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Rivoluzione nell'aerodinamica:
l'Ala a Delta
L'introduzione dell'ala a delta ha permesso ai costruttori aeronautici di cimentarsi nella progettazione di modelli ad elevate prestazioni, radicalmente diversi e concettualmente avanzati rispetto a quelli classici che, nonostante si fosse già affermata la tipologia a freccia positiva, mancavano di quella estrema maneggevolezza che invece caratterizza aerei come l'F-102 Delta Dagger o il suo derivato e successore di maggior successo, l'F-106 Delta Dart. Furono infatti questi i primi rivoluzionari Delta Fighters a divenire operativi, permettendo un diretto raffronto con i loro colleghi ad ala tradizionale, in particolar modo tramite la formula del combattimento ravvicinato simulato (simulated dog-fight) dove dimostrarono un enorme potenziale ma allo stesso tempo il fatto di non aver ancora raggiunto un maturo livello di sviluppo progettuale della cellula.
L'F-102 e l'F-106
Rispondente ad un'esigenza dell'USAF per un intercettore ognitempo
emessa nel 1948 i caccia F-102 ed F-106 nascono da un progenitore germanico
e rappresentano la formula
aerodinamica ideale con un buon sistema d'arma integrato. La
configurazione dell'F-102 è un'evoluzione dell'XF-92A, un aereo sviluppato
dalla Convair partendo dagli studi del Prof. Ing. tedesco Alexander
Lippisch, che ha poi seguito lo sviluppo dell'intercettore. Il requisito
prevedeva un nuovo velivolo ed un nuovo sistema d'arma, WS-201A, e la fiducia
su quest'ultimo portò a svilupparlo prima della cellula volante. Il progetto vincitore
quale sistema d'arma fu l'MX-1179 della Hughes, designato MA-1 associato
ai missili aria-aria Falcon. Per quanto riguarda la cellula la scelta
definitiva fu presa l'11
settembre 1951 quando fu scelto il progetto MX-1554 della Convair ed il nuovo aereo
divenne F-102. Contemporaneamente però venne autorizzato anche lo
sviluppo del rivoluzionario Republic XF-103 ma la sua formula esasperata
portarono ad eleggere l'F-102 vincitore finale del concorso. Era prevista come
motorizzazione l'uso sia del Westinghouse J40 e poi del più potente Wright J67
(un Olympus su licenza) col quale l'aereo doveva raggiungere Mach 1,88 a 17.221 m e Mach 1,93
a 18.898 m. per velocizzare lo sviluppo si decise di non realizzare
prototipi e costruire direttamente aerei di pre-serie che si discostassero di
poco dal velivolo di serie, rischiando però di andare incontro ad inconvenienti
progettuali. Infatti questa situazione si verificò poiché l'YF-102A non
raggiunse la velocità prevista e quindi si dovette procedere con estese modifiche
aerodinamiche e progettuali. Il primo YF-102A era molto simile all'XF-92A e
presentava le prese d'aria sdoppiate in posizione laterale e serbatoi
integrali. L'armamento era interno alla fusoliera ed era costituito da
sei missili Hughes GAR-1 Falcon e 24 razzi non guidati da 5,08 cm FFAR,
collocati su guide direttamente sui portelli della stiva. Le prove effettuate
in galleria del vento evidenziarono dei valori della resistenza aerodinamica
troppo alti in regime transonico e fenomeni di buffering. Fu così che si
decise di sostituire il motore J40 col P&W J57-P-11 e a lavorare ai nuovi
disegni per la cellula. Si notarono anche problemi col carburante, il carrello
ed il motore che non forniva la spinta promessa ed inoltre vi fu un incidente
di volo ad aggravare la situazione.
Modifiche al progetto iniziale MX-1554, nasce l-F-102
Tutto ciò spinse la Convair ad accelerare i lavori e ad aiutarla arrivò
il Dr. Richard Whitcomb, dal NACA, con la sua 'regola delle aeree'
secondo la quale per mantenere la resistenza aerodinamica bassa bisogna
mantenere pressoché costanti le sezioni, e quindi restringere la fusoliera in
prossimità dell'ala, determinando la nascita di quella che fu
soprannominata scherzosamente dai piloti "fusoliera a bottiglia di Coca Cola".
Si procedette quindi con
l'allungamento della fusoliera di 4,30 m, si aggiunsero in coda una coppia di
carenature fusiformi (per migliorare il deflusso della scia), si restrinse la
fusoliera nell'aerea dell'ala, si aggiunsero le piastre di separazione dello
strato limite alle prese d'aria, furono aggiunte altre due alette
antiscorrimento sull'ala e si incurvò il bordo d'attacco di quest'ultima,
inoltre il tettuccio ebbe una forma di V sulla parte frontale. Era nato
l'F-102. L'F-102 era caratterizzato da una struttura in lega leggera e
dall'innovativa concezione aerodinamica con ala a delta che è molto
utile nel volo supersonico ma limitativa in atterraggio e decollo, nei quali
l'aereo deve assumere alti angoli d'attacco, non essendo l'ala lappabile,
inoltre, poiché l'angolo d'attacco aumenta, il bordo principale
dell'ala genera un vortice che rimane fissato alla superficie superiore della
stessa, dando al delta un angolo di stallo molto elevato. Poiché l'ala a delta è di semplice
costruzione può essere resa molto robusta (anche se è abbastanza
sottile) ed è facile e relativamente economica da sviluppare, un fattore
notevole nel successo dei velivolo Dassalut Mirage e MiG-21 Fishbed.
Con le modifiche precedentemente esposte l'aereo riuscì a dimostrare le sue
prestazioni raggiungendo Mach 1,2 in volo orizzontale (l'YF-102 raggiunse Mach
1,24 in picchiata) ed in soli 10 secondi lanciò tutti i missili Falcon ed i
razzi trasportati. Furono comunque aggiunte altre modifiche, aumentando
l'apertura alare di 30 cm ed allungando la deriva per risolvere i problemi di
buffering e di stabilità direzionale ad alta velocità. Furono modificati poi il
carrello anteriore e gli aerofreni posti alla base della deriva, che avevano
dato problemi in picchiata. Col 550° esemplare venne adottata una nuova ala per
aumentare la quota pratica di 1.524 m, salita quindi a 16.764 m e
nel 1957 si sostituì il sistema di guida armi MG-3 con l'MG-10, vennero
installati due serbatoi ausiliari da 871 litri sotto l'ala con dei pylons
e vennero modificati anche gli esemplari precedenti, compresa la coda più
grande. Furono poi eliminati i razzi FFAR e venne montato un sistema di acquisizione dei
bersagli a raggi infrarossi con testa cercante posta avanti il canopy.
La versione TF-102 era dotata di posti affiancati, prese d'aria spostate in
avanti ed in basso e la sezione anteriore era ingrandita, tanto da limitare
l'aereo a voli subsonici. Fu proposta anche una versione F-102C con motore
J57-P-47 e struttura irrobustita ma venne abbandonato. Il QF-102A era
una versione bersaglio telecomandato così come lo era la PQM-102B che hanno in
comune la possibilità di essere anche pilotati, mentre il PQM-102A non era
dotato di apparati di guida nell'abitacolo e quindi poteva essere comandato
solo da terra. Il motore J57-P-11 da 4.944 kg/spinta a secco e 6.577 kg/spinta
con A/B dei primi esemplari fu sostituito negli ultimi modelli con il -23 da
5.307/7.802 kg/spinta e si potevano montare serbatoi esterni da 1.628 litri.
Dal Dagger al Dart
L'F-102A era considerato un aereo ad 'interim' aspettando che
fosse pronto il definitivo F-102B. Questa versione però era talmente differente
da mantenere in comune solo la configurazione a delta e fu così che il 17
giugno 1956 l'aereo fu denominato F-106A Delta Dart. La specifica
dell'USAF, emessa nel settembre 1956, richiedeva un caccia compatibile col sistema SAGE (Semi-Automatic
Ground Environment) in grado di operare con esso con un raggio d'azione
di 692 km ad una quota di 21.336 m, in grado di volare a Mach 2 fino a 10.668 m
ed usare il sistema di controllo delle armi MA-1. Col SAGE l'aereo
automaticamente veniva portato verso il bersaglio e sganciava le armi mentre il
pilota serviva solo durante il decollo e l'atterraggio anche se aveva la
priorità sul SAGE e poteva sganciarsene in qualsiasi momento. Tale sistema ha
dimostrato la sua efficacia ed affidabilità tanto che è rimasto in servizio per
molti anni. L'ala dell'F-106
era molto simile a quella del predecessore ma la fusoliera differiva molto, con
le prese d'aria arretrate e con rampe mobili in modo che potessero essere
efficienti in ogni assetto e manovra. La deriva era nuova, con un disegno più
rastremato e venne modificato anche il carrello. L'armamento, totalmente
missilistico, era trasportato nella stiva interna e composto da un Douglas MB-1
(Air-2A e Air-2B) Genie non guidato con testata nucleare e da quattro Hughes
GAR-3 Falcon a guida radar o quattro GAR-4 a guida IR. Il primo volo avvenne il
26 dicembre 1956 ma le prestazioni furono deludenti e quindi il motore
P&W J57-P-9 fu sostituito dal più potente J57-P-17 da 7.802 kg/spinta a secco e 11.113
kg/spinta con A/B. L'abitacolo era dotato di barra di controllo ad
impugnatura sdoppiata per non influenzate la vista dell'HSI (Horizontal
Situation Indicator) e nell'ultima serie costruttiva fu dotato di strumenti
a sviluppo verticale. Col proseguire della produzione vennero apportate
varie modifiche come la sostituzione
delle alette antiscorrimento con fessure sul bordo d'attacco alare,
sedili eiettabili in regime supersonico, sistema MA-1 migliorato, ali con nuovo
camber al bordo d'attacco e serbatoi esterni da 871 litri. Alcuni vennero anche
dotati di ganci d'arresto, mentre l'intera flotta ricevette un TACAN, il sistema di
rifornimento in volo ed i serbatoi supersonici da 1.363 litri. Le prove dimostrarono le
capacità di dogfight dell'F-106 e quindi fu eliminato l'inutile razzo atomico
nella stiva sostituito da un cannone Vulcan poiché la Guerra del Vietnam
dimostrò l'utilità di un'arma fissa. Fu creato anche l'F-106B da
addestramento con posti in tandem che manteneva le prestazioni e le capacità,
tranne il cannone, del monoposto. L'F-106C/D era una versione dotata di alette
canard, motore Pratt & Whitney JT4B-22 con prese d'aria rettangolari ma
non ebbe vita così come non la ebbe l'F-106E/F con radar 'lock-down'
e muso allungato. Dall'F-106A invece si derivò la versione teleguidata QF-106A
che è stata utilizzata anche dalla NASA in prove di traino. Infatti alcuni
QF-106A furono dotati di un sistema di sganci/aggancio per collegarsi ad un
cavo ed essere trainati da C-141.
L'eredità dei primi Delta Fighters
Tuttora alcuni esemplari di Delta Dart e Delta Dagger sono ancora in
condizioni di volo e potrebbero ancora stupire per l'eccezionale adattabilità
della loro formula, tanto che la quasi
totalità dei velivoli da combattimento costruiti ai giorni nostri adotta la
formula delta-canard, la quale ha riscontrato notevole successo
soprattutto nei modelli di progettazione e costruzione europea quali sono l'Eurofighter
EF-2000 Typhoon, il Dassalut Rafale o il SAAB JAS-39 Gripen. L'introduzione
delle alette canard porta vantaggi riscontrabili soprattutto nel volo a bassa
quota dato che il flusso sull'ala varia considerevolmente e favorevolmente. Rispetto ai delta puri la moderna
concezione delta-canard (chiamata inizialmente euro-canard) permette
l'esecuzione di manovre estreme, migliora la maneggevolezza alle basse
velocità, abbassa la velocità di stallo (anche grazie alla possibilità,
assente in un delta puro, di poter montare flaps e slats) e riduce la resistenza nel volo
rettilineo uniforme grazie ad una diminuzione dell'incidenza necessaria
per sviluppare portanza, pur mantenendo i vantaggi di un'elevatissima manovrabilità,
robustezza dell'ala (nonostante siano molto sottili le ali a delta sono
molto robuste dato che la formula permette di concentrare notevolmente i volumi
della cellula) e grande volume
interno, caratteristica quest'ultima sfruttata soprattutto nei primi
bombardieri strategici a reazione inglesi come il celeberrimo Avro Vulcan,
dalla sagoma inconfondibile. Soprattutto nei velivoli da caccia moderni,
compresi quelli con ala tradizionale, si notano gli effetti dello studio
dell'ala a delta: a cominciare dal Concorde e dal SAAB Viggen si
è cominciato ad applicare alla radice dell'ala un raccordo con la fusoliera con
un nuovo disegno (delta compound) tale da permettere al vortice
high-lift generato di rimanere aderente al dorso riducendo ulteriormente
l'angolo di incidenza necessario per il volo rettilineo uniforme e
l'atterraggio.
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