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E' noto dalla termodinamica che il calore può essere trasformato in lavoro e viceversa, secondo la relazione che definisce l'equivalente meccanico del calore:
1 kcal = 4187 J
(o anche: 1 kWh = 860 kcal)
I motori termici sono costituiti da uno o più cilindri (Figura 1), al cui interno un fluido viene fatto riscaldare e quindi espandere, provocando lo spostamento di un pistone e compiendo così un lavoro meccanico. L'energia termica è fornita dalla combustione di opportune sostanze combustibili. Nei motori endotermici, che hanno soppiantato i motori esotermici (macchina a vapore), la combustione avviene all'interno del cilindro.
Figura 1 - Parametri principali di un motore a combustione interna.
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Caratteristico di un combustibile è il potere calorifico Hi, ossia la quantità di calore che si sviluppa dalla combustione di 1 kg della sostanza. A seconda del ciclo di funzionamento, si distingue tra motori a ciclo Otto (o a scoppio) e motori Diesel. Il motore a ciclo Otto utilizza benzina (Hi 44 MJ/kg; massa specifica = 0,72 ÷ 0,78 kg/l) che viene miscelata con l'aria nel carburatore; la miscela, introdotta nel cilindro, viene accesa mediante una scintilla provocata da una candela. Il motore diesel utilizza invece gasolio (Hi 43 MJ/kg; = 0,82-0,86 kg/l), che viene iniettato nel cilindro, accendendosi spontaneamente per effetto dell'alta temperatura e pressione dell'aria aspirata e compressa dal pistone.
Il ciclo di funzionamento dei motori endotermici si compie in quattro fasi: aspirazione, compressione, espansione, scarico (Figura 2). L'accensione del combustibile avviene verso la fine della fase di compressione. Il ciclo si compie in due giri di manovella nei motori a quattro tempi, e in un solo giro nei motori a due tempi (di impiego piuttosto limitato).
Un motore termico non è mai in grado di trasformare tutta l'energia termica in energia meccanica, in quanto si hanno perdite di vario tipo. In un motore diesel, circa metà delle perdite si verifica attraverso i gas di scarico, che hanno elevata temperatura e contengono sempre una certa frazione di particelle incombuste. Poiché il motore deve essere raffreddato, per non superare certe temperature e provocare il degrado dei materiali con cui è costruito, altra energia va inoltre persa con l'aria o acqua di raffreddamento (Figura 3
Figura 2 - Fasi del ciclo a 4 tempi di un motore a ciclo Diesel.
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Si definisce rendimento termodinamico i il rapporto:
tra l'energia meccanica prodotta Ei e la quantità di calore prodotta dalla combustione Q . In un diesel, i = 0,36 ÷ 0,40, in un motore a scoppio i
Una parte di Ei viene a sua volta spesa negli attriti fra le parti in movimento del motore, e per l'azionamento di organi accessori (impianto di raffreddamento, lubrificazione, distribuzione).
Si definisce rendimento meccanico del motore m il rapporto:
dove Em è l'energia disponibile all'albero motore.
In un motore termico, m = 0,8 circa.
Il rendimento totale del motore t è dato allora da:
Figura 3 - Perdite di energia nel motore.
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e vale in un diesel circa t
Generalmente, il rendimento del motore è definito indirettamente attraverso il consumo specifico di combustibile (Cs, g/kWh), misurabile in prove al banco in base al rapporto:
dove: C, g/h = consumo orario di combustibile durante un certo periodo (t, h) di funzionamento; Wm, kW = potenza meccanica sviluppata dal motore.
Dalla definizione prima data di rendimento totale, si ricava ora:
da cui:
dove k è una costante che vale k = 3600 (= 3,6 MJ/kWh ·1000 g/kg) se Cs espresso in g/kWh e Hi in MJ/kg.
Ad esempio, un motore diesel con un t del 35 % ha un Cs pari a 3600/0,35/43 = 239 g/kWh.
Il motore diesel è preferito in agricoltura principalmente per il migliore rendimento. Inoltre, il gasolio costa meno ed è più facile da conservare, perché meno volatile, della benzina. Il motore a scoppio è invece preferito nella motorizzazione privata, tra l'altro, anche per il minore rapporto peso/potenza.
Nella Tabella 1 sono riportati i consumi specifici, i rendimenti ed il rapporto peso/potenza per alcuni tipi di motore.
Tabella 1 - Consumo specifico, rendimento e rapporto peso/potenza per alcuni tipi di motore.
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Si può dimostrare che la potenza di un motore endotermico è data da:
dove V è la cilindrata in m , pme la pressione media effettiva all'interno del pistone in Pa, n il numero di giri in s
L'equazione dice in sostanza che la potenza di un motore può essere aumentata:
- aumentando la cilindrata (cilindri più grandi, più cilindri);
- aumentando la pressione media effettiva (aumento del rapporto di compressione, migliore riempimento del cilindro, sovralimentazione);
- aumentando il numero di giri.
Ad esempio, si abbia un motore diesel aspirato con pme = 7 bar (= 700.000 Pa), V = 2500 cm (= 0,0025 m ), regime massimo n = 2400 n/min (= 40 s ); la potenza massima sarà Wm = 700.000 · 0,0025 · 40 / 2 = 35.000 W = 35 kW.
Lo stesso motore sovralimentato (pme = 9 bar = 900.000 Pa) avrà invece potenza massima = 900.000 · 0,0025 · 40 / 2 = 45 kW.
La potenza specifica Wm/V risulta inoltre rispettivamente di 35/2,5 = 14 kW/l e 45/2,5 = 18 kW/l.
Nel motore diesel, si può agire invece solo limitatamente sul numero di giri, il cui valore massimo è limitato dal ritardo all'accensione e dal funzionamento della pompa di iniezione, in pratica a circa 2500 giri (nei motori a iniezione diretta).
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