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Slovacca, Repubblica
Repubblica (Slovenská Republika) dell'Europa centrale.
Superficie: 49.036 km
Popolazione: 5.347.000 ab.
Capitale: Bratislava.
Lingua: slovacco.
Religione: cattolica.
Unità monetaria: la corona slovacca.
Confini: confina a nord-ovest con la Repubblica Ceca, a nord con la Polonia, a est con l'Ucraina, a sud con l'Ungheria e a ovest con l'Austria.
Ordinamento: indipendente dal 1993 dopo la scissione della Cecoslovacchia, ha un Parlamento (Consiglio nazionale), che elegge il presidente della repubblica. Amministrativamente si divide in quattro province.
Il territorio slovacco appare accidentato e risulta essenzialmente costituito dalle catene cenozoiche dei Carpazi Occidentali che formano qui due serie di pieghe: un arco esterno, comprendente i Piccoli Carpazi, i Carpazi Bianchi e i Beskidi; e un arco interno che il solco percorso dal Váh e dal tratto superiore del Hornád divide in Alta Tatra e Bassa Tatra cui si ricollegano alcune catene minori, quali i Monti Metalliferi Slovacchi. Due ricche pianure fiancheggiano i contrafforti meridionali dei Carpazi: a sud-est, verso il Tibisco, la piana di Michalovce; a sud-ovest, fino al Danubio, quella di Bratislava, la più vasta pianura slovacca. La Slovacchia presenta un clima continentale con differenze sensibili da zona a zona per la presenza dominante dei rilievi. Sui monti investiti da venti atlantici, le precipitazioni sono copiose, superando ovunque i 1000 mm annuali; sui Tatra si registra il massimo di piovosità, mentre verso il Danubio si hanno condizioni di accentuata aridità, che preannunciano la pianura pannonica. Il manto forestale è ben mantenuto, esso ricopre i fianchi dei monti con boschi di faggi e querce fino ai 1200 m, di conifere a quote più elevate e sino ai 1500-1600 m. Scarsa è invece la vegetazione nei bassopiani, assumendo caratteri decisamente steppici nelle aree più interne. I principali fiumi slovacchi confluiscono nel Danubio, che traccia un tratto del confine con l'Ungheria. Tra essi, il Váh, l'Hron e l'Hornád raccolgono le acque della regione carpatica; il Poprad tributa invece alla Vistola. Nonostante la posizione marginale la più importante via d'acqua è il Danubio, idrovia commerciale interna largamente utilizzata e che, soprattutto mediante il porto di Bratislava, favorisce gli scambi con gli altri Paesi dell'Europa centrale. Gli abitanti sono Slovacchi per l'85,6%; il 10,7% è rappresentato da Magiari, mentre Zingari, Cechi e altri costituiscono minoranze marginali. L'attuale densità è inferiore ai valori medi dell'Europa centrorientale (107 ab/km ), toccando nelle più inospitali aree carpatiche i minimi di 20-30 ab/km
In Slovacchia la nascita e lo sviluppo delle città sono stati ostacolati da un'economia rimasta prevalentemente rurale. Fanno eccezione Bratislava, dove la grande espansione urbana cominciò dopo l'installazione delle industrie, e Kosice, situata lungo la via di comunicazione tra la valle ungherese del Tibisco e la pianura russo-polacca. L'allevamento discretamente sviluppato, comprende bovini, suini e ovini. Le foreste, che coprono circa un terzo del territorio, hanno fornito 4.400.000 m di legname del 1991. Il sottosuolo offre giacimenti di carbone, ferro, rame. L'energia elettrica (24.000 mil. di kWh nel 1990) alimenta industrie metalmeccaniche, alimentari, tessili, chimiche e cartarie. Le comunicazioni si avvalgono di 3650 km di ferrovie e di 17.800 km di strade. Due gli aeroporti principali, a Bratislava e Kosice.
Il territorio, abitato originariamente da Celti, poi da Germani, Quadi e Marcomanni, fu invaso nei sec. III e IV da Gepidi, Goti, Unni e infine dalla tribù degli Slovacchi. Alla fine della I guerra mondiale si formò uno Stato comune ceco e slovacco, finché nel 1939 venne proclamato uno Stato slovacco, che rientrò nella Repubblica cecoslovacca nel 1945. Le due distinte entità che componevano quest'ultima portarono nel 1990 ad adottare la denominazione di Repubblica federativa Ceca e Slovacca, cosa che non poteva tuttavia placare le crescenti spinte separatiste presenti soprattutto in Slovacchia. Tali spinte divennero prevalenti dopo che, nelle elezioni del giugno 1992 per il rinnovo dei due Parlamenti nazionali, in Boemia-Moravia (Repubblica Ceca) vinsero i liberisti del partito Democratico e in Slovacchia i nazional-populisti del Movimento per una Slovacchia Democratica di V. Meciar. In settembre il Parlamento slovacco ha approvato la nuova Costituzione della Slovacchia e in novembre il Parlamento federale ha approvato la scissione, divenuta operante dal 1° gennaio 1993. Le elezioni svoltesi nell'ottobre 1994 hanno visto la vittoria di V. Meciar, che ha formato un nuovo governo.
LETTERATURA
I primi autori di rilievo apparvero nel XVI sec. soprattutto letterati, umanisti, nutriti di concezioni cosmopolite, mentre fioriva una letteratura popolare di carattere epico. Nel XVII sec., invece, la lirica religiosa dominò incontrastata e temi religiosi di affermarono anche nella prosa, dove si manifestarono inoltre interessi di ordine storico e documentaristico. Con il XVIII sec. si ebbe il risveglio della coscienza nazionale. Dall'opera di A. Bernolák, primo teorico di una lingua letteraria slovacca, la bernolácina, presero le mosse i letterati illuministi contemporanei del primo poeta slovacco di autentico valore, J. Holl . Più ricco il panorama della produzione in prosa, fin dal primo Illuminismo: da J. I. Bajza a S. Cernansk . Per l'influsso del Romanticismo -- cui diede un decisivo apporto l'opera di L. Stúr -- si affermò una nuova lingua letteraria (basata sui dialetti centrali), la sturovcina, e con essa la nuova poesia rappresentata soprattutto da J. M. Hurban e A. Sládkovic, il primo vero lirico della letteratura slovacca. Il realismo si manifestò in un periodo particolarmente difficile per lo spirito nazionale, sottoposto alla repressione magiara; tra i suoi maggiori rappresentanti S. M. Hurban-Vajansk , P. O. Hviezdoslav, M. Kukucín. Il XX sec. si aprì con un fermento inconsueto nella vita letteraria slovacca che cercava di adeguarsi al rinnovamento generale della cultura europea. Nacque così il modernismo slovacco, i cui principali esponenti furono I. Krasko, J. Jesensk , V. Roy e M. Rázus. Tra le due guerre sono da ricordare, in poesia, i nomi di L. Novomesk e di J. R. Ponican, e, in prosa, di J. Hrusovsky, M. Urban, P. Jilemnick . Durante la II guerra mondiale si affermò il surrealismo di vari scrittori, fra cui S. Záry, V. Reisel, R. Fábry, impegnati nel senso della ribellione politico-sociale. Lo Stato cecoslovacco ha provocato nell'ultimo dopoguerra, un incontro stimolante, su un piano di parità, con la tradizione letteraria delle terre ceche. Sono da registrare l'affermazione di poeti come J. Mihalkovic, M. Kovacik, L. Feldek e S. Simonovic, mentre nella narrativa al realismo socialista, trionfante con Hecko, si è andata sovrapponendo una narrazione più critica e aderente alla tematica sociale quotidiana con le opere di L. Mnacko, A. Bednár, D. Tatarka e K. Lazarová, cui fanno da contrappunto autori di teatro come S. Králik, P. Karvas, J. Skalka, J. Rusnak e altri.
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