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DAL VIAGGIO COME SPOSTAMENTO AL VIAGGIO VIRTUALE
Da decenni la scuola è
considerata come istituzione "mediatrice di cultura" in grado di formare gli
alunni a vivere nella società. Essa, quindi, deve essere sempre pronta a
rinnovarsi pedagogicamente preoccupandosi di offrire percorsi didattici volti a
sollecitare "un'intelligenza critica" capace, a sua volta, di saper applicare
adeguatamente le conoscenze acquisite. Per realizzare questo fine sono state
giustamente affiancate alle attività didattiche, svolte all'interno della
classe, le visite guidate nel territorio locale e oltre. Come "attività
scolastica a tutti gli effetti" il viaggio d'istruzione costituisce un elemento
di rilievo dell'offerta formativa d'ogni istituto, un vero momento
d'integrazione tra scuola e territorio. Il viaggio, come attività didattica,
nasce dall'idea di ampliare la propria conoscenza del mondo esterno e di noi
stessi attraverso l'esperienza. Tuttavia non si può pensare di ricorrere ad un
viaggio per conseguire un fine didattico se non si ha una chiara visione dei fini
generali che si vogliono perseguire e del significato che l'esperienza del
viaggio stesso può rappresentare. Il viaggio d'istruzione deve essere
un'esperienza espressiva e qualificata. Perché tutto ciò si concretizzi è
indispensabile che ci siano varie parti, tra cui luoghi significativi e di
pregio. Purtroppo dalle ultime ricerche effettuate da esperti del "turismo
scolastico" vengono fuori dati piuttosto deludenti. In particolare le
conoscenze ricavate dall'esperienza risultano spesso inadeguate. Questo perché
si visitano sempre meno le città d'arte del territorio e le visite di tipo
scientifico-naturalistico-industriale sono limitate. Si prediligono, invece, le
mete europee. Ne consegue che gli allievi, spesso, non hanno conoscenza dei
territori e degli ambienti in cui vivono. Pertanto è prioritario tornare a fare
gite nella propria terra perché è impossibile essere e sentirsi europei se non
si conoscono i propri luoghi di vita. Ciò diventa una condizione essenziale ad
esempio in un luogo come
in Italia è molto
significativa l'opera di Giuseppina Pizzigoni che fonda una scuola-modello
chiamata "Rinnovata" proprio per indicare la consapevolezza di quanto si sta
evolvendo nell'educazione europea.
Oggi, all'interno del pianeta scuola, non si parla solo di viaggio d'istruzione ma anche e soprattutto di"viaggio virtuale" meglio conosciuto come Internet. Esso rappresenta la sintesi dei mezzi di comunicazione di massa ed offre ai ragazzi una gran mole d'informazioni che aprono alla conoscenza di una realtà virtuale senza confini, promuove la multiculturalità e favorisce l'apprendimento delle lingue. Le straordinarie opportunità offerte dalla rete possono essere potenziate con l'aiuto degli adulti, il cui impegno dovrà tenere conto dei molteplici interessi che portano i ragazzi dinanzi allo schermo. Ormai l'uso di Internet s'inserisce nell'ambiente di vita abituale dei ragazzi ma la socializzazione e la formazione attraverso la rete non può e non deve sostituire quella reale nella famiglia e nella scuola perché, essendo dispersiva e spesso illusoria, potrebbe condurre il ragazzo ad una visione virtuale del mondo e favorire dipendenza e solitudine. E' necessario che i ragazzi compiano un appropriato "viaggio virtuale" che apra a nuove conoscenze ma è indispensabile che si faccia un utilizzo critico di questa possibilità che, oggi, la scuola è in grado di offrire. Infatti, solo se il "viaggio virtuale" è inserito in modo equilibrato in un contesto armonioso di vita e di socializzazione, costituisce uno strumento di aggregazione e di comunicazione che è in grado di superare barriere spaziali e, esso stesso, diventa occasione di conoscenza e di socializzazione. Affermando ciò intendo dire che la cultura e la didattica non devono basarsi esclusivamente sull'aspetto tecnologico poiché credo sia necessario conservare e mantenere, di questa, anche quello che è il suo aspetto tradizionale.
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