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Luigi Russolo: fondatore del "suono-rumore"
11 Marzo 1913: Luigi Russolo compone "L'Arte dei Rumori". La rivoluzione musicale inizia da qui.
"La vita anticha fu tutto silenzio. Nel diciannovesimo secolo, coll'invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi, il Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini".
Nell'antichità il suono era attribuito alle divinità, perciò nacque la concezione di suono come cosa a sé, indipendente dalla vita. La musica che ne risultò poteva essere considerata solamente divina e inviolabile, ma tale concezione rallenta il suo progresso. L'impostazione classica non può più essere utilizzata per creare nuove composizioni, diviene insulsa. Le regole basate su equilibrio e perfetta armonia non hanno più ragione di esistere. Il Rumore che domina la vita quotidiana di ogni singolo essere umano diviene il cuore di tutte le nuove produzioni musicali.
"L'arte musicale ricercò ed ottenne dapprima la purezza la limpidezza e la dolcezza del suono, indi amalgamò suoni diversi, preoccupandosi però di accarezzare l'orecchio con soavi armonie. Oggi l'arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami di suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l'orecchio. Ci avviciniamo così sempre più al Suono-Rumore".
L'orecchio umano ha bisogno di nuovi stimoli, di nuove emozioni acustiche. La vita moderna ha già abituato l'essere umano al piacere dell'udire rumori di qualsiasi tipologia e se ne compiace a sentirli inseriti in opere musicali. Come giustamente sottolinea Russolo:
"Il suono musicale è troppo limitato nella varietà qualitativa dei timbri. Le più grandi orchestre si riducono a quattro o cinque classi di strumenti".
Le note musicali possono essere disposte in modi sempre diversi in modo da creare nuove e soavi melodie, ma i timbri rimangono sempre gli stessi. Questa stretta cerchia di strumenti non è in grado di creare innumerevoli timbri! Per questo
"Bisogna rompere questo cerchio ristretto di suoni puri e conquistare la varietà infinita dei suoni-rumori"
La voglia di rompere totalmente con il passato è fortissima e Russolo lo enuncia chiaramente con questa lapidaria sentenza:
"Noi futuristi abbiamo tutti profondamente amato e gustato le armonie dei grandi maestri, Beethoven e Wagner ci hanno squassato i nervi e il cuore per molti anni. Ora ne siamo sazi e godiamo molto più nel combinare idealmente dei rumori di tram, di motori a scoppio, di carrozze e di folle vocianti, che nel riudire, per esempio, l'<<Eroica>> o la <<Pastorale>>".
Strabilianti e lodevoli parole che hanno al proprio interno una mirabile carica rivoluzionaria.
I grandi maestri vanno lodati, elogiati e ammirati per le loro sublimi composizioni, ma oramai è giunta l'ora di cambiare: il novecento DEVE essere l'era del Suono-Rumore.
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