|
Visite: 1710 | Gradito: | [ Picolo appunti ] |
Leggi anche appunti:Il 400 e l'umanesimoIl 400 e l'umanesimo In aperta polemica con la tradizione medievale, tutta Educazione alla tolleranzaEDUCAZIONE ALLA TOLLERANZA 1. LE RADICI DELL'INTOLLERANZA Nella Prova in corto su trasformatore trifaseProva in corto su trasformatore trifase Schema di principio dell'inserzione: Legenda A |
SCRITTURA, AUTOBIOGRAFIA E FORMAZIONE
1 Cavell: scrittura,lettura e formazione del sč
La rilettura (e la scittura) della tradizione filosofica americana da parte di Cavell ha il suo 'fulcro' nella nozione di 'scrittura' e di 'testo'. In Cavell č presente una stretta aderenza tra scrittura,testo,conoscenza umana e costruzione del sč,si rende evidente un'intenzionalitą pedagogica educativa che percorre e attraversa la sua intera riflessione.La 'rilettura/scrittura' della filosofia americana reca in sč un'istanza pedagogico-educativa. Cavell č influenzato da molteplici ambiti disciplinari:dalla filosofia dell''ordinary lenguage',dal trascendentalismo di Emerson e Thoreau,dalla tradizione filosofico-letteraria del Romanticismo tedesco. L'interesse per la dimensione della 'scrittura' č inscritta nella stessa biografia di Cavell nel suo percorso di formazione umana e filosofica.č presente uno stretto rapporto scrittura/testo/lettura e questa triade viene assunta da Cavell come chiave interpretativa allo stesso tempo filosofica e di formazione di sč:l'individualitą umana viene tematizzata come risultante di tale dialettica in virtł della quale la dimensione della scrittura č considerata al contempo come produzione di un testo ma anche come simultanea produzione di sč che include non soltanto la specifica individualitą di colui che scrive. L'atto della scrittura č rivolto all'altra da sč,attraverso la mediazione/produzione di un testo che č destinato a rimanere 'orfano' del suo autore,per il fatto stesso di 'offrirsi'alla lettura e alle interpretazioni di una moltitudine di 'padri'. Entro questa tensione dialettica tra l'atto della scrittura e della lettura si esplica e si dispiega il 'gioco' stesso della formazione,il percorso e il processo di costruzione e formazione di sč,il dialogo con se stessi e gli altri. Lo spazio della lettura/scrittura č sempre uno spazio a pił voci. Concepire la filosofia come un insieme di 'testi' significa per Cavell concepirla come un tessuto complesso di 'voci'. Ha una concezione della testualitą come connotata da un'organizzazione linguistica della dimensione comunicativa del testo,intessuta di narrativitą discorsiva,aperta al contesto comunicativo. Cavell elabora e utilizza una nozione di testualitą in gradi di esprimere un'idea dialettica di costruzione di sč ma anche di apertura all'alteritą che č oltre il testo e rimanda ad una concreta 'alteritą'.
2 Filosofia,autobiografia e formazione
Uno dei fini della srittura autobiografico-filosofica risiede nella realizzazione e perseguimento di qualche forma di conoscenza di se stessi. Un presupposto č una sorta di privilegio epistemologico accordato all'individuo in virtł del quale il soggetto umano gode di un accesso diretto ai contenuti di pensiero,alla sua stessa interioritą. Si tratta di una ricerca di veritą sul nostro io e sul nostro sč,una ricerca di autenticitą,non potrą partire che dalla nostra storia personale.la scrittua autobiografica appare intrinsecamente connessa ad una ricerca costante rivolta alla 'creazione di sč' attraverso l'utilizzo di una complessa varietą di 'giochi linguistici' e di modalitą narrative. Cavell č un filosofo fortemente interessato alla dimensione autobiografica della filosofia e all'ampia dimensione 'narrativa' concepita come modalitą fondamentale di apprendimento e costruzione di sč. La sua ricerca appare orientata a interrogarsi sul 'tono',la 'tonalitą',la 'voce',sulla pretesa stessa della filosofia di parlare a 'nome di tutti',Cavell la definisce come l'arroganza della filosofia. Tale riflessione spinge Cavell a vedere nella dimensione autobiografica uno dei fondamenti della filosofia,l'espressione di una specifica 'voce' che si pone in una posizione di dialogo nei confronti degli altri e della realtą. la 'questione'utobiografica della filosofia reca in sč una serie di problematiche e di temi cruciali 1)un richiamo e una messa a fuoco dell'istanza e della modalitą 'narrativa' che costituisce una delle fondamentali modalitą di apprendimento e di formazione del soggetto umano 2)la centralitą della triade writing/reading/text che delimitano e costituiscono lo spazio entro il quale si dispiega l'esercizio stesso del filosofare 3)la questione concernante l'identitą della figura del filosofo,alla luce di quella tensione e opposizione tra un modello di filosofo inteso come scholar o un modello intellectual 4)la tematica della dimensione della 'voce',il costante rimando alla specifica identitą del soggetto.
3 Cavell,Derrida e il rapporto 'voce'/scrittura
Uno degli aspetti peculiari della posizione teorica di Cavell concerne la legittimazione della dimensione autobiografica all'interno della riflessione filosofica. Cavell riconduce l'impulso autobiografico che attraversa l'opera di filosofi quali Socrate e Wittgenstein ad un costante 'ritorno' su se stessi,ad un interrotto riesame del linguaggio nella sua dimensione di ordinarietą.Cavell incontra Austin e trova in lui un modello di riconciliazione tra la 'voce' della filosofia e la 'voce' della comunitą di individui. Uno degli scopi della filosofia come autobiografia consiste nel migliorare il nostro ascolto del mondo. Cavell caratterizza la propria riflessione filosofica come mossa dall'impegno a ricondurre la voce umana al cuore della filosofia e interpreta il pensiero di Austin per far emergere nella sua complessitą questo tema relativo all'arroganza della voce. La perdita della voce umana,secondo Cavell,si sarebbe gią manifestata in concomitanza e alla luce dello scetticismo. Particolarmente significativa č la polemica manifestata nei confronti di Derrida in relazione al tema della 'voce'. L'idea di un significato puro,che esiste prima e fuori del tempo,dunque di una veritą stabile,č un'idea caratteristica della metafisica occidentale di Derrida. La filosofia appartiene a ciņ che Derrida chiama 'logocentrismo',il cui carattere consisterebbe nel rivendicare il privilegio del logos,della 'voce' rispetto ad altre forme di produzione del senso. La dimensione della 'voce' appare empre in Derrida comme 'voce opprimente',come connotata da un principio di autoritą. Cavell nella sua opera del 1994 'A Pitch of Philosophy Autobiographical Exercises' dedica non poche pagine a confutare tale posizione,Cavell appare interessato a precisare i suoi convincimenti sul rapporto tra voce e scrittura,tende aincludere Derrida all'interno di quella che lui definisce una 'storia generale' del soffocamento della voce umana che lui ritiene essere la storia dello scetticismo. Derrida attacca la rendenza a vedere nella scrittura una sorta di semplice estensione della voce nel tempo e nello spazio,un'estensione inutile,Cavell attribuisce a Derrida una sorta di rifiuto della dimensione costituita dal linguaggio ordinario. Uno dei punti di maggiore dissenso tra i due riguarda dunque il modo di concepire il rapporto tra voce e scrittura,Cavell sembra concordare con l'idea in base alla quale il 'modello' rappresentato da autori come Emerson possa costituire una sorta di 'evasione'dalla filosofia.Cavell vede in lui l'iniziatore di un percorso nuovo e diverso del pensare filosofico che in realtą va gią a situarsi all'interno della crisi dei grandi 'sistemi' di pensiero. Secondo Cavell,Emerson ha segnato la volontą di ricondurre il discorso filosofico a diretto contatto con il sč ordinario e biografico,si costituisce il tentativo di recuperare il sč umano. Per Cavell,č alla storia della propria vita individuale che la filosofia deve volgersi:un cammino individuale fatto di svolte,conversioni,regressioni;č da questa vita in divenire che si origina la riflessione umana. Questo 'ritorno' su se stessi deve esere letto e riletto attraverso un continuo esercizio di scrittura di sč.č entro questa prospettiva di formazione umana che Cavell rilegge e declina il trascendentalismo emersoniano. La prosa emersoniana č interpretata come rifiuto della linearitą,di una direzionalitą dello stesso percorso/processo conoscitivo in senso monodirezionale. C'č anche la critica e il rifiuto di un principio di autoritą assegnato alla scrittura. Tale prospattiva trascendalista,secondo Cavell, produce anche un atteggiamento estetico nei riguardi del filosofare,agisce forse in Cavell un'adesione a una sorta di estetica del romance,termine con il quale si fa riferimento ad una tradizione letterararia nordamericana che privilegia un principio di costruzione narrativa complesso e non lineare. Cavell ritrova dunque in Emerson uno 'stile di pensiero',uno stile di scrittura,strutturato su 4 'poli' pensiero/scrittura/mondo/formazione che vengono a confluire nella dimensione della filosofia in quanto esperienza di sč,del mondo,degli altri. Cavell conia una epistemology of moods,un riconoscimento della natura 'emozionale' del pensiero in virtł del quale sono le passioni e gli 'umori',i moods,a porsi a fondamento dell'intelletto,la realtą emozionale č continuamenteposta in relazione con quella cognitiva. Tale prioritą dell'emotivo sul cognitivo riguarda il rapporto dell'uomo con la realtą,il concetto di mood pone in evidenza il fatto che la nostra relazione con il mondo č di diversa natura rispetto a quanto le idee di conoscenza inducono a credere. Cavell interpreta tale insieme di moods quasi come 'categorie' che condizionano la nostra esperienza della realtą,attraverso la mediazione di parole,scrittura,letture.Cavell giunge a individuare in Emerson un finding/founding,ossia l'idea della 'scoperta' come 'fondazione' sempre attraverso la mediazione della scrittura,l'esperienza acquista sempre pił valore di 'evento'. Cavell considera Emerson un 'plurifondazionalista',l'epistemology of moods rimanda ad una capacitą conoscitiva umana di fondare su qualunque oggetto il proprio pensiero. Emerson dice che la nostra relazione con il mondo č molto pił vicina a quanto le idee di conoscenza posson far pensare,emerge un modello di filosofia volto a individuareuna multipluralitą di prospettive sulla realtą che possano ampliare gli orizzonti della mente individuale,rimanda a un'idea di conoscenza come 'esperienza'. Cavell vede nella 'scrittura' emersoniana lo 'spazio' cruciale ove il soggetto umano č impegnato nel suo cercarsi. La scrittura emersoniama costituisce un tessuto metamorfico ove il pensiero procede a 'spirali' attraverso affermazioni,controaffermazioni,riprese. Cavell ha parlato del carattere 'incoativo' della prosa emersoniana,una scrittura colta nello 'stare per',nei suoi transiti,nell'esplicarsi come potenza del movimento,del cambiamento. La scrittura assume anche funzione di 'risveglio'. emerge l'idea di un soggetto non fisso,univoco,per cui il divenire del mondo coinvolge anche il sč in una spirale di metamorfosi dell'identitą. Un'idea di soggetto in cui Cavell identifica un sč recettore di emozioni,istinti,un sč attivo orientato alla costante definizione di un sč futuro. Cavell rinuncia a un'idea della mente univoca e pre-formata,in favore di un'idea di mente 'multiprospettica' che permetta uno sviluppo delle proprie capacitą critiche. La concezione del soggetto che Cavell ritrova in Emerson lo avvicina ad alcuni orientamenti della post-modernitą. č possibile tracciare un parallelismo tra l'idea cavelliana di individualitą e la sua concezione della scrittura e della filosofia come costituita essenzialmente da parole gią dette da altri,come citazioni gią realizzate:tocchiamo qui un ulteriore stretto legame tra formazione di sč,scrittura e linguaggio.
Appunti su: https:wwwappuntimaniacomumanisticheeducazione-pedagogiascrittura-autobiografia-e-form35php, |
|
Appunti Logica | |
Tesine Giornalismo stampa | |
Lezioni Poesia | |