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Un satellite artificiale è un apparato elettronico orbitante intorno alla
terra, in grado di ricevere e trasmettere segnali elettromagnetici. La
struttura di un impianto di comunicazione satellitare è composta da tre
apparati principali. Il segnale viene trasmesso dalla stazione trasmittente al
satellite, il quale elabora il segnale e lo ritrasmette orientandolo verso la/e
stazione/i ricevente/i. Per elaborazione del segnale da parte del satellite
intendiamo l'amplificazione e la traslazione di frequenza del segnale. Tali
operazioni sono svolte dal Trasponder.
L'amplificazione necessaria per la trasmissione del segnale deve essere molto
elevata, poiché il segnale in ricezione è dell'ordine di 100pW-1nW, mentre la
potenza necessaria per la trasmissione è dell'ordine delle decine - centinaia
di Watt. Se il segnale venisse ritrasmesso a tale potenza sulla stessa
frequenza di portante del segnale in ricezione, il ricevitore dello stesso
Trasponder subirebbe interferenze. Il segnale viene quindi traslato, in genere
la frequenza di Uplink è più elevata di quella di Downlink poiché dalle basi
terrestri è possibile effettuare una trasmissione a potenza molto più elevata
rispetto a quella del satellite. Le trasmissioni satellitari possono essere di
vario tipo:
Trasmissione punto - punto: sono interessati un solo apparato trasmittente e un solo apparato ricevente (es. 2 stazioni telefoniche);
Trasmissione punto - multipunto: sono interessati un solo apparato trasmittente e più apparati riceventi (es. TV satellitare);
Trasmissione multipunto - punto: sono interessati più apparati trasmittenti e un solo apparato ricevente (es. Centro di raccolta dati).
Per quanto riguarda la struttura fisica di un satellite possono essere determinati due gruppi: il carico (payload) e la piattaforma (platform). Il carico consiste nelle antenne trasmittenti e riceventi, nonché nei trasponder. La piattaforma consiste nella base sulla quale è posto il carico, formata dalla struttura meccanica, dal sistema di alimentazione (pannelli solari + batterie accumulatrici), sistema di controllo dell'orbita e dai relativi impianti di propulsione per la correzione di questa e dal sistema di comunicazione con la stazione di controllo.
Tipi di satelliti:
Satellite
Geostazionario (GEO):
con tale termine si intende quel tipo di satellite che compie un orbita
circolare intorno alla terra e mantiene fissa la sua posizione rispetto ad un
qualsiasi punto fisso di essa. Il dimensionamento dell'orbita geostazionaria,
può essere attribuito a Clarke, che riuscì a dimensionarla nel 1944. Clarke
ideò un orbita equatoriale sulla quale il satellite avrebbe dovuto muoversi
alla velocità di 1 giro al giorno, compiendo una rotazione parallela a quella
della terra. Per ottenere questa condizione, il satellite, deve esercitare un
forza centrifuga uguale a quella gravitazionale in modulo, ma opposta in fase.
Per generare una forza di questo tipo, è possibile agire solo sul raggio di
rotazione, poiché la velocità è definita in un giro al giorno. Per il calcolo
del raggio è possibile impostare le seguenti relazioni:
, dalla quale è possibile ricavare il valore di r:
, essendo
, dove
e corrisponde
all'accelerazione di gravità, e
, otteniamo che
, togliendo il raggio della terra possiamo ricavare l'altezza
media dal suolo pari a
. La posizione orbitale sulla fascia di Clarke è misurata in
gradi rispetto al meridiano di Greenwich, con segno positivo ad est e negativo
a ovest.
Satelliti con orbita ellittica. Sono satelliti risultano inclinati di 64° rispetto al piano equatoriale. I satelliti con tale orbita coprono una regione per 2/3 del periodo orbitale, l'altra per 1/3.
Satelliti LEO. Sono satelliti con orbita
circolare a bassa quota con distanza dalla terra compresa tra 100 e
Satelliti MEO. Sono satelliti con orbita
circolare a media quota distanti dalla terra circa
Ogni satellite lavora all'interno
di un fascio chiamato fascio di
copertura, se un satellite, sfruttando o un singolo fascio o un insieme di
fasci, copre tutta la superficie terrestre si parla di satellite a copertura
globale. I fasci vengono direzionati mediante un antenna parabolica sagomata o
mediante più antenne. I fasci che giungono sulla superficie terrestre non
pretendano una diffusione di potenza uniforme, ma si otterrà la potenza massima
all'interno dello spot della parabola, mentre nelle zone periferiche la potenza
è minore. Nel caso di satelliti geostazionari, tali variazioni di potenza,
vengono rappresentate mediante particolari grafici chiamati footprint, costituiti o da linee chiuse
unendo i punti del fascio sulla superficie terrestre caratterizzati da eguale
flusso di potenza (fig. 6) oppure dalle linee isolivello dell'EIRP che
definiscono delle fasce all'interno delle quali la potenza irradiata è costante
(fig. 5). Nei footprint sono spesso riportati anche i diametri di parabola
consigliati per ottenere una ricezione ottimale. I satelliti possono essere
raggruppati, a seconda del loro utilizzo nelle seguenti categorie:
Per i satelliti possiamo individuare vantaggi e svantaggi.
Vantaggi della trasmissione satellitare:
Svantaggi della trasmissione satellitare:
Satelliti per diffusione televisiva.
I
satelliti per diffusione televisiva, data la necessità di ogni utente di
intercettarli senza utilizzare attrezzature mobili costose, sono satelliti
geostazionari, il che ci consente di puntare su di loro antenne paraboliche
fisse. Per permettere l'utilizzo di antenne paraboliche di dimensioni non
proibitive, la potenza irradiata dai satelliti per diffusione televisiva si
aggira sui 200W, concentrati all'interno dell'area di servizio a delimitazione
nazionale. L'alto valore di densità di flusso a terra ci permette di ridurre le
dimensioni delle antenne fino a compresa tra 10,7 GHz e 11,7 GHz
e SMS (Satellite Multi Service) che
occupano la banda da 12,5 GHz e 12,75 GHz. Questi ultimo sono in genere
satelliti a bassa e media potenze (da 20 W a 50 W) con area di copertura spesso
multinazionale e quindi con livelli di flusso di potenza a terra piuttosto
bassi. Tra i satelliti per il broadcasting televisivo nella banda SMS ce ne
sono attualmente 4: TELE X Svedese, THOR Norvegese, TDFI francese e TV-SAT2
Tedesco. In tutti i satelliti, per la trasmissione si segnali TC viene
utilizzata la modulazione di frequenza (FM). Il segnale modulante è rappresentato
dal segnale video in banda base codificato in PAL, NTSC o SECAM, a seconda
dello standard in uso, al quale si aggiungono una o più sottoportanti audio
modulate in frequenza collocate tra 5,5 MHz e 8 MHz. Normalmente, la portante
audio di frequenza minore, è quella relativa al segnale mono, mentre le altre a
frequenza maggiore sono utilizzate per il segnale audio stereofonico e/o per le
trasmissioni multilingue. Altre portanti ausiliarie, vengono poi utilizzate per
segnali radio mono o stereo. L'ampiezza del canale occupato da ciascun
programma vari a seconda del tipo di satellite. Per i satelliti DBS (Direct
Broadcasting Satellite), sono disponibili canali con una larghezza di banda di
27 MHz e una
deviazione di 15,5 MHz/V, altri
satelliti occupano canali puù ampi o più stretti, l'EUTELSAT I, ad esempio,
utilizza una larghezza di banda pari a 36 MHz con una deviazione di 25 MHz/V,
mentre gli ASTRA dispongono di una larghezza di banda di 26 MHz con una
deviazione di 16 MHz/V. L'elevato valore di EIRP lungo l'asse, che caratterizza
il fascio trasmesso dai satelliti, in assenza di modulazione, potrebbe
determinare interferenze nei sistemi terrestri di telecomunicazioni a
microonde. Per evitare tali inconvenienti è stato deciso di modulare la
portante con un onda triangolare ED della frequenza di quadro (25 Hz) avente
ampiezza tale da determinare un'escursione della frequenza portante di circa
600 KHz. Per disporre di un numero elevato di canali senza con ciò accrescere
la larghezza di banda disponibile per ciascun satellite, si è ricorsa alla
trasmissione di canali su frequenze parzialmente sovrapposte. Per evitare
interferenze, si sono utilizzate polarizzazioni
opposte (fig. 8) per la trasmissione di canali adiacenti, affidandosi così
alla capacità di discriminazione delle due polarizzazioni da parte del sistema
ricevente per la separazione dei segnali relativi, in modo da evitare
interferenze e disturbi. Nei satelliti DBS è stato stabilito che le
polarizzazioni devono essere circolari (destrosa o sinistrorsa - fig. 9) mentre
gli altri satelliti utilizzano prevalentemente la polarizzazione lineare
(verticale o orizzontale). Naturalmente il sistema ricevente deve essere in
grado di ricevere e discriminare nel modo migliore i segnali trasmessi con le
diverse polarizzazioni. Tutti i
satelliti geostazionari, come già detto, orbitano sul piano equatoriale,
occupando posizioni angolari diverse in
corrispondenza
delle quali si possono parcheggiare uno o più satelliti, purché occupino canali
distinti o impieghino polarizzazioni complementari. La distanza angolare tra
tutti i punti di parcheggio previsti, deve essere sufficiente per assicurare la
separazione tra satelliti adiacenti anche con antenne ridotte. Con il WARC '77
è stato stabilito che i satelliti DBS siano parcheggiati in posizioni ben
definite intervallate di 6°. La fascia di Clarke, viene vista dalla postazione ricevente a
terra come un arco nel cielo (fig. 10) che presenta l'apice in direzione Sud,
con un'elevazione direttamente proporzionale alla latitudine. Per la ricezione
dei programmi irradiati da un satellite in orbita geostazionaria, è necessario
che l'asse della parabola ricevente sia orientato esattamente in direzione del
punto corrispondente alla posizione occupata dal satellite sull'arco geostazionario.
Fondamentalmente, abbiamo due modi di installazione dell'antenna parabolica:
quello fisso e quello polare (fig. 11). Nel primo caso l'antenna è dotata di un
supporto che le consente di ruotare attorno all'asse verticale, fino al
raggiungimento del corretto azimut, e attorno all'asse orizzontale per
regolarne esattamente l'elevazione. Tale montaggio è chiamato Az-EI ed è adatto
alle realizzazioni fisse, quindi per la
ricezione di uno o più satelliti
che occupano la stessa posizione orbitale. Per poter ricevere satelliti
parcheggiati in posizioni diverse, è necessario ricorrere al montaggio polare
che, con la sola rotazione attorno ad un asse (asse polare), permette il
puntamento dei satelliti visti dalla stazione ricevente sull'arco geostazionario.
Il montaggio polare si presta alla realizzazione di sistemi motorizzati di
puntamento.
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