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Gli anni ruggenti - L'automobile elettrica
La crescita della produzione e dei consumi
Tra il 1922 e il 1928 gli Stati Uniti subirono una notevole crescita economica
nella quale la produzione industriale salì di oltre il 60%.
Si trattava di una trasformazione dovuta principalmente al diffondersi della 2^
rivoluzione industriale. Questo sviluppo dell'industria, dei processi di
razionalizzazione del lavoro e dell'introduzione di nuove tecnologie riducevano
il fabbisogno di manodopera industriale e portò alla produzione di massa in
tutti i settori.
Per far fronte a questa produzione di massa occorreva creare consumatori di massa, ossia occorreva che tutti i cittadini acquistassero i prodotti. A favorire questo fenomeno provvidero la diffusione delle innovative tecniche pubblicitarie e il successo di nuove forme di distribuzione, tra cui i grandi magazzini e la possibilità di pagamenti rateali, i quali rendevano l'acquisto di prodotti accessibile a tutti.
Alla fine degli anni Venti, negli Stati Uniti circolava 1
automobile ogni 5 abitanti.
Inoltre sul mercato approdarono nuovi prodotti, come il cellofan e la
gommapiuma.
Di grande importanza fu la diffusione della radio.
Nel 1929 il 63 %
della popolazione usufruiva dell'energia elettrica.
Quindi, la presenza di questo benessere diffondeva un entusiasmo nella nazioni,
infatti gli Stati Uniti volevano dimenticare i sacrifici di guerra,
desideravano divertimenti e distrazioni, e non a caso trionfarono il jazz e i
night club. Questi sono i ruggenti anni Venti.
L'isolazionismo
Dopo la guerra, gli Stati Uniti erano diventati la prima
potenza mondiale e quindi avevano raggiunto livelli di ricchezza molto più alti
dell'Europa. Pertanto tra i cittadini crebbe il rifiuto di un intervento
politico a favore dell'Europa.
Il repubblicano Warren Harding vinse le elezioni presidenziali del 1920 con un
programma che ampliava queste richieste.
Il Senato aveva già deciso di approvare il Trattato di Versailles, e gli Stati
Uniti non entrarono a far parte della Società delle Nazioni di Wilson. Pertanto
il presidente democratico aveva visto fallire il suo progetto di una presenza
costante degli Stati Uniti sulla scena politica mondiale.
Successivamente con la vittoria repubblicana, si affermò l'isolazionismo, che
era un movimento secondo cui il paese doveva badare solo a questioni di
politica interna o di affari che riguardavano l'aera del Pacifico.
La xenofobia
Gli statunitensi avevano una grande volontà di difendere il benessere
raggiunto, e pertanto crebbe in loro l'intolleranza nei confronti del diverso e
degli stranieri.
Tra gli immigrati c'erano molti disperati disposti a fare qualsiasi cosa pur di
arricchirsi, e gli europei sbarcati negli Stati Uniti avevano molto spesso idee
rivoluzionarie o progressiste. Il pregiudizio portò molti americani ad
identificare gli europei come
sovversivi.
Così aumentò l'ostilità nei confronti degli immigrati e nel 1924 una legge
stabilì che sarebbero stati ammessi nel paese solo 3800 italiani contro i 42000
dell'anno precedente.
Fu però rappresentativo il caso Sacco e Vanzetti, due anarchici italiani, che
vennero condannati a morte nel 1921 per una rapina che si concluse con un
omicidio. Le prove dimostravano la loro innocenza, ma vennero comunque
giustiziati nel 1927.
Aumentarono anche i consensi del famigerato Ku Klux Klan che riguardò tutti gli
Stati Uniti.
Il proibizionismo
In questo ambito di sentimenti di intolleranza nei confronti dello straniero,
né risentì anche la legge che negli Stati Uniti aprì la stagione del
proibizionismo, cioè il divieto di vendere e consumare alcolici. Grandi
bevitori erano infatti gli Irlandesi e i Tedeschi.
Il provvedimento fu reso esecutivo del 1921 dai repubblicani.
Questa legge si rivelò controproducente, infatti l'alcolismo non fu sconfitto,
ma aumentò la criminalità organizzata, i cui capi, effettuavano produzione
clandestina di alcolici. Tra i gangster ricordiamo l'immigrato italiano Al
Capone.
Nel 1933 la legge venne abolita perché lo Stato si rese conto dei disastrosi
risultati ottenuti.
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