1961 -
L'UOMO NELLO SPAZIO
Mattina del 12 aprile 1961. Il più famoso speaker
della radio russa, Levitan, fa interrompere le trasmissioni e annuncia: fra
poco sentire un importante comunicato sul primo uomo nello spazio. Passano due
minuti, ed ecco il nome: l'uomo è Yuri Gagarin, un bel ragazzo simpatico dalla
larga faccia contadina che è stato preferito a tutti i cosmonauti sovietici. La
fotografia di Gagarin fece subito il giro del mondo attraverso giornali e
televisioni. L'impressione è enorme. Più spaventati che affascinati gli
americani: si sentono battuti nella corsa allo spazio e temono che il successo
scientifico dell'Unione Sovietica si trasformi in una minaccia militare . Agli
europei, un po' tagliati fuori da questa lotta, non dispiace in fondo che il
trionfatore appartenga alla vecchia civiltà continentale. E infatti, quando
verrà a visitare più tardi le capitali d'Europa, Gagarin riceverà accoglienze
trionfali.
Gagarin è il primo uomo nello spazio perché i sovietici
hanno, per i loro razzi, propellenti più forti di quelli americani. Ma sono
dettagli tecnici: quel che più colpisce la gente è l'aspetto favoloso dell'avventura,
il coraggio di questo ragazzo che ha osato trasformarsi in un satellite umano.
Gagarin che vede per la prima volta la
Terra dallo spazio, che descrive rapito il fantastico
spettacolo di laghi e montagne, città e fiumi di tutte le latitudini. Oggi in
orbita attorno alla vecchia madre Terra: non sarà più possibile, domani, andare
sulla Luna, magari su Marte e via via verso i pianeti più lontani? Uomini di
tutti i continenti si abbandonavano ai sogni: stazioni spaziali, astronavi
intergalattiche, colonie di pionieri in altri mondi; e tutto grazie a
quell'ufficialetto che in un'ora e mezzo scarsa, per l'esattezza 89 minuti e un
secondo, aveva compiuto il primo giro completo attorno al globo: altezza minima
175 chilometri,
precisò Mosca; altezza massima 302.