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Le Demenze




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Le Demenze




Le fasi della malattia




FASI DELLA MALATTIA


DEMENZA LIEVE (1-3 anni):


SINTOMI COGNITIVI

● Minimo disorientamento temporale, possibile disorientamento topografico

● Perdita memoria modesta per eventi recenti; interferenza attività quotidiane

● Difficoltà a trovare le parole con relativa conservazione della capacità di comprensione

● Difficoltà nell'esecuzione di problemi complessi; giudizio sociale adeguato


SINTOMI NON COGNITIVI

● Spesso presenti ansia, depressione, negazione di malattia . Talora presenti alterazioni del pensiero (ideazione paranoidea) e della personalità (apatia, irritabilità)


STATO FUNZIONALE

● Incapace di compiere indipendentemente le attività lavorative e quelle sociali complesse, ad esclusione di attività facili

● Lieve ma sensibile compromissione nelle attività della vita domestica; usualmente abbandonati hobbies ed interessi

● Può richiedere supervisione, facilitazione o minimo aiuto per vestirsi e nell'igiene personale

● Assenza di alterazioni nelle funzioni motorie


SINTOMI COGNITIVI

● Usualmente disorientamento temporale, spesso nello spazio

● Perdita memoria di entità severa; il materiale nuovo è perso rapidamente

● Difficoltà severa nell'esecuzione di problemi complessi; giudizio sociale compromesso . Chiaro disturbo del linguaggio . Difficoltà nella esecuzione di compiti motori complessi, quali il vestirsi (aprassia)


SINTOMI NON COGNITIVI

●Accentuazione delle alterazioni comportamentali; spesso presente vagabondaggio, alterazioni delle funzioni vegetative (insonnia, inappetenza)





STATO FUNZIONALE

● Nessuna possibilità di attività indipendente fuori casa;

può essere portato fuori casa se accompagnato

● Richiede molta assistenza per cura personale (vestirsi, igiene); generalmente assente l'incontinenza urinaria● Necessità di essere stimolato alla cura della propria persona


DEMENZA GRAVE (2-3 ANNI)


SINTOMI COGNITIVI

● Perdita memoria grave; rimangono solo alcuni frammenti . Difficoltà nel riconoscere volti o luoghi familiari

● Residua l'orientamento personale

● Perdita del linguaggio fino a gergo semantico o mutismo


SINTOMI NON COGNITIVI

● Spesso presenti comportamenti stereotipati (affaccendamento, vagabondaggio, vocalizzazione persistente)

● Talora agitazione, irritabilità, inappetenza, alterazione del ritmo sonno veglia


STATO FUNZIONALE

● Non è in grado di uscire di casa nemmeno se accompagnato

● Completa perdita dell'autosufficienza per lavarsi, vestirsi e alimentarsi . Incontinenza sfinterica


DEMENZA SEVERA (1-2 ANNI)


● Totale incapacità di comunicare, anche in modo non verbale . Allettato

● Incontinente

● Deve essere alimentato, talora in modo artificiale

● Talora in stato vegetativo






Classificazione delle demenze



La demenza è una sindrome, ossia un insieme di sintomi, che può essere provocata da un lungo elenco di malattie, alcune molto frequenti, altre rare.

In oltre il 50% circa dei casi la causa della demenza, è la malattia di Alzheimer.

Nel 10% dei casi la demenza è dovuta all'arteriosclerosi cerebrale ed, in particolare, a lesioni cerebrali multiple (lesioni ischemiche) provocate dall'interruzione del flusso di sangue: è la demenza vascolare ischemica. Questa malattia è nota anche con il termine che in passato veniva impie­gato per indicare la quasi totalità dei disturbi mentali dell'anziano: arte­riosclerosi cerebrale. Nel 10% dei casi la demenza è dovuta alla contem­poranea presenza di malattia di Alzheimer e di lesioni ischemiche: questa condizione si indica con il termine di demenza mista.


Vi sono poi altre malattie degenerative cerebrali che possono causare demenza, quali la malattia di Pick e le demenze fronto-temporali, la malattia a corpi di Lewy, la degenerazione cortico-basale. Si tratta di con­dizioni la cui frequenza esatta è poco nota (complessivamente probabil­mente costituiscono circa il 15-20% delle demenze), con caratteristiche cliniche e neuropatologiche distintive.

Il restante 10-15% dei pazienti presenta una demenza sostenuta da malat­tie suscettibili di guarigione se curate in tempo e correttamente (tra le altre, malattie endocrine, farmaci, idrocefalo normoteso, depressione).


Il deterioramento delle funzioni cognitive, infatti, non è sempre sino­nimo di demenza. Per questo motivo una diagnosi precisa richiede una valutazione accurata ed è necessaria in ogni soggetto nel quali si sospetti una demenza.

Sintomi simili alla demenza possono infatti manifestarsi nel corso di malattie acute febbrili oppure come conseguenza di malattie croniche non ben controllate, in particolare disturbi di cuore e dei polmoni. L'uso scorretto di alcuni farmaci (tranquillanti, sonniferi, farmaci per il mal d'auto, antispastici ed altri) può essere responsabile di disturbi di memo­ria o confusione. Un' altra frequente causa di decadimento delle funzioni cognitive è rappresentata dalla depressione (esaurimento nervoso), la malattia psichica più diffusa nella popolazione anziana; soprattutto nelle sue forme più severe può apparire indistinguibile da una demenza grave.


D'altra parte, anche espressioni più lievi di depressione possono pro­vocare disturbi della memoria e confusione.

Infine, il trasferimento in ambienti quali l'ospedale o la struttura residen­ziale (casa protetta / RSA) può provocare uno stress tale da produrre una condizione di apparente demenza.




La  Malattia di Alzheimer



La Malattia di Alzheimer rappresenta la più frequente forma di demenza nei paesi occidentali (50-60% dei casi).

È stato stimato che in Italia i soggetti affetti da malattia di Alzheimer siano oltre 500.000. Le caratteristiche cliniche della malattia possono variare notevolmente da soggetto a soggetto; tuttavia l'inizio è general­mente insidioso e subdolo ed il decorso progressivo. I sintomi iniziali dell' Alzheimer sono spesso attribuiti all'invecchiamento, allo stress oppure a depressione. L'anziano può presentare modificazioni del carat­tere, essere meno interessato ai propri hobby o al proprio lavoro, oppure essere ripetitivo.


Talvolta l'inizio della malattia è contrassegnato dalla sospettosità nei confronti di altre persone, accusate di sottrarre oggetti o cose che il mala­to non sa trovare. Altre volte ancora la malattia può iniziare in seguito ad un trauma automobilistico, oppure manifestarsi durante un ricovero ospe­daliero o nei giorni che seguono un intervento chirurgico. Spesso i fami­liari tendono ad attribuire ad un evento - un trauma o un intervento chi­rurgico - la causa della malattia. In realtà queste evenienze costituiscono, nel caso della malattia di Alzheimer, eventi stressanti che rendono evi­dente e manifesta una malattia cerebrale già presente.


Nella grande maggioranza dei casi, solo a distanza di 1-2 anni dall'e­sordio della malattia il disturbo della memoria è tale che i familiari ricor­rono all'aiuto di uno specialista. Il disturbo della memoria costituisce il sintomo cardinale della malattia ed il primo a manifestarsi rispetto ad altri che coinvolgono il linguaggio o la capacità di ragionamento.

Il primo sintomo è generalmente una lieve perdita della capacità di ricor­dare avvenimenti o fatti recenti, che progredisce gradualmente ed alla quale si associano alterazioni della personalità e deficit delle altre funzio­ni cognitive.

Il pensiero astratto - la capacità di eseguire ragionamenti - risulta impoverito. La capacità di giudizio è diminuita spesso precocemente, cosicché il paziente manifesta un ridotto rendimento lavorativo e può essere incapace di affrontare e risolvere problemi anche semplici relativi ai rapporti interpersonali o familiari. Il deterioramento della capacità di giudizio determina grande preoccupazione tra i familiari ed i colleghi di lavoro.


Uno dei caratteri più specifici è il cambiamento della personalità. Spesso, soprattutto negli anziani, compare apatia; il paziente perde inte­resse per l'ambiente e per gli altri, richiudendosi in se stesso. Spesso ven­gono esagerati i caratteri premorbosi della personalità, quali atteggiamen­ti ossessivi, aggressività, sospettosità. In altri casi vi è invece un muta­mento della personalità, per cui soggetti solitamente controllati e misurati diventano impulsivi, intrattabili ed a volte anche violenti.


In alcuni casi la malattia si manifesta con una difficoltà nella denomi­nazione degli oggetti oppure con un impoverimento del linguaggio ed il ricorso a frasi stereotipate. Altre volte il sintomo che si associa al disturbo di memoria può essere rappresentato dalla difficoltà nella guida dell'auto­mobile. Un paziente aveva danneggiato una fiancata della propria auto poiché nella manovra per collocarla in garage non riusciva a prendere correttamente le misure. Questo sintomo è dovuto alla difficoltà che i pazienti con malattia di Alzheimer manifestano nel collocare gli oggetti nello spazio e nell'avere una visione unitaria di ciò che li circonda. Un altro paziente, in passato provetto meccanico per hobby, non era stato in grado di aggiustare la gomma forata della bicicletta. Il paziente denuncia una progressiva incapacità a svolgere compiti che per lui erano familiari.


Questa fase della malattia è più facilmente evidenziata nei giovani o in chi svolge ancora attività lavorative o professionali. Può invece sfuggire in pazienti anziani o che non svolgono compiti impegnativi da un punto di vista intellettivo. In questa fase il paziente può essere ignaro ed incon­sapevole dei propri disturbi; sono i familiari che notano per primi un comportamento 'strano'. Uno dei sintomi che più frequentemente accompagnano il disturbo della memoria è la depressione. Talvolta que­sta deriva dalla consapevolezza di non essere più all'altezza della situa­zione e di dover dipendere da altri nell' esecuzione di compiti o attività consuete.


Accanto alla depressione, altri sintomi possono accompagnarsi alla demenza ed essere fonte di stress per i familiari. Fra i più frequenti trovia­mo l'agitazione, la paura di essere derubati, la sospettosità, i sentimenti d'abbandono, gli episodi di esplosione verbale, il pianto immotivato o la violenza. I disturbi del sonno rivestono grande importanza, anche perché determinano uno stress notevole nei familiari. Il paziente di notte è inson­ne e vaga per la casa o per l'ospedale; altre volte si sveglia in piena notte e ritiene sia ora di pranzare o di andare a fare una passeggiata.


In una fase intermedia della malattia il paziente diviene incapace di apprendere nuove informazioni, spesso si perde, anche in ambienti a lui familiari. La memoria remota è compromessa, anche se non totalmente persa. Il paziente è a rischio di cadute, può richiedere assistenza nelle attività della vita quotidiana (quali lavarsi, vestirsi, alimentarsi, ecc.); generalmente è in grado di deambulare ed alimentarsi autonomamente. Il comportamento diviene ulteriormente compromesso; abitualmente è pre­sente un completo disorientamento spazio-temporale.

Nelle fasi avanzate della malattia di Alzheimer il paziente è incapace di camminare e di svolgere qualsiasi attività della vita quotidiana, è inconti­nente. La memoria, sia recente che remota, è totalmente persa ed il pazien­te può divenire muto ed incapace di deambulare. Si manifesta difficoltà nella deglutizione e può essere necessario alimentare il paziente artificial­mente. Il rischio di complicanze, quali malnutrizione, disidratazione, malattie infettive (polmoniti soprattutto), piaghe da decubito, diviene ele­vato. La malattia può avere un decorso variabile e sono state descritte sopravvivenze dai 2 ai 20 anni, con una media di circa 10-12 anni.







Altre forme di demenza



La demenza vascolare è un deterioramento delle capacità mentali cau­sato da lesioni ischemiche del cervello.

L'inizio della demenza vascolare può essere relativamente improvviso, poiché possono verificarsi molti infarti prima che appaiano dei sintomi. Questi infarti possono danneggiare aree del cervello responsabili di una funzione specifica oppure produrre dei sintomi generalizzati di demenza. ; Come risultato di ciò, la demenza vascolare può apparire simile alla; malattia di Alzheimer.


La demenza vascolare è irreversibile, sebbene l'uso di farmaci antiag­greganti, il controllo dei fattori di rischio (soprattutto dell'ipertensione, del diabete, delle dislipidemie) ed un corretto stile di vita (dieta adeguata, esercizio fisico, astensione dal fumo e da un eccessivo consumo di alcoo­lici) possono rallentarne l'evoluzione, garantendo anche lunghi periodi di stabilità. La demenza vascolare viene solitamente diagnosticata per mezzo di esami neurologici e tecniche di esplorazione cerebrale, come la TAC o la RMN, che permettono di individuare le lesioni ischemiche LE ALTRE DEMENZE DEGENERATIVE


La demenza di Pick e la malattia a corpi di Lewy sono tra le due forme più comuni di demenza degenerativa 'non Alzheimer'. In questi casi il quadro clinico può essere alquanto differente: nella malattia di Pick sono preponderanti le alterazioni del comportamento, mentre nella malattia a copri di Lewy vi sono precoci alterazioni del movimento (di tipo extrapi­ramidale), allucinazioni, episodi confusionali. La distinzione di queste forme è importante per una prognosi corretta ed una terapia adeguata, anche se non esistono ad oggi farmaci specifici.




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