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Vulcanismo
Con il termine vulcanismo viene identificato l'emissione attraverso condotti e fenditure sia di fluidi a composizione silicatica (lave), sia di componenti solidi (materiali piroclastici), sia di vapore e gas, legati nella loro genesi alla presenza, all'interno della crosta terreste, di masse magmatiche fuse e calde.
Una parte consistente dei magmi non riesce a raggiungere la superficie e si solidifica in profondità: in tal caso si forma un corpo igneo intrusivo, di dimensioni straordinariamente variabili, che cristallizza all'interno della litosfera ed è chiamato genericamente Plutone. In molti casi, invece, la massa fluida del magma risale per spinta idrostatica verso le regioni superficiali della crosta e tende a concentrarsi in bacini magmatici (camere magmatiche), che possono alimentare le eruzioni vulcaniche. La spaccatura della superficie terrestre attraverso la quale fuoriescono i magmi prende il nome di vulcano. L'edificio che si forma per l'accumulo di tutto il materiale eruttato costituisce nel suo insieme l'edificio vulcanico, mentre il condotto interno che congiunge la camera magmatica con l'esterno è detto camino vulcanico.
In alcuni casi si assiste ad un'emissione tranquilla, la lava fuoriesce senza ostacoli e scorre senza difficoltà lungo i fianchi dell'edificio vulcanico (vulcanismo effusivo); in altri casi l'eruzione è caratterizzata da esplosioni violente e distruttive (vulcanismo esplosivo). Il tipo d'attività dipende dai caratteri chimico-fisici del magma, in particolare dal contenuto in silice e dalla percentuale di vapor d'acqua e gas presenti.
I vulcani si classificano in base alle caratteristiche dei loro edifici esterni e ai diversi modi con cui si verificano l'eruzioni:
Vulcani di tipo hawaiano o vulcani a scudo: caratterizzati da lave molto fluide e dall'assenza d'esplosioni e lanci di materiale piroclastico. Emettono lava basaltica che si espande facilmente a notevole distanza; gli edifici vulcanici perciò hanno una tipica forma a scudo, con pendii dolci e poco inclinati, formati da strati sovrapposti di colate laviche.
Vulcani di tipo stromboliano o stratovulcani: caratterizzati dall'emissione di colate laviche alternate a gas e materiali piroclastici. Hanno una lava a composizione variabile, a volte più fluida a volte viscosa. Periodicamente ristagna e solidifica ostruendo il cratere centrale. Negli stratovulcani si formano facilmente crateri avventizi sui fianchi del cono principale (Etna). In essi frequentemente si osservano cavità con le pareti scoscese e fondo piatto d'ampiezza insolita, chiamate caldere. Esse sono il risultato di un'attività esplosiva ripetuta nel tempo. In seguito, al loro interno possono formarsi nuovi coni (Vesuvio).
Vulcani di tipo vulcaniano: mancano quasi del tutto le colate laviche e l'attività vulcanica si manifesta con l'emissione esplosiva di materiali solidi e dense nubi di ceneri e gas (nubi ardenti). Tipico esempio è Vulcano, nelle isole Eolie. La lava di questi vulcani è riolitica o andesitica, molto viscosa e facilmente occlude il camino vulcanico con un tappo spesso e consistente. Anche il Vesuvio nel corso della sua complessa storia ha attraversato fasi con attività di tipo vulcaniano. Le eruzioni violente simili a quelle del Vesuvio, vengono chiamate eruzioni di tipo pliniano.
Vulcani di tipo pelano: caratterizzati dall'emissione di lava molto viscosa e ricca di gas che forma cupole di ristagno o guglie, che otturano il condotto. L'attività vulcanica si manifesta con esplosioni di grande violenza, accompagnate dal crollo delle pareti dell'edificio vulcanico e dall'emissione di nubi ardenti (La Pelèe).
Si possono avere anche eruzioni lineari, nelle quali il magma fuoriesce in grande quantità da fratture allungate strette che possono svilupparsi anche per chilometri, originando ricoprimenti (plateaux) estesi per migliaia di chilometri quadrati.
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