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La nascita delle New Towns
La politica di fondazione fu varata
dal regime fascista all'inizio degli anni Trenta e condotta poi sino alle
soglie della guerra senza soluzione di continuità, con una periodicità annuale
quasi costante. Aggregata di volta in volta a scelte vincenti, la bonifica
integrale prima, l'autarchia poi, essa non fu mai comunque abbandonata ed
ancora dopo il 1940 sotto questo segno veniva riorganizzato l'insediamento nei
nuovi grandi comprensori di bonifica del Tavoliere e del Foggiano.
Si può indubbiamente obiettare che le città nuove non erano città nel senso
proprio del termine, sia per l'estensione territoriale molto modesta, sia per
l'elementarità della popolazione residente. Soltanto due di esse - Littoria e
Carbonia - superarono di molto le soglie fissate sfuggendo alle stesse previsioni
dei costruttori, ma Carbonia rimase ugualmente per la sua composizione
demografica qualcosa di sostanzialmente diverso da una città. Ed è ugualmente
vero che le nuove fondazioni non erano nate all'interno di un programma di
urbanizzazione delle popolazioni rurali. Si cercava al contrario di favorire la
"de urbanizzazione" sottraendo manodopera eccedente e potenzialità conflittuale
nelle zone più calde per trasferirla stabilmente sotto il controllo di più
idonei patti di lavoro. Ma la questione città non città appare presto superata
da un altro dato fondamentale: con l'immediata elevazione a comune, i piccoli
centri appena sorti divenivano attivi nei confronti di una porzione del
territorio circostante come sede di funzioni, sia pure elementari. Essi erano
quindi l'elemento base di un'organizzazione verticistica del territorio che dal
centro raggiungeva la periferia attraverso una rete di controlli; rete che in
quegli anni si stava appunto riorganizzando con una revisione delle
circoscrizioni amministrative, accorpamenti o smembramenti, promozioni o
declassamenti gerarchici di capoluoghi.
Alla fine del Regime le New towns realizzate furono sette: Littoria, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia, Guidonia e Carbonia; il loro scopo principalmente propagandistico era evidenziato anche dal metodo con cui queste città vennero progettate che riprendeva il modello del Castro romano. Le vie principali conducevano alla grande piazza centrale, sulla quali si affacciavano gli edifici amministrativi e nella quale svettava la torre, dalla quale i gerarchi tenevano i comizi.
Piano urbanistico di Littoria
Veduta aerea di Sabaudia
Piano per il quartiere EUR 42
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