![]() |
|
Appunti tecniche |
|
Visite: 2032 | Gradito: | ![]() ![]() |
Leggi anche appunti:Contatori in modulo diminuitoContatori in modulo diminuito Figura 7.1 Amplificatore ad emettitore comuneAmplificatore ad emettitore comune Scopo 1. Verificare MagnetismoMAGNETISMO Aspetto dell'elettromagnetismo che studia le interazioni magnetiche |
![]() |
![]() |
Descrizione del Sistema OFDM
Introduzione
In questo capitolo verrà descritto lo schema di funzionamento del sistema multiportante OFDM.
Cercheremo di fornire una semplice caratterizzazione analitica dei segnali in gioco e delle problematiche che vanno affrontate in questo sistema di modulazione multiportante. Viene analizzato lo schema a blocchi del sistema in esame, nello specifico, la parte riguardante il trasmettitore ed il ricevitore.
La modulazione OFDM
Come sappiamo, la questione della selettività in frequenza risiede nella (larga) banda del segnale che risulta confrontabile con l'inverso dei ritardi relativi tra i vari modi cammini multipl
Questa situazione è rappresentata sinteticamente nella Fig.1.
Fig.1 [9]
Nella modulazione OFDM si cerca di risolvere
questa questione suddividendo la trasmissione di un unico flusso dati ad alta velocità
di segnalazione 1/T e quindi larga banda, in una molteplicità di sotto-flussi paralleli ottenuti suddividendo il
flusso originario, e modulando molte
sottoportanti adiacenti con ciascuno di tali fluss Se indichiamo con N il
numero di tali sotto-flussi, la cadenza di segnalazione su ogni sottoportante
sarà corrispondente ad un intervallo di simbolo su ogni
sottoportante
. Considerando un generico "sotto-flusso" su di una generica
sottoportante, la banda del segnale modulato sarà dell'ordine di
, e quindi N volte più
piccola della banda del segnale originario mono-portante. In questo modo,
aumentando N appropriatamente ci si può ricondurre al caso in cui ogni
sotto-canale ha una banda molto stretta, e quindi il relativo segnale modulato
"vede" una porzione della risposta in frequenza del canale di propagazione
sostanzialmente piatta e quindi non distorcente. Questa situazione è riassunta
in Fig.2.
Fig. 2
L'unico effetto del canale di trasmissione sul generico sotto-canale è quello di introdurre un'attenuazione e uno sfasamento sostanzialmente costanti su ogni sotto-banda: recuperando al ricevitore questi fattori di fase/ampiezza sottoportante per sottoportante si neutralizzano di fatto gli effetti del canale. Questo procedimento è assimilabile a una sorta di "equalizzazione in frequenza" del segnale ricevuto, nel senso che recuperare la fase/ampiezza di ogni sottoportante significa in pratica andare a compensare la risposta in frequenza del canale componente per componente su di un pettine di frequenze molto fitto.
Naturalmente, nella
discussione precedente (di carattere euristico) non sono stati precisati alcuni
aspetti importanti, tra i quali la spaziatura tra le sottoportanti, e la
maniera per effettuare efficientemente l'operazione di modulazione di questi
sottoflussi paralleli sulle varie sottoportant Indicando momentaneamente con la spaziatura delle
sottoportanti, il segnale con modulazione multiportante è descritto dallo
schema di massima di Fig.3, in cui i simboli d'ingresso
appartengono
all'alfabeto di una modulazione lineare arbitraria (tipicamente M-PSK o
-QAM) e sono caratterizzati da una velocità di segnalazione R
= 1/T .
Fig. 3
Come si nota, il
flusso di tali simboli è parallelizzato in N sotto-canali su ciascuno dei quali
l'intervallo di simbolo diventa chiamato intervallo di
simbolo OFDM. Si nota anche che il convertitore serie-parallelo induce una sorta
di partizionamento "a blocchi" dei simboli d'ingresso, ove la durata di un
blocco è pari a N simboli di sorgente ovvero di un simbolo OFDM. L'indice k risulta essere l'indice di "sottoportante"
e varia da
. L'espressione del segnale modulato è dunque
ove p(t) è un impulso rettangolare di
ampiezza unitaria e diverso da zero per e dove i simboli di
sorgente
sono normalizzati a
potenza unitaria
. Naturalmente dobbiamo essere in grado di demodulare questo
segnale in maniera ottimale. Lo schema del demodulatore ottimo del generico
sottoflusso # k in AWGN, e in assenza
degli altri sottocanali, è quello di Fig.4 , che prevede la conversione in
banda base del segnale, il filtraggio adattato con campionamento e la decisione
a soglia finale.
Fig. 4
La variabile di decisione sul simbolo della sottoportante numero k è dunque (r(t)=segnale ricevuto)
La presenza degli
altri sottocanali induce però in generale una interferenza sulla decisione. Calcoliamo
l'effetto della presenza del sottocanale i,
ik sulla variabile di decisione del ricevitore ottimo per
il canale k. Per l'intervallo di segnalazione con m=0, trascurando l'effetto del rumore si ottiene una componente di
interferenza :
Questa interferenza
si annulla quando , q intero, cioè quando le sottoportanti sono ortogonal Naturalmente
è conveniente scegliere il minimo di
questi valori, per tenere le sottoportanti le più vicine possibile e quindi
limitare la banda del segnale modulato. Si dovrà scegliere allora
In queste condizioni la modulazione prende il nome di OFDM, ha la minima occupazione spettrale e i dati dei vari sottocanali possono essere recuperati senz'alcuna interferenza con una batteria di ricevitori come in Fig. 4. Per ricostruire il flusso dati originario, sarà poi sufficiente "riformattare" il flusso da parallelo a seriale con un convertitore P/S duale di quello di Fig.3. Il segnale OFDM ha dunque la forma
Volendo adesso ricavare l'occupazione spettrale di questo segnale, iniziamo con l'osservare che questo è costituito dalla somma di N segnali dati statisticamente indipendenti ciascuno modulato su di una sottoportante diversa. Riscriviamo dunque x ( t ) come somma di questi contributi:
Ovvero:
Dalla precedente
espressione si ricava quella della densità spettrale di potenza di :
dove naturalmente S(f) è la densità spettrale del generico
sotto-flusso a velocità privato della
modulazione sulla sottoportante:
Questa è proprio la situazione rappresentata indicativamente nella Fig.5, nella quale la somma dei vari spettri dei sotto-canali non è stata effettuata, e in cui si nota anche che gli spettri dei vari sotto-canali sono sovrappost La condizione di ortogonalità delle sottoportanti garantisce però l'assenza di interferenza inter-portante e la demodulabilità dei dat
Fig. 5
Lo spettro di potenza di un segnale OFDM con 64 e con 2048 portanti è rappresentato in Fig. 6, ove la scala della frequenza è normalizzata alla velocità di segnalazione di sorgente 1/T. Si nota che la sovrapposizione dei vari spettri elementari dei sottocanali dà luogo ad uno spettro estremamente piatto in banda e con un rapido decadimento verso lo 0, e che queste caratteristiche sono tanto più accentuate quanto più alto è il numero delle sottoportant Il segnale OFDM non è rigorosamente limitato in banda, ma l'occupazione spettrale, definita con i consueti criteri della banda a -20 o -40 dB, o della banda al 99% della potenza, è comunque di poco maggiore della banda di Nyquist 1/T e quindi l'efficienza spettrale della modulazione è elevata.
Fig.
3 Implementazione della tecnica OFDM
La struttura di un
modem digitale che realizzi in modo efficiente
le operazioni sopra descritte, si può ricavare a partire da alcune
considerazion Cominciamo col descrivere il segnale analogico modulato modulato
x(t) e campioniamolo alla cadenza . Otteniamo la sequenza
Limitandoci al primo simbolo OFDM (m=0) e semplificando si ha
(infatti l'impulso è sempre pari a 1 nell'intervallo considerato). La sequenza
x[n] è pari dunque alla antitrasformata
discreta di Fourier della sequenza degli N simboli di sorgente
che contribuiscono a
formare il simbolo OFDM n. 0. Questo suggerisce un procedimento di modulazione efficiente poiché la trasformata inversa
può essere calcolata con un algoritmo veloce di (I)FFT. Il segnale analogico
modulato (in banda base) può allora essere ottenuto sovracampionando la
sequenza x[n] e inviandola ad un convertitore D/A seguito da un opportuno filtro
anti-immagine.
Per normalizzare, in
modo cioè che la sequenza x[n] abbia la stessa potenza media statistica della
sequenza dei simboli di sorgente ,
Supponiamo adesso che il segnale modulato venga ricevuto senza distorsioni di canale, ma con aggiunta di rumore Gaussiano bianco:
r( t )= x( t )+ w( t )
Il demodulatore per il sottocanale numero k, come già accennato, calcola la variabile di decisione
Campionando il
segnale ricevuto alla frequenza (sostituiamo a r(t) i
campioni
) e approssimando l'integrale con una sommatoria si ha
pari cioè alla trasformata discreta diretta di Fourier della sequenza ricevuta. La trasformata viene eseguita naturalmente con un algoritmo veloce che consente di calcolare tutte le variabili di decisione in un singolo simbolo OFDM, e per normalizzazione viene riformulata come segue:
Fig.
Lo schema del sistema
di trasmissione OFDM è dunque quello mostrato in Fig.7. Come si nota, oltre
alle funzioni già descritte compare anche un blocco "Aggiunge portanti
virtuali", mentre il numero di simboli di sorgente utili per simbolo OFDM non è
pari a N ma a . L'inserzione delle
cosiddette "portanti virtuali" è una maniera per controllare precisamente la
larghezza di banda del segnale modulato anche con un vincolo, per esigenza di
realizzazione, sulla particolare dimensione del calcolatore di (I)FFT
utilizzato nel modem (che normalmente elabora blocchi di lunghezze pari a
potenze di 2). In sede di formattazione del simbolo infatti, al blocco degli
simboli utili vengono
posposti
simboli nulli in modo
da arrivare alla lunghezza fissata del blocco di simboli di sorgente che
contribuisce a formare il simbolo OFDM tramite IFFT. La presenza di questi
simboli nulli in testa e in coda fa sì che le corrispondenti sottoportanti
vengano azzerate, cioè diventino "virtuali" o "soppresse". Lo spettro di
potenza diventa allora
Dove S( f ) è come prima lo spettro di ciascun sottoflusso.
Fig.
Lo spettro del modo 2k con portanti virtuali è confrontato in figura con quello già mostrato in Fig.6 per il caso di tutte portanti attive
Equalizzazione in frequenza
Torniamo adesso alla questione della compensazione delle distorsioni di canale prodotte dalla propagazione per cammini multipl Vi sono due distinte maniere, entrambe usate in pratica, per risolvere il problema con il segnale OFDM. Indicando come di consueto con h(t) la risposta impulsiva (in banda base) del canale e trascurando il rumore nel ricevitore, il segnale ricevuto sarà
Chiamiamo ora l'impulso rettangolare
p(t) traslato alla frequenza
, cioè
.
Allora
ove naturalmente rappresenta il k-esimo
impulso
"passato" nel canale
di trasmissione h(t). Concentrandoci
sul k-esimo flusso dati a tempo di simbolo OFDM
, si nota che
è proprio l'impulso
elementare di tale trasmissione così come viene ricevuto nel demodulatore.
Quest'impulso ha in generale una durata maggiore di
per effetto della
distorsione di canale. Se la risposta impulsiva del canale ha durata finita
pari a
, la durata di
è pari a
. È possibile allora evitare l'interferenza intersimbolica causata dal canale spaziando i
simboli OFDM di un intervallo maggiore di
, e precisamente
aumentato di una quantità
chiamata intervallo di guardia. Se infatti
l'intervallo di guardia è scelto in modo che
, due impulsi consecutivi
e
non si sovrappongono e l'ISI viene cancellata. Il segnale
trasmesso sarà allora:
In pratica, si
introduce un "gap" temporale tra due simboli OFDM consecutivi nel quale il
segnale modulato viene annullato. In ricezione, la "coda" del simbolo OFDM
nell'intervallo di guardia viene semplicemente ignorata e lasciata fuori dal
blocco di N campioni su cui calcolare e quindi aumentare la banda utilizzata
sul canale che è
grosso modo pari a . D'altro canto, sappiamo che i ritardi massimi che si
incontrano nelle bande di interesse quando la propagazione avviene per cammini
multipli sono dell'ordine di qualche decina di μs, che è poi l'ordine di
grandezza dell'intervallo di guardia che deve essere adottato per avere
protezione dal multipath. Considerando che l'intervallo di simbolo è pari a
qualche centinaio di μs, la perdita di efficienza è modesta. Naturalmente,
questo avviene proprio perché la durata dei simboli su ogni sottoportante è di
parecchio maggiore di quella della
risposta del canale. Viceversa, in una modulazione monoportante, la durata del simbolo è pienamente confrontabile con quella della risposta del canale, e un approccio simile porterebbe a intervalli di guardia eccessivamente lunghi e penalizzanti l'efficienza.
Questa caratteristica di poter trattare facilmente canali con "echi" aventi ritardi notevoli permette di risolvere anche una questione importante in una rete di radiodiffusione. Infatti, il meccanismo di protezione dal multipath funziona sia nel caso in cui l' "eco" si produce naturalmente come discusso finora, ma anche nel caso in cui l'eco proviene da un diverso ripetitore della stessa rete operante sulla stessa frequenza (potremmo chiamarlo "eco artificiale"). Questo semplifica notevolmente il progetto e l'esercizio delle cosiddette reti a singola frequenza (SFN) per la diffusione di un canale televisivo su di un'unica frequenza a diffusione regionale o nazionale. C'è da osservare che i ritardi di canale "artificiali" di una SFN sono in genere assai maggiori di quelli "naturali" del multipath, e quindi i requisiti di intervallo di guardia devono essere adattati alla bisogna.
L'approccio dell'intervallo di guardia ha uno
svantaggio che deve essere preso in seria considerazione: per poter effettuare
correttamente la demodulazione, in particolare per poter correttamente
calcolare secondi sui
totali del simbolo
stesso. Nel modulatore, questo si fa in pratica "anteponendo" agli N valori
ottenuti all'uscita del calcolatore di IFFT i primi
valori ottenuti dallo
stesso, intendendo che
(Fig. CYC (a)). Lo scopo
del prefisso ciclico è quello di "emulare" una condizione in cui il segnale all'ingresso
del canale fosse periodico di periodo
. Questo segnale
periodico ideale sarebbe, concentrandoci sulla ricezione del simbolo con m=0,
,
e quindi lo spettro
del segnale in ingresso al canale sarebbero a righe con frequenza fondamentale 1/
. Dalla stessa
formulazione del segnale modulato, si vede che il k-esimo coefficiente di
Fourier nello spettro a righe sarebbe banalmente
, k=0,1,.,N-1.
Allora anche il segnale y(t) in uscita dal canale sarebbe periodico dello
stesso periodo, e il suo k-esimo coefficiente di Fourier sarebbe
ove evidentemente H(f) è la risposta in frequenza del
canale di trasmissione. D'altro canto, il circuito di Fig.4 che produce la
variabile di decisione per il generico k-esimo sottocanale non è altro che un
"calcolatore di coefficiente di Fourier" per cui la conclusione è che (trascurando
il rumore di ricezione)
Adesso, un errore di
sincronismo sul riconoscimento
dell'inizio del blocco semplicemente risulta in una "traslazione ciclica" nel
verso opposto del segnale osservato dal "calcolatore di coefficiente di
Fourier" (Fig.9 (b)) per cui la variabile di decisione risulta in queste nuove condizioni
Naturalmente,
affinché la condizione di (pseudo)periodicità si verifichi, l'intervallo di
guardia deve essere allungato di un fattore pari proprio al massimo errore di
sincronismo che si desidera tollerare.
Fig. 9
Riprendendo in considerazione la presenza del rumore di ricezione e generalizzando
all'intervallo di simbolo OFDM m-esimo si ha:
Poiché comunque l'andamento della risposta in frequenza del canale è arbitrariamente variabile e deve essere compensato sottoportante per sottoportante, conviene introdurre la risposta del canale modificata dall'errore di sincronismo
per ottenere l'espressione finale della k-esima variabile di decisione in presenza di distorsione di canale, errore di sincronismo e rumore:
In ogni caso, si nota
che l'effetto combinato di canale ed errore di sincronismo provoca una rotazione
di fase e una variazione di ampiezza variabile da sottoportante a sottoportante
sui simboli di informazione. Le rotazioni di fase devono essere recuperate
comunque per avere una ricezione ottima coerente; nel caso di costellazioni di
simboli ad ampiezze multiple (ad esempio -QAM) deve essere recuperata anche l'ampiezza. La presenza
del prefisso ciclico permette però di compensare automaticamente gli errori di
sincronismo nel momento in cui viene compensata la rotazione di fase di ogni
sottoportante. La compensazione della distorsione di canale (ed eventualmente
degli errori di sincronismo) può essere effettuata facilmente se è disponibile
una stima della riposta in frequenza del canale in corrispondenza di ogni sottoportante.
Un possibile schema di equalizzazione è quello mostrato in Fig.10, la cui bontà
è strettamente legata alla bontà dello stimatore di canale
Fig. 10
Infatti la variabile
di decisione "equalizzata"
ove l' "uguale circa" tiene conto degli errori di stima della risposta del canale. Per la modalità con cui viene effettuata, questo tipo di compensazione delle distorsioni di canale è nota come "equalizzazione in frequenza" ed è tipica della modulazione OFDM o multiportante in generale.
Per effettuare la
stima dei coefficienti complessi si inviano insieme al
segnale alcune sottoportanti pilota, modulate con sequenze note al ricevitore,
sulle quali si effettua la stima di canale. L'andamento della risposta in
frequenza sulle altre sottoportanti è ricavata dalle prime per interpolazione
polinomiale. Alcune portanti pilota sono posizionate su valori fissi dello
spettro, mentre altre sono trasmesse su frequenze variabili, al fine di ridurre
al minimo la probabilità che una o più di esse cadano in corrispondenza dei
Notch del canale, ovvero le frequenze su cui esso comporta una forte
attenuazione. In fig. 11 si riporta un esempio di posizionamento delle portanti
pilota sulla trama dei simboli OFDM.
Fig.
![]() |
Appunti su: ofdm appunti, |
|
Appunti Gestione | ![]() |
Tesine costruzione | ![]() |
Lezioni Ingegneria tecnico | ![]() |