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Numerose attività umane hanno un notevole impatto sull'ambiente, immettendo nell'aria, nelle acque e nel suolo composti chimici inquinanti e capaci di alterare gli equilibri di molti processi ecologici. Quando le concentrazioni di queste sostanze superano determinati valori, risultano nocive agli stessi esseri umani. Di segito sono riportate le principali sostanze che costituiscono fattore di rischio.
Queste sono:
v Monossido di carbonio (CO) proveniente dagli scarichi di veicoli a motore e da alcuni processi industriali;
v Biossido di zolfo (SO2) liberato da centrali termoelettriche a combustibile fossile contenente zolfo e impianti di produzione dell'acido solforico;
v Particolato in sospensione da scarichi dei
veicoli a motore, processi industriali, incenerimento dei rifiuti, generazione
di calore e di energia elettrica ed infine reazioni tra gas inquinanti
in atmosfera;
v Piombo (Pb) da scarichi dei veicoli a motore, fonderie di piombo e fabbriche di batterie;
v Ossidi di azoto (NO, NO2) da scarichi dei veicoli a motore, generazione di calore ed energia elettrica, acido nitrico, esplosivi e impianti per la produzione di fertilizzanti;
v Ossidanti fotochimici (soprattutto ozono [O3], ma anche perossiacetil-nitrato [PAN] e aldeidi) formati nell'atmosfera dall'interazione tra ossidi di azoto, idrocarburi e luce solare;
v Idrocarburi diversi dal metano (tra cui etano, etilene, propano, butani, pentani, acetilene) da emissioni dei veicoli a motore, evaporazione di solventi, processi industriali, discariche di rifiuti solidi ed uso di combustibili fossili;
v Anidride carbonica (CO2) derivante da tutti i processi di combustione.
I diversi tipi di gas serra rimangono in atmosfera per tempi diversi, variabili da gas a gas, prima di scomporsi. Ad esempio, il metano ha una vita media di circa un decennio; il diossido di azoto può persistere per più di un secolo e l'anidride carbonica per circa 200 anni. Tra tutti i gas serra, l'anidride carbonica è la più importante ai fini del riscaldamento globale: è infatti dotata di una lunghissima vita media; è il principale prodotto della combustione del petrolio e del carbone; ed è un componente essenziale del ciclo naturale del carbonio, che rischia in questo modo di essere turbato. A parte una piccola quota rappresentata da fonti alternative quali quella nucleare, geotermica ed eolica, la maggior parte dell'energia prodotta dall'uomo proviene appunto dai combustibili fossili. In particolare, poiché questo vale anche e soprattutto per la maggior parte dei paesi in via di sviluppo, ne segue che il processo di industrializzazione di queste vaste e spesso densamente popolate aree del mondo renderà sempre più difficile anche solo mantenere il livello di anidride carbonica nell'atmosfera ai livelli attuali. In realtà le emissioni di anidride carbonica esistono da molto prima dell'inizio dell'era industriale, e anche da prima dell'era dell'uomo. Gli organismi viventi emettono continuamente anidride carbonica come prodotto della respirazione. Essa svolge un ruolo primario nel ciclo naturale del carbonio, l'insieme dei processi attraverso cui questo elemento chimico passa dall'ambiente agli esseri viventi - piante, animali e microrganismi - e viceversa: le piante verdi convertono l'anidride carbonica dell'atmosfera in zuccheri attraverso la fotosintesi; gli animali si nutrono delle piante verdi per ricavare l'energia loro necessaria ed entrambi restituiscono l'anidride carbonica all'ambiente come prodotto di scarto.
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