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Per energia geotermica si intende quella contenuta, sotto forma di 'calore', all'interno della Terra. La temperatura aumenta con la profondità, secondo un gradiente geotermico di 3°C ogni 100 metri e deriva principalmente dal decadimento degli isotopi radioattivi presenti soprattutto nel mantello.
Questa energia fluisce verso l'esterno trasportata da vettori quali acqua e vapore e si dissipa con regolarità verso la superficie della Terra. Tale calore, anche se in quantità enorme e praticamente inesauribile, risulta assai disperso e solo raramente concentrato. Tuttavia, esistono zone privilegiate, nelle quali il gradiente è nettamente superiore a quello medio: le aree vulcaniche o comunque quelle nel cui sottosuolo sono presenti magmi in via di raffreddamento in prossimità della superficie.
Un sistema geotermico è formato da tre elementi: la sorgente di calore, il serbatoio ed il fluido, che è il mezzo che trasporta il calore. La sorgente di calore può essere una intrusione magmatica a temperatura molto alta e posizionata a profondità relativamente piccola (5-10 km), oppure, come in certi sistemi a bassa temperatura, il normale calore della Terra. Il serbatoio è un complesso di rocce calde permeabili nel quale i fluidi possono circolare assorbendo il calore. Il serbatoio generalmente è ricoperto da rocce impermeabili e viene continuamente ricaricato da acqua meteorica.
Una volta individuato il sistema geotermico, ad esempio con sondaggi elettrici,
si può perforare la coltre impermeabile sovrastante e convogliare il vapore alla centrale con apposite tubazioni. Il rendimento è maggiore se si tratta di vapore "secco", cioè in assenza di acqua liquida; se vi è risalita di acqua oltre a vapore, la fase liquida deve essere separata in quanto solo il vapore può essere impiegato per mettere in movimento le turbine.
Gli impianti geotermici sono quelli che, tra le varie forme di energie rinnovabili, permettono le più alte potenze installate e di conseguenza le più consistenti energie prodotte. Per quanto riguarda l'energia producibile, la temperatura del fluido geotermico è di fondamentale importanza. Maggiore è la temperatura, maggiore è l'energia producibile.
Un'altra tecnologia avviata negli Stati Uniti nei primi anni '70, denominata Rocce Calde Secche, consiste nel pompare acqua fredda alla profondità di alcuni chilometri sotto la superficie terrestre fino a farle incontrare con rocce calde e compatte, provocandone la fatturazione idraulica. L'acqua penetra e circola nelle fratture prodotte artificialmente ed estrae il calore dalle rocce, che funzionano come un serbatoio naturale. Questo serbatoio viene poi raggiunto ed intersecato da un secondo pozzo usato per estrarne l'acqua, che ha acquistato calore.
In Italia la produzione di energia elettrica di origine geotermica che viene immessa nella rete nazionale purtroppo incide ancora in misura minima sul totale prodotto ( circa 3% ).Tuttavia, l'Italia è il paese geotermicamente più "caldo" di tutta l'Europa, cosa testimoniata dai numerosi vulcani, dai soffioni boraciferi, dalle sorgenti termominerali.
La produzione geotermica ha una lunga tradizione e per molti anni ha costituito un primato mondiale; ancor oggi la zona di Larderello, in Toscana, è considerata la culla della geotermia.
Nel 1904 naque
la geotermoelettricità: vennero accese 5 lampade tramite una dinamo
azionata da una macchina a vapore alimentata da un soffione. Nel 1913,
entrò in servizio la prima vera centrale geotermoelettrica: Larderello 1.
Larderello 1904. La prima macchina (un motore alternativo
accoppiato ad una dinamo), che ha prodotto elettricità
sfruttando il vapore geotermico
Dagli anni Venti, proprio da Larderello, si estende a tutto il mondo l'interesse per la geotermia. Dagli anni Settanta, venne dato un notevole impulso all'esplorazione in tutte le aree italiane, individuando diverse aree geotermiche.
Attualmente, in Italia sono presenti 34 impianti geotermici (33 in Toscana e 1 nel Lazio).
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