna.
Nel 46 a.C. intraprende la guerra d'Africa (Bellum Africum), contro Catone e Metello Scipione, che sono annientati nella battaglia di Tapso; Cesare viene eletto dittatore per 10 anni e celebra il trionfo.
Nel 45 a.C., console per la quarta volta, intraprende una guerra in Spagna (Bellum Hispaniense) contro i figli di Pompeo, sconfitti a Munda.
Bellum Alexandrinum, Bellum Africum e Bellum Hispaniense si aggiungono al libro VIII di Aulo Irzio e, insieme al De bello Gallico e al De bello civili, formano il corpus Caesarianum, l'insieme degli scritti relativi alle vicende tra il 58 e il 45 a.C.
Dopo la vittoria in Spagna Cesare viene nominato dittatore a vita, accentrando nelle sue mani tutti i poteri della repubblica.
Il 15 marzo del 44 a.C. è pugnalato nella Curia, vittima di una congiura di cui facevano parte anche Bruto e Cassio; nel suo testamento è nominato erede Ottaviano, il futuro Augusto.
Lingua e stile
La novità dei Commentarii sta nell'incisività del racconto, dal linguaggio schietto, dall'essenzialità dello stile e dal distacco che Cesare mantiene rispetto ai fatti narrati con la narrazione in terza persona.
Fa ricorso all'oratio obliqua, il discorso è condotto attraverso un periodare semplice, tendente alla paratassi e ricorre spesso a forme participiali; l'uso del presente storico conferisce immediatezza e veridicità alla narrazione e coinvolge emotivamente il lettore.
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