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IPOTESI SULL'ORIGINE DEL CAMPO MAGNETICO
La
prima e anche la più semplice interpretazione che è stata data al magnetismo
terrestre è che, al centra della Terra, il nucleo ferroso si comporti come un
dipolo permanente.
questa ipotesi è caduta quando è stato dimostrato sperimentalmente che la
magnetizzazione di qualsiasi sostanza scompare al di sotto del punto di Curie,
che per qualsiasi sostanza è molto più basso della temperatura che si ritiene
sia presente nella parte più interna della Terra.
Nel 1919 Josehh Larmor (1857-1942), fisico
all'Università di Cambridge, fornì una nuova ipotesi sull'origine del campo, egli
ricondusse cioè il campo magnetico terrestre ad un effetto dinamo.
Il fisico statunitense Walter M. Elsasser e il geofisico inglese Edward C.
Bullard, allora rispettivamente all'Università della California a San Diego e
all'Università di Cambridge, hanno ripreso questa idea cinquant'anni fa e
l'hanno applicata alle condizioni terrestri.
All'interno della Terra, e precisamente nel nucleo, esisterebbe una specie di dinamo (teoria della "dinamo autoalimentata" proposta da Bullard nel 1948) capace di produrre correnti elettriche generanti a loro volta il campo magnetico da noi misurato. Questa dinamo autoeccitante sarebbe costituita dal nucleo, fluido e ricco di ferro della Terra, rimescolato da continui moti convettivi prodotti dal calore radioattivo generantesi dal nucleo stesso.
Fluidodinamica: liquido in rotazione tra due termostati a diversa temperatura
sviluppa moti vorticosi.
Nel nucleo terrestre: la
simmetria assiale induce
moti vorticosi a
colonna con asse parallelo
all'asse di
rotazione (conferma in laboratorio).
Tutto avrebbe inizio con la presenza di un casuale, anche se piccolo, campo magnetico che interagirebbe col ferro fluido in movimento, producendo correnti elettriche che a loro volta creerebbero un ulteriore campo magnetico, iniziando così un processo a catena autosostenuto, la già citata dinamo autoeccitante.
Il modello a dinamo è oggi il modello più probabile che possa spiegare il cmt.
Esso predice che l'origine del cmt è nel nucleo esterno liquido e prevede che il moto ciclico di un fluido elettricamente conduttore, sotto condizioni specifiche, genera un campo magnetico e lo mantiene tramite un processo di retroazione.
a) A causa della forza di Lorentz: F = q (E +v x B), le cariche sulla superficie circolare subiscono
ruotando una accelerazione e si stabilisce lungo il circuito una differenza di potenziale;
b) Il circuito esterno garantisce la continuità al flusso di corrente;
c) La corrente indotta genera a sua volta un campo magnetico che rinforza il campo originale;
Il comportamento delle correnti elettriche e dei campi magnetici in conduttori elettrici in movimento - quali i fili metallici o i metalli fusi - viene determinato da tre leggi fondamentali dell'elettrodinamica:
A causa della rotazione del pianeta, che nel nucleo fluido raggiunge
una velocità media dai 10 ai
Charles Carrigan e Friedrich Busse riuscirono a confermare in modo convincente questi modelli grazie agli esperimenti che realizzarono alla fine degli anni settanta all'Università della California. In questi esperimenti Carrigan mise in rapida rotazione (circa 1000 giri al minuto) un liquido che riempiva una cavità a forma di guscio sferico.
Riscaldando la superficie esterna e raffreddando quella interna produsse un gradiente di temperatura in grado di determinare una corrente di convezione termica. Parallelamente all'asse di rotazione del liquido si formarono vortici cilindrici.
Grazie all'aiuto di potenti computer per rielaborare i dati questi esperimenti forniscono la chiara prova sperimentale che correnti vorticose in un conduttore quasi omogeneo possono produrre spontaneamente un campo magnetico permanente.
Confermano al contempo, in virtù dell'analogia con le ipotizzate strutture di corrente nel nucleo terrestre, il modello di una geo-dinamo.
Appunti su: dinamo ad autoeccitazione, dinamo autoeccitante, https:wwwappuntimaniacomtecnicheelettronica-elettricitaipotesi-sullorigine-del-campo-54php, |
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