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Leggi anche appunti:La valutazione della disabilita'Disturbi psichici secondo il DSM IVTeoria dello sviluppo |
GLI STADI DELLO SVILUPPO PSICOSOCIALE
Prendendo le mosse dalla più nota -ma anche più parziale e limitata -teoria dello sviluppo psicosessuale di Sigmund Freud, la teoria dello sviluppo piscosociale di Erik H Eriksson (1902-1994)analizza e sistematizza sulla base di indagini empiriche le conoscenze disponibili in relazione alle dinamiche evolutive della persona umana nel suo rapporto con il contesto ambientale in cui è inserito.
Egli ha identificato una sequenza di otto stadi di sviluppo che coprono l'intero arco della vita umana.Ciascuno di essi si definisce in base ad una complessa gamma di elementi relativi al rapporto dell'individuo con l'ambiente in cui vive.
Ogni fase dello sviluppo è caratterizzata da un particolare conflitto, o crisi, che l'individuo deve affrontare e risolvere,e che ne costituisce lo specifico compito evolutivo, ossia l'impegno da realizzare in quella fase dell'esistenza.
Lo sviluppo può conseguire ad ogni sua fase un duplice esito, positivo o negativo, a seconda che l'individuo riesca o meno a realizzare il compito evolutivo tipico della sua età. Tra questi due estremi si collocano, naturalmente, una miriade di possibili soluzioni intermedie.
Attenzione a quanto afferma lo stesso Eriksson: 'Uno dei peggiori sbagli che si commettono nell'uso dello schema qui presentato sta nel significato dominante che si dà al senso di fiducia e a tutti gli altri sensi 'positivi, considerandoli come adempimenti, assicurati una volta per sempre in un determinato stadio.Tutti i potenziali negativi non solo restano come un contrapposto dinamico dei potenziali positivi per tutta la vita, ma sono altrettanto necessari alla vita piscosociale. Una persona che non conosca la sfiducia sarebbe altrettanto incapace di vivere come una che non conosca la fiducia. Quello che l'individuo acquista ad un determinato stadio è una specie di proporzione tra il positivo e il negativo.
Un esito negativo dello sviluppo si ha anche allorchè si verificano casi di fissazione, cioè di blocco temporaneo o permanente aed un determinato stadio, senza proseguire verso gli stadi di sviluppo successivi;o di regressione, quando addirittura si torna indietro verso uno stadio precedente ormai già superato, perdendo gli effetti positivi della risoluzione dei conflitti già avvenuta.
La risoluzione di questi conflitti è determinata di volta in volta dall'interazione tra le caratteristiche dell'individuo e il sostegno che sa dargli l'ambiente sociale;è condizionata sia dai bisogni personali che da diversi presupposti culturali; ed è cumulativa,nel senso che la risoluzione al conflitto di uno stadio influisce sul modo in cui si affronta la crisi successiva.
Gli aggiustamenti relativi ai diversi conflitti svolgono una funzione decisiva nella formazione della personalità. Come dice lo stesso Eriksson: 'La forza acquisita a ciascuno stadio si rivela nell'esigenza di trascenderlo e di rischiare nel successivo quelli che nel precedente costituivano gli elementi più vulnerabili e preziosi'.Questi assestamenti che ogni crisi produce a ciascuno stadio possono sempre essere modificati o persino sovvertiti durante tutto il corso della vita. é da tenere presente,inoltre, che ogni conflitto risulta critico solo ad uno stadio, in cui emerge come più significativo di tutti gli altri, ma è presente per tutta la vita.
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